Indagine SWG per la Gilda degli Insegnanti
29 Settembre 2013 | di Gianluigi Dotti
L'indagine: ''Problematiche dell'insegnamento e percezione di alcune proposte di riforma'', commissionata dalla Gilda degli Insegnanti alla SWG di Trieste, azienda leader a livello nazionale nel settore delle ricerche di mercato, è la fotografia attuale della condizione docente in Italia e della percezione che gli insegnanti hanno di alcune problematiche professionali e contrattuali della categoria.
L'indagine quantitativa è stata condotta mediante tecnica mista: interviste telefoniche con metodo CATI (Computer Assisted Telephone Interview) e interviste on-line con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interview). La ricerca è stata effettuata dal 10 al 26 luglio 2013 su un campione rappresentativo e scientificamente testato di soli insegnanti, di ruolo e non di ruolo, di tutti gli ordini di scuola (infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado) equamente distribuito sul territorio nazionale (nord, centro, sud e isole) e suddiviso per fasce di anzianità. I metodi utilizzati per l'individuazione delle unità finali sono di tipo casuale, come per i campioni probabilistici, e tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall'ISTAT. Il margine di errore è quantificato in un 4,6%.
La presentazione dell'indagine è stata fatta in conferenza stampa presso la sede nazionale della Gilda degli Insegnanti, in via Nizza a Roma, il 2 settembre scorso. Il giorno in cui i docenti di tutta Italia si sono riuniti per il primo collegio docenti del nuovo anno scolastico, con l'intenzione di promuovere una riflessione nel mondo della scuola e nell'opinione pubblica in generale sulle problematiche della professione docente.
La Gilda degli Insegnanti, avendo la maggioranza dei propri dirigenti sindacali nelle scuole, docenti in servizio attivo, ha ben presente quale sia la condizione degli insegnanti in Italia, quali siano i punti di forza e le criticità della professione docente. Tuttavia, per verificare le proprie posizioni, per sondare in maniera più rigorosa la questione docente, essa ha commissionato a cadenza periodica (le ultime due rilevazioni sono state effettuate nel 2002 e nel 2008) la ricerca a una società specializzata dopo avere individuato autonomamente le tematiche specifiche da sottoporre ai docenti e sulle quali sviluppare la ricerca.
I risultati dell'indagine, e il confronto con i precedenti, sono molto importanti per noi e per tutti coloro che si interessano della condizione docente e della scuola in Italia, perchè consentono un'ampia e approfondita conoscenza delle opinioni e delle aspettative degli insegnanti rispetto alla propria professione e al modo in cui la vivono. Questo permette alla nostra Organizzazione di elaborare le proposte di politica scolastica e sindacale più efficaci per la categoria e la scuola in generale.
Il report complessivo dell'indagine si può leggere sul sito nazionale della Gilda degli Insegnanti (www.gildains.it). In queste pagine mi limiterò ad evidenziare alcune delle tematiche che caratterizzano la nostra Associazione e a dimostrare come le nostre proposte e i nostri obiettivi, che ci differenziano e contraddistinguono rispetto alle Organizzazioni Sindacali tradizionali, siano condivisi dai docenti.
Il primo dato generale che emerge dall'indagine è quello di una professione docente in sofferenza, per la quale il disagio è sia di tipo personale ed economico sia di tipo professionale. Tuttavia, la consapevolezza della difficoltà non diventa rassegnazione, gli insegnanti non ci stanno a subire supinamente il declino della loro professione e della scuola pubblica statale. Una scuola, detto per inciso, percepita da chi ci lavora non come un'istituzione allo sfascio e da buttare, ma come un luogo ancora di qualità che presenta alcune problematiche e difficoltà, anche gravi, sulle quali è necessario intervenire per migliorare la condizione professionale dei docenti, perchè la buona scuola la fa il buon insegnante il quale deve essere messo in condizione di fare bene.
La prima sezione della ricerca permette di rilevare quali siano, secondo gli insegnanti, le principali difficoltà della professione docente e della scuola. Il 95% ritiene che siano la carenza di risorse investite nella scuola e la scarsa importanza sociale di cui godono i docenti. A seguire, sempre con percentuali sopra il 90%, il numero eccessivo di alunni per classe, il blocco degli scatti di anzianità, l'età troppo elevata per la pensione, gli stipendi troppo bassi, l'inadeguatezza delle strutture e il degrado degli ambienti, la situazione dei precari. Mentre sono in fondo alla classifica: la scarsa autonomia didattica, il conflitto con i dirigenti scolastici e le difficoltà nei rapporti con i colleghi (tabella pag. 8).
Per quanto riguarda la storica proposta della Gilda degli Insegnanti, quella della separazione del contratto nazionale di lavoro tra docenti e non docenti, con la costituzione di un'area separata della docenza, la SWG rileva che il 31% dei docenti dichiara di conoscerla. L'indagine ci dice che la percentuale di insegnanti che conosce questa proposta è ancora minoritaria, soprattutto nella scuola dell'infanzia e nella primaria e tra i colleghi più giovani. Solamente l'8%, poi, sa che è una proposta che solo la Gilda degli Insegnanti, tra tutte le Organizzazioni Sindacali, sostiene e persegue. Quando però si chiede ai docenti, una volta informati della proposta, se la condividono ben il 56% dei nostri colleghi vorrebbe l'area separata della docenza (tabella pag. 17). Tutto ciò significa che dobbiamo fare un ulteriore sforzo per informare i docenti della proposta e per illustrare come la separazione delle aree contrattuali sia la base imprescindibile per la valorizzazione della condizione docente sia sul piano economico che su quello professionale.
In merito alla scelta tra Scatti di anzianità e Fondo d'Istituto (FIS), che lo scorso anno ha visto la Gilda degli Insegnanti polemizzare duramente con la Cgil, l'indagine fa chiarezza senza ombra di dubbio sulla preferenza degli insegnanti: il 69% dei docenti sceglie lo scatto, mentre solo il 14% vorrebbe il FIS (tabella pag. 30).
Che il FIS piaccia a pochi docenti (ai pochi probabilmente che ne godono) è un dato che viene confermato anche da altre rilevazioni. Infatti la proposta di dividere a livello nazionale il FIS tra ata e docenti è condivisa dal 58% degli insegnanti (solo il 18% non la condivide) (tabella pag. 20). Allo stesso modo quella di retribuire i collaboratori scelti dai dirigenti scolastici con il fondi reperiti nel contratto nazionale di questi ultimi, invece che con il FIS, è condivisa dal 74% degli insegnanti (solo il 14% non la condivide) (tabella pag. 28).
L'ipotesi, che lo scorso anno era stata avanzata dal Governo e poi sconfitta dalle Organizzazioni Sindacali con la mobilitazione dei docenti, di aumentare l'orario di insegnamento è avversata dalla stragrande maggioranza degli insegnanti, ben il 91%, con la motivazione che ''l'orario professionale dei docenti è già a tempo pieno'' e che il suo aumento ''porterebbe ad un calo della qualità dell'insegnamento'' (tabella pag. 31). Confidiamo che questo ''comune sentire'' dei docenti dissuada la politica dall'intervenire sull'orario di insegnamento.
Anche sulla proposta fatta dalla Gilda degli Insegnanti per attenuare gli effetti della riforma delle pensioni (legge Fornero), cioè la possibilità di cumulare, nel corso degli ultimi 5 anni di servizio, part-time di insegnamento e metà pensione, la condivisione è ampia, soprattutto nella fascia d'età dai 55 anni in su e tra gli insegnanti di infanzia e primaria (tabella pag. 35).
Un altro tema molto discusso negli ultimi anni è quello della valutazione delle scuole, tema questo che divide i docenti. L'indagine rileva infatti che la maggioranza del 51% condivide il principio generale della valutazione delle scuole, mentre un consistente 37% non lo condivide (tabella pag. 23). Ma quello che i docenti hanno ben chiaro, e che è condiviso da ben il 78% degli insegnanti, è la consapevolezza che il sistema di valutazione delle scuole basato su test, che siano quelli dell'INVALSI o di altre agenzie, non è per nulla utile (tabella pag. 26).
L'ultima sezione dell'indagine è dedicata alla conoscenza del ''marchio'' Gilda degli Insegnanti tra i docenti e nelle scuole. I ricercatori della SWG hanno chiesto ai docenti italiani se conoscono la Gilda degli Insegnanti come l'Associazione sindacale della scuola: ben il 92% ha dichiarato di conoscere la nostra Associazione. Interessante è il confronto con le precedenti rilevazioni, in particolare con quella del 2008, dal quale si rileva che la conoscenza della Gilda degli Insegnanti è cresciuta del 14% negli ultimi 5 anni. Questo risultato è stato possibile grazie al quotidiano lavoro di tutti i nostri dirigenti e dei nostri iscritti che ogni giorno, estate compresa, vivono il loro impegno nella valorizzazione della professione docente (tabella pag. 41).
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