Luci e ombre, ma sono ancora interventi frammentari e privi di una visione di sistema
29 Settembre 2013 | di Fabrizio Reberschegg
Il decreto del 9 settembre 2013 emanato dal Consiglio dei Ministri rappresenta almeno il tentativo di inversione in merito ai finanziamenti del sistema di istruzione e formazione dopo anni di tagli indiscriminati. Si tratta di provvedimenti che interessano in particolare gli studenti e il cosiddetto welfare scolastico. Come era prevedibile manca qualsiasi accenno alle risorse economiche per il prossimo Contratto, per il pagamento degli scatti di anzianità, per la revisione della riforma pensionistica che sta penalizzando fortemente gli insegnanti, per la soluzione della situazione degli insegnanti inidonei.
E' positivo il fatto di tornare ad una programmazione delle assunzioni: sono previste 27mila immissioni in ruolo per i docenti di sostegno e un piano triennale che prevede l'assunzione di 69mila insegnanti che di fatto garantirebbe il normale turn over. Dal primo gennaio 2014 si dovrebbe attivare inoltre il processo di assunzione straordinario per il personale ATA.
Altri elementi positivi sono quelli relativi alla revisione della normativa sull'adozione dei libri di testo che consente ai docenti di adottare strumenti didattici alternativi introducendo la facoltatività nelle adozioni, la reintroduzione di un'ora un'ora in più di Geografia negli istituti tecnici e professionali al biennio nazionale, il riconoscimento alla gratuità per l'entrata ai musei per i docenti. Questi provvedimenti sono stati richiesti in più occasioni dalla Gilda degli Insegnanti.
Preoccupa invece la confusione che si sta determinando circa l'abolizione del bonus maturità poichè nasce dal riconoscimento che il MIUR non riesce a colmare e controllare le disparità di trattamento nella valutazione nella scuole. Ancora frammentari invece sono gli interventi concernenti il cosiddetto ''welfare dello studente''. Bene lo stanziamento di 100 milioni per le borse di studio per gli studenti universitari agganciate all'ISEE.
Meno bene i pochi soldi che arriveranno alle scuole per rafforzare l'orientamento e la lotta alla dispersione nella scuole secondaria di secondo grado. Insufficienti i finanziamenti per l'introduzione del wifi nelle scuole e poco chiari gli stanziamenti per l'edilizia scolastica.
Ancora pochi i finanziamenti per la formazione dei docenti che è ancora declinata sulle ''nuove tecnologie'' (e i corsi di inglese per i docenti della primaria, il CLIL, ecc.??).
Farà discutere la norma che prevede l'estensione del permesso di soggiorno a tutta la durata degli studi per gli studenti stranieri non tanto perchè sia un provvedimento sbagliato, ma per i riflessi sullo status dei genitori. Si sconta ancora l'incapacità politica di proporre una revisione seria della Bossi-Fini.
Appare pericolosamente insensata la norma che introduce l' aggiornamento obbligatorio in quelle scuole dove i risultati dei test Invalsi sono 'meno soddisfacenti', cioè inferiori alla media nazionale, i cui insegnanti si dovranno sottoporre a un programma di formazione obbligatoria per aumentare le conoscenze e le competenze degli alunni. Prima di tutto perchè l' aggiornamento è materia contrattuale da verificare con i sindacati che rappresentano i docenti e poi, soprattutto perchè, come la Gilda aveva sempre sottolineato criticamente, si affidano all' INVALSI, ente esterno, poteri assoluti di giudizio e di controllo sul rendimento scolastico.
Preoccupa infine l'inserimento per legge nelle attività funzionali all'insegnamento delle attività di orientamento nella scuola secondaria di secondo grado senza che siano previsti finanziamenti accessori e con una esplicitazione testuale molto ambigua che potrebbe essere utilizzata per incrementare gli oneri lavorativi dei docenti. Confidiamo che il testo sia modificato in sede di conversione o di decreti applicativi. In ogni caso si ratta di un decreto che segna un minimo di discontinuità rispetto ai governi precedenti.
Confidiamo nel futuro che ci sia maggiore attenzione per i docenti con particolare riferimento al loro status economico e sociale che è stato fortemente degradato negli ultimi vent'anni.
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