Il questionario sulla Scuola preannunciato dal Ministro Carrozza rientra in quel processo di rinuncia della Politica alle proprie prerogative
26 Gennaio 2014 | di Renza Bertuzzi
Fino a qualche decennio fa, per non tornare troppo indietro ai tempi di Aristotele, che pure aveva avuto qualcosa da dire in merito, esisteva la Politica. Cioè quella gestione della cosa pubblica che cercava di trasformare in atti concreti (Leggi) principi, ideali e visioni del mondo. Naturalmente, i principi spesso erano in contrasto ( per.es. c' era chi era voleva l' allargamento del diritto di voto e chi no; chi si operava per una distribuzione più giusta della ricchezza e chi per una concentrazione e così via con molti altri possibili esempi). Le differenze caratterizzavano compagini politiche che, sulla base di quelle visioni, si presentavano al voto e , una volta elette, cercavano di attuare le loro idee.
Quelle classi politiche presentavano i programmi, facevano delle scelte e se ne assumevano le responsabilità. Sapevano bene che i cittadini, la gente, erano non un tutto indistinto ma un insieme di persone con visioni diverse sul mondo e sulla società. Ogni gruppo si rivolgeva ad una parte della società. Quella era la Politica che non esiste più.
Oggi esiste il sondaggio, il mito della gente a cui chiedere consenso e a cui adeguarsi con l' illusione di riceverne il voto. In questa scia si colloca l' incredibile proposta della Ministra Carrozza di presentare un questionario sui problemi della scuola che così l' ha presentato in un' intervista a Repubblica:
Alle domande potranno rispondere tutti. ''Ci siamo messi al lavoro subito dopo Natale, in queste ore stiamo scegliendo i dieci temi cardine. Invieremo il questionario e chiunque, fino a maggio, potrà intervenire: risposte sul sito del ministero che resteranno anonime'', annuncia ancora il Ministro.
Già decisi i tempi di attuazione del progetto. ''A giugno renderemo pubblici i risultati, a settembre diremo quali indicazioni il ministero ha recepito''. ''I genitori vogliono che le scuole frequentate dai loro figli siano valutate secondo standard internazionali? E con le scuole, gli insegnanti? O ritengono la valutazione una violazione della privacy, un metodo poco significativo? E l'autonomia scolastica è un bene, un'opportunità, un disastro? Da ministro - afferma Carrozza - ho le mie idee, ma se non capisco quelle del paese non posso elaborare l'ultima riforma della riforma della riforma. Vorrei fare insieme agli italiani la grande e giusta riforma della scuola italiana''.
In sostanza, il futuro di una istituzione costituzionale viene progettato non sulla base della Costituzione stessa ma sulla base di volatili e umorali giudizi di non si sa chi. Non importa quali idee della società, quali conoscenze, quali logiche, quali rancori costoro abbiano. Non importa che sia impossibile cercare la visione del Paese, perchè nel Paese ci sono tante visioni, soprattutto sulla scuola. C'è chi la vuole statale, chi la vuole privata, chi magari non la vuole più e allora? Il politico Carrozza che dovrebbe rappresentare un' idea di Scuola, in armonia con la Costituzione, che farà? Quali umori volatili seguirà? Che dire di questa politica che si fa populismo e abdica alle proprie prerogative? Forse seguendo l' illusione della sopravvivenza sta firmando la propria condanna a morte.
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