Volontà comune è che nella scuola popolare l'azione dell'insegnante si liberi dalla tradizione scolastica e miri a far dell'alunno non l'uditore passivo, ma il collaboratore attivo della propria educazione
25 Marzo 2014 | di Piero Morpurgo
Il 1911 fu un anno del tutto particolare per la storia della Scuola e dell'Italia. Per la ricorrenza dei 50 anni della proclamazione dell' Unità d'Italia furono organizzate le Esposizioni Universali di Torino, Firenze e Roma. Nella Capitale è particolarmente attiva, sin dal 1902, l'Unione Femminile Nazionale che organizza attività di volontariato nella campagna romana (1) per la gestione di corsi domenicali di istruzione femminile soprattutto per l'iniziativa di Sibilla Aleramo, (2) nonchè di Anna e Angelo Celli, Giovanni Cena e Alessandro Marcucci che si ispiravano alla tradizione pedagogica di Leone Tolstoj. Le scuole necessariamente dovevano essere ambulanti e per questo Marcucci inventò la cattedra armadio trasportabile (3) che, una volta posizionata, consentiva di fare lezione all'aperto con: il pallottoliere, le carte geografiche, la lavagna.
La cattedra mobile ci porta verso un altro aspetto del ‘900: l'affermazione dei mobili a misura di bambino. Iniziò questa nuova produzione, alla fine dell' 800 la ditta Thonet cominciò a produrre sedie e mobilio ridotti in scala del 30% e riscosse particolare successo il seggiolone convertibile che diventava un girello (4). Anche in questo campo la rivoluzione fu apportata da Maria Montessori: ''Ho fatto fabbricare delle seggioline, alcune impagliate altre di legno, leggere, e possibilmente eleganti, che non fossero però una riproduzione piccola delle sedie dell'adulto, ma proporzionate alla forma infantile /.../ Fa parte dell'arredamento un lavabo molto basso in modo che il piano sia accessibile a un bambino di tre o quattro anni di età'' (5). E, sempre nel 1911, apparirà un'altra rivoluzione: quella di appassionare alla Storia le menti dei bambini. Anche in questo caso la scrittrice Laura Orvieto (6) nel comporre Le Storie della Storia del Mondo non adattò le ragioni degli adulti alla disciplina dei piccoli; bensì reinventò il dialogo storico con l'intento di stimolare sia la passione per la lettura (o per l'ascolto di un libro letto) sia il gusto di crescere ragionando sulla Storia sicchè al figlio Leo che le chiedeva di capire la storia scriveva: ''La storia del mondo è fatta di tante storie, e sono tutte belle. Ma non te le posso raccontare ora: sei troppo piccino. Te le dirò quando sarai più grande: quando avrai almeno sei anni'' (7). Confesso che mi appassionai alla Storia proprio perchè mia nonna mi regalò la prima delle Storie di Laura Orvieto. In quelle opere si presentava una storia di tutta l'umanità tutta volta all'educazione civile del cittadino e questo creò non pochi problemi con gli editori che avrebbero dovuto rispondere delle loro attività alla Congregazione dell'Indice (8). Sia Laura Orvieto sia Maria Montessori sostennero il programma di scuole ambulanti. Con il 1911 l'amministrazione Nathan decise di investire fondi cospicui in arte e cultura: 33.000 di fondi straordinari, mentre per gli edifici scolastici ne venivano stanziate 187.000 (corrispondenti a 1.270.630.746!) (9). Dal 1909 la Giunta Nathan si pronuncia contro ''l'insegnamento che posa solo sulle parole''. Volontà comune è che nella scuola popolare ''l'azione dell'insegnante si liberi dalla tradizione scolastica e miri a far dell'alunno non l'uditore passivo, ma il collaboratore attivo della propria educazione'' (10). Proprio nel 1911 comincia la collaborazione tra la Montessori e il Comune di Roma con un programma finalizzato ad estendere le Case dei Bambini e, nonostante una serratissima opposizione, il nuovo metodo fu approvato in Giunta con 42 voti contro 17. Sempre nel 1911 il Comitato delle Scuole di Roma votò di organizzare una esposizione didattico artistica a favore delle scuole, l'iniziativa sarà presieduta dall'ex presidente del consiglio Luigi Luzzati che aveva sostenuto la Legge 487/1911 per l'istruzione popolare nonchè si era impegnato a combattere lo sfruttamento del lavoro minorile (11). Per l'esposizione fu progettata da Duilio Cambellotti una capanna rurale in cui sarebbero stati accolti gli strumenti del lavoro manuale, i quadri di Giacomo Balla, le sculture di Cambellotti: un'aula estetica stimolante contrapposta all'aula fredda e spoglia. Le suggestioni dell'arte appoggiarono il rinnovamento della Scuola in una Roma che ospitava una grande mostra di quadri (12) nel nuovo edificio costruito nel 1911: la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Valle Giulia. Tra i pittori Ettore Tito autore de La maestrina. Ma, sempre nel 1911, il 29 settembre inizia l'invasione italiana della Libia che preannuncia la Grande Guerra.
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(1) Fotografie e biografie in http://www.icmaccarese.it/documenti/SCUOLE%20SCOMPARSE1.pdf
(2) http://www.treccani.it/enciclopedia/sibilla-aleramo/
(3) S. Puglia, Le scuole per i contadini dell'agro romano, G. Piantoni ed-, Roma 1911, Roma 1980, pp. 198-208.
(4) M. P. Maino, A misura di bambino. Cent'anni di mobili per l'infanzia in Italia (1870-1970), Bari 2003.
(5) M. Montessori, Il metodo della pedagogia scientifica applicato all'educazione infantile nelle Case dei Bambini, Città di Castello, 1909, p. 60.
(6) http://www.premiolauraorvieto.it/biografia-laura-orvieto.html
(7) L. Orvieto, Leo e Lia. Storia di due bimbi italiani con una governante inglese, Firenze 1909, p. 160.
(8) I libri inclusi nell'Indice (abolito solo nel 1966) non potevano essere letti o posseduti da cattolici, nè stampati da tipografi cattolici o venduti da librai cattolici, pena la scomunica: Indice dei libri proibiti riveduto e pubblicato per ordine di Sua Santità Pio Papa XI, Città del Vaticano 1929.
(9) http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/01/costo-vita.shtml?uuid=6d16b318-e62c-11dd-a3d8-7a6ccd8115a1DocRulesView%3DLibero#
(10) S. Cecchini, Il ruolo delle arti nella Roma di Ernesto Nathan, Roma 2006.
(11) L. Luzzatti, La libertà economica ed il lavoro dei fanciulli e delle donne nelle fabbriche, ''Giornale degli economisti'', 1 agosto 1875, p. 367.
(12) V. Pica, L'Arte Mondiale a Roma nel 1911, Bergamo 1913; https://archive.org/stream/lartemondialerom00pica#page/n7/mode/2up
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