Note per difendersi dalle false notizie. Roma – “Sala della Lupa” di Montecitorio 29 novembre 2016
17 Febbraio 2017 | di Massimo Quintiliani
Non è vero... ma ci credo, oltre a essere un aforisma attribuito a Benedetto Croce, è anche una commedia in tre atti del 1942, scritta da Peppino De Filippo. Dalla commedia fu tratto un film omonimo, nel 1952, con la regia di Sergio Grieco. Ora la presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini rivendica la pratica del debunking, inteso come l'atto del confutare un'affermazione o ipotesi. Infatti l’idea del Convegno nasce da quando l’On. Boldrini, sulla sua bacheca Facebook, aveva già deciso di pubblicare alcuni dei tanti nomi di chi, da tempo, la offende e pubblica notizie false sul suo conto. “Le bufale fanno male, influenzano l’opinione pubblica sulla sicurezza e condizionano la politica e, forse, gli stessi esiti elettorali. Si vuole delegittimare e ridicolizzare l’avversario, facendo pure attenzione ai profitti”, ha denunciato. Così alla Camera dei deputati è stata istituita una Commissione Internet; c’è il progetto di andare nelle scuole a formare ed informare studenti ed insegnanti su queste tematiche, svolgendo opera di sensibilizzazione. È stato predisposto un video dove giovani rispondono spontaneamente a domande come: dove vedi la notizia? Come t’informi? E, se lo fai, come verifichi la fondatezza? Condividi la notizia se un amico te la invia? La diffondi? Sai che girano bufale su Internet? Hai mai abboccato ad una di esse? Quali siti giudichi attendibili? Ancora una volta, quindi, è la scuola ad essere citata come fonte di formazione ed informazione primaria per importanza, rendendosi necessario creare un osservatorio che spaziando a 360° crei consapevolezza del problema, cultura dello scetticismo e sinergia di saperi.
Su “Il FattoQuotidiano.it” Daniele Rubatti riporta l’idea di Adam Mosseri, vice presidente del colosso informatico e responsabile del NewsFeed, il quale ha annunciato che sarà avviata una collaborazione con siti come Snopes, AbcNews e Factchek.org , i quali decideranno se contrassegnare la news come dubbie o meno. Oggi esistono diversi tipi di bufala, ed abbiamo purtroppo imparato a conoscerli tutti negli anni. Il riscontro va effettuato sulle Agenzie di stampa di riferimento oppure sui siti di debunking come quelli di seguito specificati in una sitografia che Rosita Rijtano di “laRepubblica.it” ha proposto come essere i più attendibili per difendersi dalle bufale e conoscerli potrebbe aiutare chi ha voglia di verificare le notizie, prima di condividerle.
www.Emergent.info Smontare leggende urbane e combattere la disinformazione: è il loro obiettivo. Secondo un nuovo studio condotto dal laboratorio di Computational social science dell'IMT di Lucca, però, il debunking non serve quasi a nulla. Anzi, sembra aggravare la situazione. Una delle più celebrate novità in tal senso si chiama Emergent. info. È il risultato di un lavoro svolto per il Tow Center for Digital Journalism della Columbia University da un giornalista specializzato nella verifica delle fonti: Craig Silverman. Si tratta di una web app, la sua particolarità è che combina sia un algoritmo sia il factchecking (verifica dei fatti) umano.
www.Snopes.com È il papà di tutti i siti di factchecking. Nato nel 1996 per smontare leggende urbane, è oggi uno dei database più completi sulle bufale che circolano in Rete e no. Tanto da venire considerato fonte attendibile anche dai media tradizionali. A gestirlo è una coppia californiana composta da Barbara e David Mikkelson i quali -guarda caso- si conobbero su un forum online.
www.BreakTheChain.org Le avete sicuramente ricevute anche voi: e-mail, sms, o messaggi su Facebook che vi annunciano chissà quale minaccia, ma che sono del tutto prive di fondamento. Sono in genere seguite da un invito a inoltrare l'avviso. Come danno fastidio ora a noi, così a John Ratliff che nel lontano 1999 fondò Break the chain, rompi la catena. Una pagina Facebook, che vi tiene informati sulle sciocchezze virali.
www.hoax-slayer.com Da un gruppo su Yahoo a un sito in piena regola nel 2003: è la storia di Hoax-Slayer creata da Brett Christensen. Un'altra realtà americana, ma ben organizzata: ci sono diverse categorie e la possibilità di iscriversi a una newsletter per le notizie veloci. Una particolarità è la sezione True Emails, che mantiene al corrente al riguardo dei rumors effettivamente veri. Anche se sono così particolari da sembrare falsi.
www.factchecking.it Gli strumenti più recenti, invece, fanno leva soprattutto sul crowdsourcing, cioè combinano le verifiche fatte da decine di utenti, per stabilire se l'informazione è vera oppure falsa. Come factchecking.it, la piattaforma messa a disposizione già nel 2012 dalla fondazione Ahref.
www.rbutr.com Funziona grazie a un plugin, vale a dire un programma non autonomo che interagisce con un altro programma per ampliarne o estenderne le funzionalità originarie; cioè scaricandolo sul proprio browser è possibile mettere a disposizione degli altri internauti, come oggigiorno vengono definiti i navigatori su Internet, tutte le conoscenze a nostra disposizione su un determinato contenuto.
www.citizenevidence.org Altri, invece, hanno messo in piedi un vero team di persone specializzate nello scoprire le frottole sul web. Citizen evidence lab, ad esempio, è il sito con cui Amnesty International aiuta giornalisti e non ad autenticare i video su YouTube.
www.attivissimo.net Paolo Attivissimo,il disinformatico, giornalista e "cacciatore" di bufale, si autodefinisce così, è un punto di riferimento nel panorama italiano. Da anni si occupa di smascherare le informazioni scorrette che circolano in Rete. E anche sui giornali.
www.butac.it Bufale un tanto al chilo: "Non schierati se non con la Scienza e la corretta informazione" sono gli autori di Bufale un tanto al chilo. "Il nostro", scrivono, "vuol esser un blog fatto con passione, la passione per l'informazione corretta, la passione per la verità".
www.bufale.net È un altro sito contro la disinformazione made in Italy. "Contiamo tra le 400 e le 500mila visite al mese, e più di mille articoli", aveva spiegato a “la Repubblica” Claudio Michelizza, uno dei cofondatori. Perché l'estinzione delle bufale è tutt'altro che vicina, anzi...
Segnaliamo il sito www.paroleostili.com con il Progetto Sociale - Comunicazioni: Trieste, 16/17 febbraio “Parole Ostili” contro la violenza 2.0 e il libro di Luca Sofri – “Notizie che non lo erano. Perché certe storie sono troppo belle per essere vere” .
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