C’ è un filo armonico che lega diversi contributi, di alto spessore, pubblicati in questo numero di Professione docente. Pagine da leggere, con calma e meditazione, non assecondando la corrente della fretta e del mutamento vorticoso.
30 Ottobre 2017 | di Renza Bertuzzi
C’ è un filo armonico che lega diversi contributi, di alto spessore, pubblicati in questo numero di Professione docente, ed è la critica decisa e convinta della infatuazione sciocca e quindi pericolosa per smarthone & C. , da utilizzare, addirittura, come strumento didattico. Parola e prospettiva di Ministra della Pubblica Istruzione. Con il piacere della condivisione e della percezione di non essere soli in questo deserto che si è votato all’ ossequio del mercato, ospitiamo i contributi di Giulio Ferroni, Smarthone a scuola: una subalternità alle invadenti proposte del mercato; di Roberto Casati, Francia: la narrazione del lifelong learning; l’ intervista con Frank Furedi, E’ necessario uno stile di insegnamento che non lusinghi gli studenti ma che ne alzi le aspettative.
C’ è il quadro della situazione contrattuale e del rinnovo delle RSU, a cura di Rino Di Meglio. Due pagine sintetiche che aggiornano i colleghi sullo stato dell’ arte del rinnovo contrattuale, ricordando la parte storica del percorso: da quanto si aspetta un nuovo contratto e cosa è stato fatto dalla Gilda per rompere l’ assedio del blocco e precisando altresì i punti essenziali su cui si fonda la piattaforma della Gilda per il rinnovo contrattuale. Quindi il rinnovo delle RSU, che scadono nel 2018: un appuntamento importante per confermare una rappresentanza che stia dalla parte dei docenti.
C’ è la panoramica, accurata come sempre, sulla possibilità di pensionamento anticipato (APE volontaria), Rosario Cutrupia, Pensione anticipata: è conveniente?
C’ è l’ appuntamento fisso con l’ analisi accurata delle scelte sulla scuola e sull’ istruzione, delle misure già operative (Gianluigi Dotti, Come non depotenziare il potenziamento; Ester Trevisan, Chiamata diretta: frana un pilastro della buona scuola); delle linee di tendenza (Fabrizio Reberschegg, I tempi della scuola: eliminare i compiti a casa, sollevare dalle responsabilità famiglie e allievi; Gianluigi Dotti, Le fake news del Ministero : un anno in meno di scuola per gli stessi contenuti; Sergio Torcinovich, Proposta insipiente).
Ci sono i resoconti di due Convegni della Gilda “Non ci arrendiamo: metteremo in campo tutti gli strumenti della critica e della democrazia per modificare i provvedimenti sbagliati”, aveva dichiarato il Coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, nell’ intervista a Ester Trevisan pubblicata nel numero scorso del giornale. Due occasioni in cui sono stati messi in campo gli strumenti della critica (Ester Trevisan, Resoconto del Convegno Dalla scuola della Costituzione alla buona scuola, passando per Don Milani) e della visione creativa della Gilda (Fabrizio Reberschegg, Riconoscimento della civetta d’ oro a Paolo Fresu).
C’ è il dibattito, lo scambio intellettuale, benvenuto nel giornale, palestra di discussione (Fabrizio Tonello, Senza riti di passaggio. L’ immaturità è di massa), che risponde al contributo di Piero Morpurgo del numero scorso.
Infine i tanti palcoscenici nel Teatro delle idee: Marco Morini, Non per la scuola, ma per la vita (lunga), su come l’ istruzione, formalizzata, aiuti a vivere di più; Massimo Quintiliani, Lavoro mirato, con regolare contratto, su un esperimento più serio dell’ alternanza scuola/lavoro; Piero Morpurgo, con la consueta puntata di Storia della scuola, Sogni e incubi degli anni ruggenti: il 1926; Sebastiano Leotta, Mengaldo o della chiarezza: un critico che non rinuncia a valutare.
Tutto qui. Pagine da leggere, con calma e meditazione, non assecondando la corrente della fretta e del mutamento vorticoso.
Renza Bertuzzi
Condividi questo articolo: