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Numero 1 - Gennaio 2018
Numero 1 Gennaio 2018

Concorso di ... colpa

FIT: Formazione, Inserimento, Tirocinio: a breve il primo bando


28 Dicembre 2017 | di Antonio Antonazzo

Concorso di ... colpa Si tratta di un concorso per titoli ed esami riservato esclusivamente a chi è già abilitato o, sebbene con riserva, a chi ha avviato un’azione legale per il riconoscimento dell’abilitazione ed è in attesa della sentenza di merito. Sin da subito la Gilda degli Insegnanti ha denunciato il fatto che il percorso FIT  non è adeguato a  ricondurre alla normalità una situazione diventata esplosiva a causa di soluzioni tampone proposte di volta in volta dal ministro di turno.
 
 Solo in seguito, probabilmente verso la fine dell’anno scolastico, verranno bandite le altre procedure concorsuali rivolte a chi non possiede l’abilitazione.
 
 
FIT: Formazione, Inserimento, Tirocinio.
In piena continuità con l’andamento degli ultimi decenni, eccoci di fronte all’ennesimo acronimo destinato a diventare un tormentone dei prossimi anni scolastici.
 
E’ da un po’ che se ne parla, ma ora siamo arrivati ai nastri di partenza e, a meno di colpi di scena dell’ultima ora, a breve uscirà il primo bando di concorso previsto da uno dei decreti delegati della legge 107.
 
Il Ministro Fedeli ha dichiarato più volte che intende rispettare la tempistica prevista dal decreto in questione e si è impegnata a bandire la procedura concorsuale riservata ai docenti abilitati entro la fine dell’anno solare.
 
Si tratta di un concorso per titoli ed esami riservato esclusivamente a chi è già abilitato o sebbene con riserva, a chi ha avviato un’azione legale per il riconoscimento dell’abilitazione ed è in attesa della sentenza di merito. Solo in seguito, probabilmente verso la fine dell’anno scolastico, verranno bandite le altre procedure concorsuali rivolte a chi non possiede l’abilitazione.
 
Il concorso viene bandito su base regionale e prevede una prova orale consistente nell’illustrazione di una lezione simulata con l’esplicazione delle metodologie didattiche e delle strategie di apprendimento seguite. Durante questa prova, la commissione esaminante dovrà valutare anche le competenze linguistiche ed informatiche dei candidati.
 
A questa prova orale, vengono assegnati 40 punti su cento, tre dei quali per la valutazione delle competenze linguistiche e tre per quelle informatiche.
 
Oltre a questi 40 punti, la commissione, avrà a disposizione altri 60 punti per la valutazione dei titoli culturali e professionali dei candidati. In realtà, il candidato potrebbe avere ben più di 60 punti di titoli, ma il bando prevede un limite massimo e l’eventuale surplus non verrà conteggiato.
 
Infatti, questi 60 punti, derivano da tre aree distinte, ognuna delle quali prevede un tetto massimo di 30 punti. La prima area riguarda il punteggio di abilitazione suddiviso in una parte fissa ( 15 punti ) esclusiva di chi ha sostenuto una prova abilitante selettiva e una parte variabile ( max 15 punti) legata al punteggio p di abilitazione dalla relazione ( p – 75)* 3/5.
Una seconda area è relativa ai titoli culturali diversi dall’abilitazione ( dottorato, pubblicazioni, altre abilitazioni, altre lauree, corsi di perfezionamento, superamento di concorsi ecc...) per i quali il candidato può accumulare fino a 30 punti.
Altri 30 punti, infine, saranno legati al servizio: 2 punti per i primi due anni e 5 punti per gli anni successivi per il servizio specifico sulla classe di concorso per la quale si concorre; punteggio dimezzato per il servizio aspecifico.
 
Si capisce quindi che solo chi ha un’abilitazione derivante da un TFA o da un precedente concorso abilitante potrà raggiungere i 30 punti collegati all’abilitazione. Chi ha fatto i PAS invece, potrà vedersi computati al massimo 15 punti, nel caso di un punteggio di abilitazione pari a 100/100. Potrà però rifarsi ( se ha anni di esperienza ) con il punteggio di servizio, anche se il meccanismo è tale che il servizio effettuato oltre il settimo anno, non potrà essere conteggiato.
 
Alla fine di questo percorso, verrà stilata una graduatoria sulla base della quale, in funzione dei posti liberi e disponibili degli organici dei prossimi anni, il docente verrà inserito direttamente al terzo anno FIT propedeutico alla stipula del contratto a tempo indeterminato vero e proprio.
 
Riassumendo, questa procedura concorsuale prevede la valutazione di una lezione simulata e il conteggio di titoli culturali e professionali per la stesura di una graduatoria regionale di candidati che hanno superato una procedura abilitante che prevedeva, tra varie altre prove, l’illustrazione di una lezione simulata e che sono inseriti in graduatorie di istituto ( II fascia ) stilate sulla base di titoli culturali e professionali....c’è da chiedersi se non sarebbe stato più opportuno e logico - non fosse che per questione di costi - procedere direttamente alla stesura della graduatoria regionale prevista da questo bando?...
 
Logica a parte, questa procedura ha il pregio di consentire l’ingresso stabile nel mondo della scuola di docenti che da anni operano nel mondo della scuola garantendone il regolare funzionamento in maniera molto più incisiva e concreta rispetto al famigerato piano straordinario di assunzioni previsto dalla “cosiddetta” buona scuola.
 
Questa volta infatti, si tratta per lo più di colleghi che lavorano su classi di concorso per le quali le GAE e le graduatorie di merito risultano vuote o con un numero minimo di docenti contrariamente al piano straordinario di assunzioni che, al di fuori di ogni realtà, ha si stabilizzato decine di migliaia di docenti, ma in maniera irrazionale e spesso schizofrenica con l’introduzione forzata dell’organico di potenziamento.
 
La logica vacilla ulteriormente se si ragiona a lungo termine. Tutti i dati confermano infatti che il corpo docente italiano è tra i più anziani dell’intero mondo occidentale e che nei prossimi anni sarà necessario a procedere un turn over di proporzioni gigantesche ( circa 150/200 mila pensionamenti previsti nei prossimi 5 anni ). Sarebbe opportuno quindi programmare questo passaggio generazionale in modo da renderlo il più funzionale, indolore e razionale possibile.
 
Al contrario, il percorso FIT, prevede a regime  una sorta di percorso ad ostacoli fatto di  24 crediti CFU da conseguire oltre al normale iter universitario, di procedure concorsuali lunghe e costose e di contratti da stagisti che, seppur non ancora quantificati, difficilmente avranno un riconoscimento economico sufficiente a vivere in maniera dignitosa ed autonoma.
 
Il fatto è che, a fronte di un’estrema facilità per l’inserimento nel mondo dell’insegnamento – basta presentare una domanda di inserimento in una graduatoria di istituto se non, in diverse province, una semplice richiesta di messa a disposizione – i vari meccanismi di stabilizzazione previsti dai vari Governi, sono sempre stati farraginosi e poco funzionali ad arginare il fenomeno di un precariato sempre più crescente, al punto che la Corte Europea è dovuta intervenire per sanzionare in maniera definitiva il comportamento illegittimo tenuto dallo Stato italiano nei confronti dei docenti precari.
 
Sin da subito la Gilda degli Insegnanti ha denunciato il fatto che il percorso FIT  non è adeguato a ricondurre alla normalità una situazione diventata esplosiva a causa di soluzioni tampone proposte di volta in volta dal ministro di turno.
 
Sarebbe molto più funzionale ed idoneo un serio piano di formazione iniziale e continua con un controllo selettivo al termine di un percorso snello e dai tempi certi in grado di consentire efficacemente il ricambio generazionale che la scuola italiana vivrà nei prossimi anni.
 


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Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
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Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
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Hanno collaborato a questo numero:
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Adolfo Scotto di Luzio, Fabrizio Tonello, Ester Trevisan