Viaggi&Cultura
03 Novembre 2020 | di Massimo Quintiliani
Con la sospensione dell’accesso gratuito ai musei e agli altri istituti e luoghi della cultura la prima domenica del mese, ordinanza emanata dal Ministero della Salute – e pubblicata lo scorso 26 settembre in Gazzetta Ufficiale – i Beni Culturali sono stati costretti a fermare un’iniziativa di grande successo di pubblico istituita nel 2014, che registrò immediatamente numeri da capogiro. Nei primi quattro anni gli introiti totali relativi a musei, circuiti museali, monumenti e aree archeologiche sono aumentati infatti di ben 8 milioni di euro. Le domeniche gratuite quindi non solo hanno avvicinato diverse tipologie di pubblico ai musei, ma hanno anche rimpinguato le casse delle stesse istituzioni, dato che è aumentata la percentuale dei visitatori paganti di circa il 40%. Adesso però il virus ha costretto il governo a bloccare l’iniziativa, data l’affluenza di pubblico che ogni mese si registra nei musei durante le domeniche a ingresso gratuito. Molte le iniziative e le organizzazioni dei siti d’interesse artistico per mantenere visitatori con visite guidate nel rispetto dei protocolli di protezione e del distanziamento sociale garantendo la sicurezza per tutti nell’attuale contesto sanitario. Portiamo l’esempio d’organizzazione emergenziale, anche se non italiano, di Villa Medici a Roma che ha limitato l’accesso solo a chi munito di biglietto (prenotato online o acquistato sul posto) organizzando le persone in gruppi con una guida turistica senza compresenza di altri gruppi e limitatamente nei soli giardini. Siamo a due passi da Piazza di Spagna, i giardini sono tra i più belli del mondo. A partire dal 1803, Villa Medici cambiò radicalmente la sua destinazione d’uso da palazzo privato, seconda residenza della famiglia Medici, divenne la sede di una Accademia. La Villa è territorio francese – fu acquistata da Napoleone – ed è sede dell’Accademia di Francia in Italia, Istituzione culturale fondata dal Re Sole con l’obiettivo di promuovere l’arte e gli artisti, che nel passato erano solo francesi. Oggi i borsisti provengono da tutto il mondo, per risiedervi e lavorare in ateliers a loro riservati. Villa Medici è certamente una delle ville più prestigiose di Roma, con un panorama unico nel suo genere e una storia secolare. Villa Medici si erge sulla collina del Pincio e si trova al di fuori del pomoerium (recinto sacro) della Roma antica, ma è inclusa all’interno delle mura Aureliane, costruite tra il 270 e il 273 d.C.. Nel luogo in cui sorge la Villa, alla fine del periodo repubblicano Lucio Lucinio Lucullo (115 – 57 a.C.), generale romano che fu il favorito di Silla, fece collocare i suoi giardini e tra il 66 e il 63 fece costruire una grande villa che doveva occupare l’intero sito, dalla via Salaria Vetus a Sud all’attuale passeggiata del Pincio a Nord. Qui, come riporta Plutarco, riceveva Cicerone e Pompeo. Valerio Asiatico, vi fece costruire durante il regno di Claudio un grande giardino terrazzato con un vasto ninfeo semi-circolare che dominava l’attuale area di Trinità dei Monti, a sua volta sovrastato da un tempio dedicato alla Fortuna.
Alla caduta dell’impero romano, il luogo fu abbandonato a causa della sua posizione troppo periferica. Conosciamo solo in parte la storia della collina del Pincio tra il VI e il XVI secolo. Nel 1576 Ferdinando de’ Medici cardinale di nobili origini fiorentine acquistò questa meravigliosa villa da un altro Cardinale toscano, Giovanni Ricci, per trasferirvi molte delle sue magnifiche collezioni d’arte. Ferdinando negli anni Ottanta del Cinquecento divenne Granduca di Toscana e riportò a Firenze gran parte della collezione.
Il Cardinale Ferdinando conferì alla costruzione le forme attuali con la magnifica decorazione della facciata posteriore opera del grande scultore e architetto toscano Bartolomeo Ammannati, ideatore della famosissima Fontana del Nettuno di Piazza della Signoria a Firenze. Ferdinando de’ Medici amante dell’antichità, concepì la Villa come un museo, vi dispose una galleria-antiquarium dove poteva esporre la sua collezione di opere antiche e fece inserire una serie di bassorilievi di epoca classica, nella facciata orientata verso il giardino. Anche il parco venne realizzato con effetto scenografico, sul modello dei giardini botanici creati a Pisa e Firenze: vi si potevano trovare diverse piante rare e molte preziose opere antiche. A sud, le rovine del Tempio della Fortuna vennero interrate per lasciare spazio a un belvedere, il Parnaso, dal quale si poteva godere la vista di gran parte della città di Roma e di quella che, al tempo, era la campagna circostante. La creazione dell’Accademia di Francia a Roma coincise con la politica dei grandi lavori pubblici intrapresa alla fine del XVII secolo da Luigi XIV, grazie alla quale furono trasformati il Louvre, le Tuileries e Versailles. Creata nel 1666 su impulso di Jean-Baptiste Colbert e Gian Lorenzo Bernini, l’Accademia accoglieva sia i vincitori del Prix de Rome, sia i borsisti protetti dai grandi nobili francesi.
Prima di trovare la sua collocazione definitiva a Villa Medici, l’Accademia di Francia a Roma ha avuto diverse sedi: dalla modesta abitazione vicino a Sant’Onofrio sul Gianicolo, fu trasferita a Palazzo Caffarelli (1673), poi a Palazzo Capranica (1684) e, infine, a Palazzo Mancini (1725), in via del Corso. In questo periodo l’Accademia di Francia accolse borsisti dai nomi illustri, quali Boucher, Subleyras, Fragonard, David, Robert e Houdon. Durante la Rivoluzione Francese la carica di direttore fu soppressa, Palazzo Mancini fu saccheggiato dai contro-rivoluzionari romani nel febbraio 1793. Alcuni borsisti fuggirono a Napoli e a Firenze. In seguito a questi avvenimenti l’Accademia di Francia a Roma venne soppressa, per essere poi nuovamente istituita nel 1795 dal Direttorio. Non restava che trovare un nuovo edificio che la ospitasse: il 18 maggio 1803, la Francia e la Corte d’Etruria decisero di scambiare Palazzo Mancini con Villa Medici. Le statue più preziose furono trasferite a Firenze e i Lorena, eredi del Granducato di Toscana, alla fine del ‘700, misero in vendita Villa Medici che al termine di lunghe trattative, fu definitivamente acquistata da Napoleone e permutata nel 1803 con Palazzo Mancini già sede accademica. Nel cambiare sede, l’Accademia di Francia a Roma modificò anche il suo statuto. Essendo passata sotto la tutela dall’Institut de France, il concorso d’ingresso, ossia il “Prix de Rome”, venne organizzato dall’Académie des Beaux Arts. Fu allora che i musicisti entrarono all’Accademia di Francia, con la creazione del “premio di composizione” nel 1803. Gli incisori si aggiunsero nel 1804, quando fu istituito il premio biennale per l’incisione a bulino, senza acquaforte, su lastra metallica, e quello quadriennale per l’incisione su medaglia e su pietra fine, nel 1807. Entrambe le discipline furono introdotte per celebrare le vittorie di Napoleone.
La visita guidata a Villa Medici prima del Covid19 cominciava nel sobrio e serioso androne da cui parte lo scalone centrale che porta al primo piano. Lungo la strada, in una nicchia, una grande statua del Re di Francia Luigi XIV vestito da imperatore romano ci ricorda che siamo in territorio francese. La visita guidata condotta da una guida specializzata in storia dell’arte appassiona con la scoperta di Villa Medici, un’ulteriore perla incastonata nell’incomparabile patrimonio storico e artistico della nostra splendida capitale.
https://www.villamedici.it/scoprire-e-visitare-la-villa/visite/
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