Roma, 12 novembre 2011: la Gilda co-protagonista a Monte Citorio in una involontaria quanto significativa manifestazione internazionale
20 Dicembre 2011 | di Teresa Del Prete
Quella di sabato 12 novembre a Roma doveva essere un'importante mobilitazione nazionale della Gilda. Per una singolare congiuntura di eventi si è trasformata invece in una involontaria quanto significativa manifestazione internazionale.
Con la sua massiccia presenza, a piazza Monte Citorio a Roma, il 12 novembre, mentre si consumava l'ultimo atto dell'era berlusconiana, la Gilda si guadagnava, infatti, una parte importante sulla scena dei media internazionali.
Il composto manifestare con lo sventolio delle bandiere gialle e l'inneggiare di slogan sulla decadenza della scuola pubblica italiana hanno attirato l'attenzione di giornalisti di varie parti del mondo accorsi a Roma per documentare l'agonia politica del leader più chiacchierato di questo primo decennio del XXI secolo.
Alle domande sul perchè del nostro scendere in piazza, la stampa di varie parti del mondo ha conosciuto la triste condizione in cui fa fatica a sopravvivere l'istruzione pubblica italiana.
Hanno rilasciato notizie a numerose testate estere, prima il nostro coordinatore nazionale, Rino di Meglio, e poi tanti nostri rappresentanti di diverse province italiane. Tutti hanno rappresentato la necessità di un'inversione di marcia che ridia centralità al mondo dell'istruzione, come lievito, custode e trasmettitore dell'identità culturale nazionale. E' stata esposta, a tale proposito, l'importanza di interventi radicali come quelli che sono le nostre specifiche rivendicazioni: creazione del Consiglio superiore della docenza e un'area contrattuale differenziata.
La numerosa affluenza di sostenitori provenienti dal nord e dal sud della penisola, la compostezza di tutta la manifestazione unite all'attenzione prestataci da professionisti dell'informazione nonchè da alcuni parlamentari avvicinatisi alla nostra postazione, ci fanno essere orgogliosi della nostra mobilitazione nazionale e certi di aver lanciato significativi ed accorati segnali d'allarme per rinvigorire la scuola italiana.
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