IN QUESTO NUMERO
Numero 6 - Giugno 2012
Numero 6 Giugno 2012

Un rinnovato vigore per uscire insieme dal tunnel

Tivoli, 25-27 maggio, Assemblea nazionale della Gilda degli insegnanti.
Il documento politico di Rino Di Meglio, confermato coordinatore nazionale


29 Maggio 2012 | di Rino Di Meglio

Un rinnovato vigore per uscire insieme dal tunnel La situazione generale
Dopo sessant'anni di costante crescita, sia pure con modesti intervalli di crisi, il nostro Paese vive, assieme a gran parte dell'Europa, una recessione drammatica sul piano economico ed una crisi altrettanto grave nei livelli istituzionali e politici, con un generale decadimento morale e culturale , per il quale non si intuiscono ancora vie di uscita.
Si tratta delle conseguenze di quel neo-liberismo che dalla fine degli anni '70 del secolo scorso ha iniziato una decisa manovra di attacco tesa a smantellare lo stato sociale e quel patto tra le classi che ha garantito in Europa sino ad ora pace e prosperità.
Tale patto si fonda sulla scelta che una serie di servizi di base devono essere, almeno parzialmente, sottratti alla sfera d' azione del capitalismo ed alle logiche di mercato, perchè troppo importanti e universali.
Sono quei servizi che garantiscono ''il diritto alla cittadinanza attiva'' e che sostanziano lo status di cittadino.
Mi riferisco al diritto di conseguire un certo livello di istruzione, di avere una assistenza sanitaria dignitosa indipendentemente dal proprio reddito, di avere varie forme di assistenza in caso di necessità, soprattutto per l'infanzia e la vecchiaia, di contare su aiuti economici per chi perde il lavoro per disoccupazione, malattia o invalidità.
Alcuni di tali servizi, come ad esempio la sanità e l'istruzione, sono molto appetiti dal capitale privato, poichè potrebbero essere fonte di lauti guadagni, a scapito però delle fasce sociali più deboli.
Fintanto che il Welfare state sopravvive, tali aree potenziali di profitto sono escluse dal mercato. In questa situazione di ostilità indiscriminata verso le conquiste sociali, congiuntamente alla recessione economica, il ruolo del sindacato è entrato in crisi.
Infatti, il sindacato tradizionalmente inteso si trova in una sostanziale impossibilità di migliorare le condizioni socio-economiche di chi lavora, e nel contempo assiste impotente all' abbassamento delle retribuzioni, all' aumento della precarietà, alla fiscalità insostenibile del lavoro dipendente, al tentativo di limitare i diritti individuali e collettivi.
Con questa congiuntura appare quanto mai sterile il ricorso all' inutile ritualismo dello sciopero che vede spesso una partecipazione esigua delle categorie, anche perchè sempre più impoverite.
In questo quadro, i risultati della giusta lotta per una retribuzione decorosa degli insegnanti ed i relativi miglioramenti contrattuali diventano di difficile conseguimento nel breve periodo.
Proprio per questo il ruolo della Gilda, che ha sperimentato da tempo forme di protesta alternative allo sciopero, le quali hanno raccolto grandi consensi nel mondo della scuola, diventa ancor più importante ed indispensabile.

La situazione della Gilda degli Insegnanti
La diversità della Gilda degli Insegnanti, rispetto ai sindacati tradizionali; il suo attaccamento al valore della professione docente; il saper rilanciare su grandi obiettivi, ha fatto sì che in tempi difficilissimi, nonostante i tagli numerici subiti dall'organico dei docenti, essa sia riuscita a crescere e consolidare la propria organizzazione.

La Gilda degli Insegnanti, storicamente, è sempre riuscita non solo a sopravvivere, ma addirittura ad uscire più forte da ognuna di queste sfide, semplicemente perchè la sua esistenza poggia sulla necessità degli Insegnanti di avere una propria rappresentanza specifica, non legata ai partiti politici, capace di manifestare in modo serio ed organizzato le reali esigenze della docenza.
Alla luce di questa situazione, la nostra diversità andrà perseguita con ancora maggior forza sui seguenti fondamentali obiettivi:
- conseguire l' area di contrattazione separata, strumento indispensabile per la valorizzazione professionale dei docenti e per migliorarne la loro condizione economica;
- affermare il ruolo centrale della docenza nella scuola, con uno stato giuridico costituzionalmente protetto;
- ottenere una presenza forte dei docenti nel governo della didattica nelle scuole ed una specifica rappresentanza nazionale, mediante l'istituzione del Consiglio Superiore della docenza;
- insistere nelle singole scuole per una chiara suddivisione tra la sfera dell'amministrazione e quella della didattica, promuovendo il ruolo del Collegio dei docenti e rivendicandone una presidenza elettiva;
- dimostrare all'opinione pubblica l'evidente fallimento dell' autonomia dirigistica, basata sul rafforzamento del potere dirigenziale, a scapito della vera autonomia che non può che essere che quella della cultura e della docenza;
- sviluppare la caratteristica della Gilda di essere un'associazione professionale con fini sindacali;
- favorire la diffusione di una lettura professionale delle scelte concernenti la scuola, mantenendo un approccio di tipo trasversale con le forze politiche che ci permetterà di interloquire in modo propositivo con tutte le forze intellettuali del paese.

Una seria battaglia contro l' ''aziendalismo scolastico'' può essere vinta perchè unisce l'interesse del Paese per una buona scuola e quello dei docenti per una professionalità di alto profilo e la crisi profonda che stiamo vivendo potrebbe essere un segnale di consapevolezza per intraprendere una inversione tendenza.

L'istituzione del Fondo d'Istituto, le RSU nelle Scuole, la privatizzazione del rapporto d'impiego sono figli della stessa logica ed hanno unito sullo stesso fronte gli interessi della dirigenza scolastica e del sindacalismo confederale. Da questa logica discendono la mortificazione e l'impiegatizzazione dei docenti. Bisogna essere consapevoli che la figura del docente risulterà colpita in modo probabilmente irreversibile se, in tempi rapidi non si riuscirà a cambiare le cose, puntando con decisione sull' inaccettabilità di questi principi:
La logica del FIS, rispetto all'esplicazione della docenza come attività ''libero-professionale''.
La logica della RSU, con il docente trasformato in sindacalista aziendale sia rispetto alla dignità della funzione, sia rispetto alla trasformazione del luogo di educazione,la Scuola, in luogo di micro-conflittualità sindacale.
La logica della privatizzazione del rapporto d'impiego del docente, perchè in conflitto con la funzione istituzionale del docente e perchè conduce direttamente all'aziendalismo.
L'alternativa è una sola: costruzione di uno stato giuridico del docente, area contrattuale separata, fuori dai comparti del pubblico impiego, indennità di funzione docente (utilizzando le attuali risorse del FIS) a compenso di tutte le attività aggiuntive connesse alla funzione che vanno svolte quale impegno deontologico e non parcellizzate e quantificate.

La rappresentatività sindacale
Le recenti elezioni RSU hanno mostrato ancora una volta l'assurdità di questo sistema, assolutamente privo di trasparenza, con regole scritte ed interpretate dagli stessi sindacati che concorrono nelle elezioni.
Dovremo batterci per modificare questo sistema, indegno di uno Stato di diritto.
La rappresentatività potrebbe essere misurata, oltre che sul dato associativo, semplicemente consentendo delle libere elezioni nelle quali ciascuno possa scegliere la lista sindacale che più risponda alle proprie idee.

La struttura
La Gilda degli Insegnanti non è mai stata un'organizzazione sindacale rappresentativa, essa, fin dal 1990, ha avuto accesso alla rappresentatività sindacale attraverso la Federazione GILDA-UNAMS, in origine alleanza di una costellazione (fino ad un massimo di una ventina) di piccoli sindacati.
Il simbolo che rappresenta l'organizzazione - il giullare e la civetta- simboleggiano la fantasia e la saggezza, vero DNA della nostra organizzazione.
Un sano pragmatismo, quello del nostro fondatore, ha consentito di superare gli innumerevoli tentativi di farci uscire dal novero delle organizzazioni rappresentative, ma la nostra capacità di rigenerarci in forme nuove ci ha consentito di uscire da ogni sfida mortale più forti di prima e con una organizzazione superiore alla precedente.
La FGU, nata come una monarchia duale, fondata sul reciproco diritto di veto, è oggi una solida organizzazione rappresentativa, basata sulla democrazia interna, e governata dalla Gilda degli Insegnanti, struttura interna della FGU che, detenendo il 70% degli iscritti, sostanzialmente la governa in base alle leggi della democrazia e della correttezza.
Nel 2008 ha avuto luogo, con la modifica dell'articolo 19 del CCNQ 7/8/98, che ha imposto l' unificazione dei soggetti sindacali pre-esistenti in uno solo, l'ultimo tentativo di annientarci sul piano sindacale.

Non vogliamo ripetere la storia di quei momenti, nè ricordare il terribile travaglio interno che ha preceduto l'unificazione delle deleghe dei soci e della quota associativa, esaminiamo solo le cifre:
Anno 2006: 18 organizzazioni sindacali compongono, la FGU, non esiste una politica comune, gli associati sono in tutto 38.000.
Anno 2012:la FGU è un soggetto unitario, articolato in 7 strutture autonome, con un'unica politica sindacale, 50.000 iscritti dei quali oltre 34.000 hanno scelto la Gilda.

Il cammino intrapreso va continuato: pur nel rispetto degli impegni assunti, il numero delle strutture andrà ridotto al massimo, per evitare la generazione di possibili conflitti ed una concorrenza interna, negli stessi territori e nelle stesse categorie.
Le cifre di ciò che è stato fatto in questi quattro anni, con impegno, ma senza traumi, ci dicono che perseverando ed unendo la forza della ragione a quella dei numeri nei prossimi quattro anni potremo raggiungere l'obiettivo di identificare sempre di piùla Federazione alla nostra Gilda, anche apportando quelle modifiche statutarie che riterremo necessarie.
Così, ci aspetta un rinnovato vigore per perseguire quegli obiettivi che hanno sempre contraddistinto la Gilda degli Insegnanti; per continuare quell' azione di convincimento nei confronti dell' opinione pubblica; per utilizzare a scopi propositivi questa brutta e pericolosa crisi. Possiamo uscire dal tunnel tutti insieme, guardando avanti ad un nuovo modello di società che sappia innovarsi, conservando quei traguardi di civiltà che hanno portato benessere e crescita sociale, nei quali l' istruzione di alto livello, opera di docenti responsabili, preparati, consapevoli del proprio ruolo, è il perno più importante.


ALLEGATI


Condividi questo articolo:

Numero 6 - Giugno 2012
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
Comitato di Redazione:
Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Francesco Lovascio, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Gina Spadaccino.
Hanno collaborato a questo numero:
Paolo Petrocelli, Raffaele Salomone Megna