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Numero 6 - Giugno 2012
Numero 6 Giugno 2012

Concertazione e recessione ….Sconcertante!

Ecco come i conti in tasca ai docenti non tornano. Da precario a docente di ruolo, 25 anni di carriera per guadagnare 165 euro al mese...in meno


29 Maggio 2012 | di Raffaele Salomone Megna

Concertazione e recessione ….Sconcertante! L'Italia è in recessione tecnica, visto che per il secondo trimestre consecutivo il PIL risulta in calo congiunturale.
L'Istat, infatti, ha registrato per il quarto trimestre 2011 un calo dello 0,7% , mentre nel terzo aveva segnato un ribasso dello 0,2%. Stiamo in trepidazione per il risultato di aprile (ma è chiaro a tutti che non sarà affatto buono).
Secondo la dottrina macroeconomica, si ha recessione tecnica quando la riduzione del prodotto interno lordo ''PIL'' non duri più di due trimestri consecutivi, altrimenti si è in recessione.
Anzi possiamo dire che nonostante gli annunci del prof. Monti siamo in recessione vera e propria, di tipo congiunturale.
Ma quanto detto dall'ISTAT e dalla Banca d'Italia gli italiani lo sapevano già. Lo stanno provando sulla propria pelle.
Sempre secondo la dottrina macroeconomica di peggio, ci resta ormai solo la ''depressione'' ovverossia assistere ad un crollo dell'intera economia (crollo del PIL, della produzione, del consumo, dell'esportazione, dell'importazione ecc.).
E' un accadimento naturale quanto stiamo subendo? No.
E' forse dovuto ad avverse congiunzioni astrali? Neppure.
E' uno dei periodi di crisi che ciclicamente colpiscono i sistemi capitalistici? Nemmeno.
Quanto sta avvenendo in Europa in generale ed in particolare nella zona periferica dell'euro, chiamata tanto amorevolmente dalla stampa economica anglosassone P.I.I.G.S. (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna), è conseguente a scelte operate e poste in essere a diversi livelli nazionali ed internazionali da governanti, gran commissis, lobby economiche ed industriali.
Con riferimento all'acronimo di cui sopra lo scrivente avrebbe preferito G.I.P.S.I. Voi che ne dite?
Ma ritorniamo alle italiche vicende.
E' tutta colpa del governo presieduto da Monti?
Non solo, anche se i provvedimenti varati da questo Governo stanno impoverendo la maggior parte degli italiani e quindi deprimendo ulteriormente la domanda interna.
Il premier Monti ci dice che tali sacrifici sono necessari per non finire come la Grecia. A questo punto siamo arrivati alla boutade, perchè già stiamo messi come la Grecia.
Il Fondo Monetario Internazionale prevede che l'Italia non raggiungerà il pareggio di bilancio per il prossimo anno e che ci sarà ancora recessione.
A fronte di un progresso per l'economia mondiale del 3,5% nel 2012 e del 4,1% nel 2013, e per l'area Euro rispettivamente una flessione dello 0,3% per il 2012 ed un aumento dello 0,9% per il 2013, per l'Italia prevede una riduzione del PIL compresa tra l'1,9% ed il 2,2% ed avrà anche per gran parte del 2013 un PIL negativo.
Cosa farà Mario Monti? Presto detto.
Nuovi tagli al welfare (solo che ora si chiamano spending review: è più elegante, ma è la stessa cosa, un po' come il beauty contest con cui Berlusconi si è assegnato gratis le frequenze video); imposizione di nuovi sacrifici ai dipendenti pubblici in generale ed a quelli della scuola in particolare.
Ma noi stiamo dando ed abbiamo già dato, di più significherebbe toglierci anche il sangue.
E poichè le chiacchiere contano poco lo dimostrerò con i fatti.
Vi parlerò della triste storia di Carmine De Carmine (in ricordo del personaggio magistralmente interpretato da Renato Rascel nel film di Alberto Lattuada ''Il Cappotto'').
Orbene Carmine De Carmine nel lontano 1989 era un docente precario. Come si può desumere dalla busta paga dell'epoca, percepiva la somma al netto delle imposte di lire 2.037.060 (ahh.... le vecchie lire ....). Il De Carmine, da autolesionista compulsivo, scelse quella professione vincendo il concorso a cattedra ed entrò nei ruoli. Oggi, con venticinque anni anzianità (gradone stipendiale 21), percepisce uno stipendio netto di circa € 1.850. L' importo varia quasi ogni mese, purtroppo al ribasso, a causa del conguaglio fiscale di turno o di una nuova addizionale comunale, regionale (ma questi sono gli evidenti benefici del federalismo fiscale).
Ma vediamo se i conti tornano. L' ISTAT ci dice che per adeguare in termini di valore reale l'importo del 1989 bisogna moltiplicarlo per un coefficiente di 1,915.
Quindi all'importo del 1989 ora corrisponderebbero 3.900.970 pari a € 2.015!
In termine di valore reale lo sfigatissimo Carmine addirittura percepisce quasi 165 € in meno di quando era precario, pur avendo venticinque anni di anzianità in più ed essere diventato di ruolo!
Ma come è stato possibile? Dove sono andati a finire gli aumenti contrattuali, gli scatti etc.?
Sono semplicemente scomparsi grazie al meccanismo della concertazione.
Nel 23/07/1993 i sindacati Confederali, il Governo e la Confindustria sottoscrissero il ''Protocollo sule nuove relazioni sindacali''. In esso furono dette alcune cose importantissime.
La prima che i contratti sarebbero stati stipulati a partire dagli obiettivi comuni sui tassi di inflazione programmata e che il Governo e le parti sociali avrebbero individuato i comportamenti da assumere per conseguire i risultati previsti.
La seconda che nascevano le RSU. Un vero e proprio pactum sceleris.
Il risultato? Questo: lento e costante impoverimento della classe media impiegatizia, diminuzione della domanda interna, arricchimento di pochi.
Il povero Carmine De Carmine ormai è molto vicino ai livelli di vita della piccola burocrazia zarista.
Ma il tempo, come sempre, è stato galantuomo.
La concertazione per noi Docenti, dipendenti pubblici contrattualizzati è stata una iattura.
Ha prodotto effetti abnormi, a dir poco sconcertanti come quello che vi ho riportato.
Quando i sodali dei Governi che si sono succeduti, i Sindacati Confederali, nessuno escluso, si sperticavano in lodi sulla concertazione, noi della Gilda sostenevamo a buon diritto che tale metodo era alla lunga pericoloso. Infatti lo è stato.
I Governi succedutisi dopo la sottoscrizione di quel Protocollo del ‘93 per contenere gli effetti dell'inflazione, che normalmente avrebbe diminuito il potere di acquisto di tutti gli italiani, surrettiziamente li hanno scaricati solo ed esclusivamente su alcune categorie di lavoratori grazie al meccanismo dell'inflazione programmata di gran lungi inferiore a quella reale.
Questa è una verità inconfutabile. Sono i fatti che lo dicono.
Potremmo sentirci gratificati per avere visto giusto, se non ci fosse la triste realtà che Carmine De Carmine è purtroppo l'autore di questo articolo.


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Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
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Hanno collaborato a questo numero:
Paolo Petrocelli, Raffaele Salomone Megna