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Numero 8 - Ottobre 2012
Numero 8 Ottobre 2012

La scuola familiare: un fenomeno non più solo americano

Anche in Italia,in questi ultimi anni, il fenomeno della homeschooling, seppure molto lontano dai numeri del mondo anglosassone, trova famiglie e associazioni che ne promuovono la diffusione


30 Settembre 2012 | di Gianluigi Dotti

La scuola familiare: un fenomeno non più solo americano La scuola familiare (in inglese homeschooling)[1]è un fenomeno tradizionalmente diffuso nel mondo dell'istruzione anglosassone: Regno Unito, Stati Uniti d'America, Canada, Australia nei quali è regolato da una normativa specifica, che ha consentito, negli ultimi decenni, la sua diffusione e l'organizzazione delle strutture di supporto alle famiglie che decidono di adottarlo. Nonostante le difficoltà nella raccolta dei dati, soprattutto là dove sono carenti i controlli dello Stato sulla scolarizzazione e dove non c'è il valore legale del titolo di studio, il fenomeno si mostra significativo nei numeri e presenta un trend di forte crescita.

Paula Rothermel, della Durham University (Inghilterra), in una sua ricerca del 2002 stimava che mentre nel 1970 solo poche decine di famiglie si affidavano all'educazione familiare all'inizio del nuovo millennio ben50.000famiglie nel Regno Unito,per un numero complessivo di circa 150.000 studenti,che corrisponde all'1% circa della popolazione tra i 5 e i 16 anni, avevano scelto la homeschooling.La stessa ricercatrice ipotizzava che, a tassi di crescita invariati, il fenomeno avrebbe raggiunto il 3% entro il decennio successivo.[2]


Il National Home Education Research Institute (NHERI), istituto statunitense, con sede a Salem in Oregon, specializzato nelle ricerche e nel fornire supporto alla scuola familiare, sostiene che 1.300.000 giovani americani nel 2000 venivano educati a casa. Lo stesso istituto calcola che oggi negli USA siano già 2.000.000,circa il 5%della popolazione in età scolare, gli studenti che scelgono la homschooling.[3]


Le norme sulla scuola familiare sono diverse da stato a stato e, secondo i ricercatori, in Europa, le più liberali sono quelle inglesi,dove vige il principio che l'istruzione è obbligatoria, ma non lo è la scuola (Educationiscompulsorybutschoolisnot)[4] e dove coloro che vi insegnano non sono tenuti a possedere titoli e qualifiche di insegnante o a seguire un curriculum nazionale. Ci sono all'opposto nazioni, come la Germania,nelle quali la scuola familiare è invece illegale.

Le ragioni che spingono le famiglie e gli studenti a scegliere la homeschooling sono individuate dai ricercatori in due grandi categorie: chi ritira i propri figli da scuola per problemi specifici (contesto geografico, bullismo, questioni religiose, scarso rendimento scolastico, contrarietà ai test ...) e chi non li manda per principio (contrari all'educazione istituzionalizzata, l'aula è vista come un ambiente di apprendimento innaturale, mancanza di innovazione ...).I ricercatori concordano sul fatto che la motivazione che unisce tutti coloro che scelgono la homeschooling ''è l'insoddisfazione per ciò che la scuola tradizionale offre e la convinzione che si possa fare di meglio''.[5]
I dati raccolti dalla Rothermel indicano che tra le famiglie che nel Regno Unito utilizzano la scuola familiare un genitore su sei è un lavoratore non qualificato o manuale, circa la metà sono laureati e uno su quattro è un insegnante.

L'articolazione, le modalità e gli strumenti che vengono utilizzati nella scuola familiare sono i più vari e dipendono anche dalla legislazione dei singoli stati, si va dalla classica educazione gestita dai genitori, anche in modo cooperativo, a quella con affiancamento di tutor, dalle libere scuole democratiche fino a forme di educazione complementare in circostanze specifiche (esempio parte nella scuola tradizionale parte in homeschooling).
Per quanto riguarda i risultati, i sostenitori della scuola familiare affermano che nei test nazionali di alfabetizzazione gli studenti homeschooling abbiano risultati migliori degli studenti scolarizzati (mancano però i dati per i test universitari). La ricerca della Rothermel ha documentato che i bambini istruiti in casa hanno un rendimento di circa il 16% sopra la media nei test di alfabetizzazione nazionali.
Per quanto riguarda l'aspetto finanziario, il rapporto di John Wenders e Andrea Clements 'Homeschooling in Nevada: l'impatto sul bilancio', sostiene che la diffusione della scuola familiare fa risparmiare ai contribuenti del Nevada(USA) una cifra tra i 24,3 milioni e i 34,6 milioni dollari l'anno, dato che uno studente homeschooling costa circa 500/600 dollari mentre uno scolarizzato ne costa 9.000/10.000 all'anno.
Molte sono le critiche e le obiezioni alla scuola familiare nel mondo anglosassone. Una criticità rilevata da più parti è quella relativa ai risultati dei test che costituirebbero un base di confronto scientificamente discutibile non essendo obbligatori in tutti gli stati. In ogni caso è documentata una differenza di risultati tra i test di lettura e comprensione (dove sono migliori gli studenti homeschooling) e quelli di matematica (migliori per gli studenti scolarizzarti).
La NEA (The National Education Association), organizzazione sindacale e professionale degli insegnanti americani, mette in guardia dai rischi della homeschooling, tra i più significativi segnala: mancato raggiungimento degli standard di qualità dell'istruzione, mancanza di una socializzazione tra pari età, tra etnie e tendenze religiose diverse, sviluppo di un potenziale estremismo sociale e/o religioso, negazione di opportunità di sviluppo sociale, potenziale sviluppo di società parallele che non presentano standard di cittadinanza adeguati.
Il prof. Robert Reich, dell'Università di Stanford, scrive in ''The Civic Perils of Homeschooling'' (2002) che il rischio per i giovani educati a casa potrebbe essere quello di essere educati ad un solo punto di vista, quello dei genitori.
La contrarietà della popolazione degli USA alla scuola familiare è stata monitorata dalla Gallup e mentre nel 1985 il 73% non apprezzava la homeschooling nel 2001 si era ridotta al 54%.

Anche in Italia, in questi ultimi anni, il fenomeno della homeschooling, seppure molto lontano dai numeri del mondo anglosassone, trova famiglie e associazioni che ne promuovono la diffusione. La scuola familiare in Italia è ''prevista dalla legge e dalla costituzione'' ed è definita come ''la gestione autonoma da parte dei genitori dell'istruzione dei propri figli, in armonia sia con i propri specifici valori etici e culturali sia con le specifiche sensibilità e inclinazioni dei bambini.''[6]
La normativa fa riferimento al D.lgs. n. 76/2005che norma il ricorso alla scuola familiare per assolvere all'obbligo scolastico, ponendo come condizione che i genitori, ogni anno, devono dimostrare di avere la capacità tecnica e economica per realizzarla. Anche in Italia le critiche a questo fenomeno provengono da associazioni e enti che promuovono la scuola pubblica, in particolare sottolineano l'utilità per il giovane di confrontarsi con i propri pari età nelle diverse fasi della crescita e la necessità di acquisire i principi e i valori di cittadinanza dei curricoli nazionali.

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[1] Per homeschooling si intende genericamente quel sistema d'istruzione che comporta ''l'educazione dei figli a casa, in genere da parte dei genitori, ma a volte da parte di tutor, piuttosto che in altri contesti formali della scuola pubblica o privata''. Alla homeschooling è legata la ''unschooling'', letteralmente ''Non scolarizzazione'': un insieme di filosofie, metodi e pratiche che non riconoscono il curriculum scolastico tradizionale, ma organizzano l'educazione dei giovani direttamente sulle esperienze di vita naturali: giochi, vita domestica, lavoro, socialità. Per un'ampia panoramica sui materiali si veda ''A to Z Home's Cool Homeschooling''http://homeschooling.gomilpitas.com/weblinks/research.htm
[2] Si veda il sito http://www.bullyonline.org/schoolbully/hometuit.htm - Altre informazioni in http://www.tes.co.uk/article.aspx?storycode=383838
[3] La tabella, riferita agli USA, è pubblicata sul sito: http://www.intellectualtakeout.org/library/chart-graph/homeschool-population-growth-1983-2000 - Il sito NHERI èhttp://www.nheri.org/- Oltre all'ampia sitografia che si trova in internet si può vedere: In Place of Schools (AMS Educational) e John Adcock, Teaching Tomorrow (Educational Now Publishing)
[4] La Corte suprema del Regno Unito nel 1981 definisce una formazione adeguata (''suitableeducation'') quella che prepara I giovani alla vita in una moderna società civile (''prepareschildren for life in a moderncivilised society'').
[5]Si veda il sito http://www.tes.co.uk/article.aspx?storycode=383838
[6] In Italia dal 2002 esiste una Rete Italiana Scuola Familiarehttp://www.educaresano.net/?page_id=77che si propone di supportare le famiglie che scelgono la homeschooling.Un altro sito dedicato alla homescholling èhttp://www.informagiovani-italia.com/scuola_familiare_homeschooling.htm


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Numero 8 - Ottobre 2012
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
Comitato di Redazione:
Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Gina Spadaccino.
Hanno collaborato a questo numero:
Maurizio Berni, Gigi Monello, Renata Mosca, Giorgio Quaggiotto, Valerio Vagnoli.