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Numero 8 - Ottobre 2012
Numero 8 Ottobre 2012

Tagliamo il vaniloquio sulla scuola, togliamo subito i tagli all段struzione

Nella formazione del bambino diceva Maria Montessori conta l'esempio mentre in questi documenti si offrono un'infinità di buoni propositi privi di esempi


30 Settembre 2012 | di Piero Morpurgo

Tagliamo il vaniloquio sulla scuola, togliamo subito i tagli all段struzione La lettura delle indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia e per la scuola elementare[1] sollecita dubbi notevoli sia per quel che riguarda il metodo sia per quel che concerne la prospettiva didattica messa in pratica. In primo luogo manca del tutto una prospettiva storiografica nonchè un riferimento alla pedagogia del ‘900[2] e, quando vi si accenna questa è del tutto errata così come fuorviante era quella del 2007 che era sostanzialmente identica[3]. Appare del tutto fuori luogo affermare che ''in un tempo molto breve abbiamo vissuto il cambiamento da una società relativamente stabile a una società caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità''. Da un punto di vista storico è semmai vero il contrario: dal 1815 al 1948 l'Europa e l'Italia sono state stravolte da guerre devastanti e da continui mutamenti istituzionali (e andrebbe anche tenuto conto della Spagna franchista, del 1956 in Ungheria, della fine del totalitarismo sovietico nel 1989, della strategia della tensione in Italia durata almeno fino al 1978). Sembra del tutto dimenticata la faticosa storia dell'istruzione in Italia testimoniata dall'azione di don Milani o dal riscatto del pastore Gavino Ledda che si laureò in glottologia nel 1969. Nulla si dice sulle difficoltà di un'infanzia spesso costretta all'emigrazione, al lavoro minorile, alla criminalità[4]. Ignorato il rapporto del 2011 sulle capacità di lettura degli studenti europei[5] .Queste lacune rendono il documento molto astratto e ben lontano dalla realtà quotidiana che tutti noi viviamo nelle scuole. Del tutto assente la riflessione sul declino della lingua italiana[6] più volte denunciato sia da Serianni (anche nelle rilevazioni INVALSI) sia dalla Mastrocola[7], parole condivise anche dal sottosegretario Rossi Doria che ora, evidentemente, le ha dimenticate[8] La mancanza di sia pure una sola nota su quanto sia aspro il processo di espansione dei livelli di alfabetismo e di istruzione può far intender che la costruzione di una scuola di qualità sia qualcosa di troppo semplice e che il processo di apprendimento e di insegnamento non comporti impegno e talora fatica. Benchè appaiano del tutto validi i richiami alla Costituzione e al senso di cittadinanza -peraltro già presenti nel documento del 2007- il legame con la realtà quotidiana è molto evanescente anche quando si parla di integrazione con gli allievi stranieri che spesso vengono accolti con grande passione in scuole che non hanno interpreti e i minimi sussidi per colloquiare con un giovane ‘spaesato' e privo anche di un dizionario che la scuola non può acquistare. C'è un'unica nota nuova, al tempo stesso vera e drammatica ed è l'affermazione per cui si riscontra che''vi è un'attenuazione della capacità adulta di presidio delle regole e del senso del limite''. Una frase così tragica è resa ancor più triste in quanto non è accompagnata nè da progetti nè da intenti: gli insegnanti fronteggino da soli la deriva della famiglia italiana. Eppure in Cari genitori[9] di Franco Panizon si invitava a riflettere sui rischi di un vivere poco meditato che inevitabilmente si apre all'individualismo e all'edonismo e di qui alla violenza. Al centro di queste riflessioni c'è l'azione dei genitori, del medico, degli insegnanti affinchè offrano ai piccoli un benessere intelligente. Già Vittorino Andreoli aveva scritto che 'la scuola non deve porsi come gara per sopraffare gli altri. Importante è stare con gli altri e frequentare un luogo per imparare divertendosi', conquistarsi così la propria felicità che è l'esser consci dei limiti. E Panizon, ricordando una frase che gli disse lo psichiatra Basaglia: 'Vedi, hai soltanto da decidere da che parte stai: se dalla parte del malato o dall'altra parte', invita a stare dalla parte dei bambini, ed è per questo che nel mestiere di medici e insegnanti occorre servire, non comandare; sostenere, non prescrivere. Era il 1998, sono passati quattordici anni e la Scuola italiana ancora non agisce, non interviene, non educa, non istruisce, non forma quel tassello essenziale del processo di apprendimento che è dato dal rapporto tra genitori e figli. Eppure Maria Montessori, nel 1936, aveva sottolineato come senza le cure e le attenzioni dei genitori il lavoro a scuola, per quanto ben svolto, diventi contraddittorio e scateni il conflitto tra bambino rimproverato e/o vezzeggiato a casa ed educato a scuola[10]. La mancata presenza della famiglia si configura come una vera e propria violenza perchè come dice Vittorino Andreoli, ''la violenza in cui la maggior parte dei bambini oggi si trova immersa è la violenza dei genitori assenti e quella dei genitori troppo presenti''. Si tratta di quei genitori che, nonostante le ristrettezze economiche, sembrano preoccuparsi soprattutto della rispondenza tra desideri materiali dei figli e soddisfazione degli stessi, in una tendenza all'accumulo di oggetti e di beni con i quali riempire lo spazio fisico e mentale dei bambini e degli adolescenti con il risultato di sovraccaricarli di ansie, di tormenti e di una serie di bisogni, quelli veri, che rimangono insoddisfatti[11].

Il documento del 2012 invero presenta un'ulteriore novità: i traguardi di apprendimento sono diventati prescrittivi. Potrebbe essere un ritorno ai programmi? Questo è quel che avviene oggi in Spagna[12] che il 15 settembre ha manifestato in massa contro i tagli alla qualità educativa[13]. In Italia regna l'incertezza dei governi e manca l'unità sindacale. Il nuovo ricalca il vecchio: i documenti MIUR del 2007 e del 2012 sono quasi identici: da un lato si diceva che nella scuola dell'infanzia il bambino ''riflette sulla lingua, confronta lingue diverse'' ora si afferma che l'allievo ''ragiona sulla lingua, scopre lingue diverse''. Non si percepisce chiarezza di percorsi e tantomeno appare la volontà di spiegare intendimenti e propositi così come avviene in Francia[14]. Insomma tra prospettive storiche ambigue quali quella per cui ''le popolazioni abbiano sempre comunicato fra loro'' (le guerre, le persecuzioni, le schiavitù sono scomparse) e affermazioni di grandi principi che prospettano già nel primo ciclo d'istruzione una variegato intrecciarsi di discipline (dalla genetica alla filologia, alla storia, alla matematica alla tecnologia digitale) si elude la realtà. In sostanza ci si illude. Perchè i ''traguardi'' indicati non ci dicono che in primo luogo i bambini e i ragazzi debbono saper leggere, scrivere e far di conto e i documenti (2007 e 2012) non prospettano minimamente che per realizzare quanto si auspica occorrerebbero soldi e risorse materiali. Tutto questo nel documento del 2012 non c'è e purtroppo è da poco uscito il rendiconto OCSE[15] che nota come l'Italia spenda meno della media degli altri paesi (p. 241) che investono il 5,8 del PIL, mentre l'Italia spende il 4,7 in istruzione, nulla in confronto al 7,2 della Nuova Zelanda. Nella formazione del bambino diceva Maria Montessori conta l'esempio mentre in questi documenti si offrono un'infinità di buoni propositi privi di esempi. E nel presentare il ''nuovo umanesimo'' ci si è dimenticati che il Rinascimento vide grandi investimenti in arte, scienza e cultura. Stare dalla parte degli studenti oggi più che mai significa delineare percorsi concreti, realizzabili, finanziabili, tutto il resto sono parole al vento.

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[1] http://www.istruzione.it/web/istruzione/prot5559_12
[2] Cfr.P. Morpurgo, Maria Montessori e la pedagogia del ‘900, in http://it.scribd.com/doc/87355166/Maria-Montessori-quadro-sinottico-di-storia-e-pedagogia-del-900
[3] http://www.indire.it/indicazioni/templates/monitoraggio/dir_310707.pdf
[4] Cfr. J.E. Zucchi, The Little Slaves of the Harp.Italian Child Street Musicians in Nineteenth-Century Paris, London and Ne York, Quebec 1992; AA. VV, Monelli banditi. Scenari e presenze della giustizia minorile in Italia, Roma 2004; M. Rosa Protasi, I fanciulli nell'emigrazione italiana. Una storia minore (1861-1920), Isernia 2010.
[5] http://www.felaliteracy.org/files/final_report_july_11_2011.pdf
[6] http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/U2G/U2G1K.pdf
[7] Rapporto Invalsi con l'intervento di Serianni: http://www.invalsi.it/download/rapporti/es2_0312/RAPPORTO_ITALIANO_prove_2010.pdf ; videointervista di Mastrocola http://video.repubblica.it/cronaca/mastrocola-e-sempre-piu-dura-gli-insegnanti-sono-soli/103862/102242
[8] http://marcorossidoria.blogspot.it/2010/02/un-appuntamento-please-decidete-voi.html
[9] http://www.nautilus.inews.it/vicenza/9811/conv.htm
[10] M. Montessori, Il bambino in famiglia, 1923, trad. it 1936
[11] Cfr. V. Andreoli, Dalla parte dei bambini, Milano 2002
[12] http://sociedad.elpais.com/sociedad/2012/09/13/actualidad/1347564966_746227.html
[13] http://politica.elpais.com/politica/2012/09/15/album/1347702523_593056.html#1347702523_593056_1347702854
[14] http://cache.media.education.gouv.fr/file/Espace_parent/76/4/Guide_pratique_des_parents_2011-2012_ecole_maternelle_189764.pdf
[15] http://www.oecd.org/edu/eag2012%20(eng)--Ebook%20(FINAL%2011%2009%202012).pdf


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Numero 8 - Ottobre 2012
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
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