IN QUESTO NUMERO
Numero 10 - Dicembre 2012
Numero 10 Dicembre 2012

Salvemini sulla scuola: un magro stipendio per 18 ore settimanali

La storia si ripete... Allora come oggi il lavoro degli insegnanti era del tutto sottopagato e del tutto ignorata era la necessità di mezzi, strutture (biblioteche, studioli, materiali didattici)


02 Dicembre 2012 | di Piero Morpurgo

Salvemini sulla scuola: un magro stipendio per 18 ore settimanali
Quel che segue sono le annotazioni fatte nel 1903[1]- da un insegnante e studioso di prestigio come Gaetano Salvemini[2] sul rapporto tra ore di insegnamento e stipendio.
''Un professore, dopo aver fatto otto anni di studi secondari e quattro di studi universitari, che coi nuovi regolamenti diventeranno cinque, deve aspettare ancora non pochi anni prima di essere ammesso nell'insegnamento. Salvo rare eccezioni privilegiate, la massima parte comincia la dolorosa via crucis della carriera nelle scuole inferiori, con lo stipendio iniziale di L. 1800 e col grado di reggente, per non parlare degli incaricati che stanno anche peggio e dei quali parleremo in seguito. Io, che pur sono stato- fra i più fortunati, ho cominciato il mio insegnamento in Palermo nel 1895, con lo stipendio di Lire 1800 e insegnando per 18 ore settimanali nella seconda classe del ginnasio. Durante il primo anno dovevo rilasciare sullo stipendio il 25 % di ritenuta straordinaria, e così la mia remunerazione mensile si riduceva a L. 116. Ne spendevo 30 per la stanza, non essendomi lecito andare a dormire in una stalla come il Divin Redentore; 75 lire erano assorbite da una pensione — ahimè — troppo inferiore al formidabile appetito dei miei 22 anni; dieci centesimi di latte per la colazione mattutina, prima delle 3 ore di lezione, mi portavano via tre lire al mese; il giornale (L. 1,50 al mese) e la lavandaia mi ipotecavano altre 5 lire mensili. Mi rimanevano dunque tre lire mensili per acquistar carta da scrivere, francobolli, libri, per vestirmi, calzarmi, curarmi in caso di malattia, ritornare a casa per le vacanze. Ed io, che avevo lavorato accanitamente negli anni più belli della mia vita per conquistarmi questa terra promessa dell'insegnamento, e speravo di compensare la mia famiglia di tutti i sacrifizi che aveva fatti per me, io — il signor professore ! — dovetti scrivere ancora ai miei per essere soccorso; e feci anche dei debiti! Quando si è giovani, questi malanni non sembrano mai pesanti abbastanza ; ma trascorrono gli anni con rapidità vertiginosa e si portano via le illusioni e le speranze; e sopravviene invece la famiglia, sopravvengono i figli. Già, sopravvengono la famiglia e i figli; perchè i professori non possono certo, in nome della pedagogia e del bilancio dello Stato, essere condannati al celibato perpetuo o assoggettati alla operazione di Origene <castrazione ndr>! Crescono dunque gli anni e i figli; ma gli stipendi son sempre, più. o meno, gli stipendi miserabili di prima. Un professore di ginnasio inferiore e di scuola tecnica dalle 1800 lire annue sale alle 2000, alle 2200, alle 2400, alle 2700: e qui si .ferma; ma per arrivare a questa invidiabile cuccagna, ha dovuto consumare 38 anni, dico 38 anni di servizio.... almeno. Un professore di ginnasio superiore sale da L. 2000 a Lire 2800 dopo 36 anni di lavoro. Il professore di liceo deve veder trascorrere sulle sue misere spalle 38 anni per salire penosamente da L. 2200 al massima di 3000 lire! Il proletariato dei pezzenti E questi costituiscono l'aristocrazia delle scuole secondarie ; ma al disotto di questa e' è nelle scuole il vero e proprio proletariato dei pezzenti, immersi in una miseria tanto più squallida quanto più è obbligata a dissimularsi sotto false parvenze di agiatezza e di decoro. — Gli insegnanti di disegno nelle scuole normali sono retribuiti con L. 1500 annue senza speranza di carriera. I professori di scienze naturali nei ginnasi staccati dai licei, sono, benchè forniti di laurea e sottoposti alla prova del concorso, condannati in perpetuo da un R. Decreto del 16 agosto 1900 al grado d'incaricato e allo stipendio invariabile di L. 113 mensili. Le insegnanti di francese nelle scuole complementari hanno uno stipendio di L. 800 annue per tutta la vita, e sono anch'esse sbalzate di qua e dì là secondo le esigenze del servizio. È lecito al governo di un paese, che dovrèbbe voler essere rispettabile, esporre tante donne ai pericoli e alle tentazioni della miseria in paesi sconosciuti? Moltissimi maestri di ginnastica son pagati con L. 500 annue, e abbiam dovuto assistere noi, che ci pretendiamo civili, alla tragedia di una maestra di ginnastica, la Elvira De Sanctis di Napoli, che si uccise perchè non riusciva a sfamare col suo stipendio di impiegata governativa le sue quattro creature.''

Ora con diversi metodi di calcolo della rivalutazione il magro stipendio del 1895 di cui si lamentava Salvemini sarebbe -sempre per 18 ore- ancora molto modesto[3] , infatti la cifra risulta essere di 7444 euro annue secondo i coefficienti di conversione lira / euro[4].
Allora come oggi il lavoro degli insegnanti era del tutto sottopagato e del tutto ignorata era la necessità di mezzi, strutture (biblioteche, studioli, materiali didattici).

_______________________
[1] http://archive.org/details/perlascuolaeper00salvgoog
[2] http://www.istitutosalvemini.it/gaetano-salvemini.html
[3] http://www.oppo.it/tabelle/riv-lira-dal1861.html
[4] http://www.cciaa.cremona.it/studi/rivalutazione.htm


ALLEGATI


Condividi questo articolo:

Numero 10 - Dicembre 2012
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
Comitato di Redazione:
Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Gina Spadaccino.
Hanno collaborato a questo numero:
Pietro Milone, Sergio Torcinovich