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Numero 1 - Gennaio 2013
Numero 1 Gennaio 2013

Ma a chi interessa difendere il fondo delle istituzioni scolastiche?

Dato per scontato che sicuramente esistono progetti di qualità da valorizzare anche con risorse dello stesso fondo, proviamo a vedere a che cosa serve effettivamente in gran parte delle scuole il FIS?


27 Dicembre 2012 | di Fabrizio Reberschegg

Ma a chi interessa difendere il fondo delle istituzioni scolastiche?
La sottoscrizione dell' accordo che ha ripristinato gli scatti d' anzianità ha indotto la CGIL a ribadire con forza la difesa del FIS (Fondo delle Istituzioni Scolastiche) considerato elemento fondamentale nella vita delle scuole ''perchè legato al raggiungimento di obiettivi qualitativi importanti, sia rispetto all'offerta didattica per gli studenti sia per contrastare il disagio e la dispersione scolastica o favorire l'integrazione degli alunni diversamente abili''.
Le asserzioni della Flc-CGIL si scontrano con una realtà molto più complessa.
A che cosa serve effettivamente in gran parte il FIS nelle scuole, assodato che sicuramente esistono progetti di qualità da valorizzare anche con risorse dello stesso fondo?
▪ Prioritariamente serve ai dirigenti scolastici per affrontare l' organizzazione della Scuola dell' autonomia ( pagare i loro collaboratori e tutte le figure ''di sistema'' cominciando dai coordinatori di classe e dai responsabili di sede, docenti che svolgono di fatto compiti essenzialmente gestionali e amministrativi che dovrebbero essere in capo al dirigente.)
Serve per riconoscere strumentalmente quote rilevanti di lavoro straordinario (si pensi ai viaggi di istruzione, agli stage, agli scambi, alle uscite con gli allievi) che non sono riconducibili all'orario di lavoro previsto contrattualmente. Si usano escamotage per pagare ( poco) tali prestazioni valutando le attività necessarie per la preparazione didattica e organizzativa essendo vietato il conteggio orario della prestazione diretta. Sono i soliti pagamenti forfetari che risultano vere elemosine rispetto al lavoro effettivo.
Serve per legittimare l'attività negoziale delle RSU di Istituto e un sindacato in perenne contrattazione con il dirigente scolastico (datore di lavoro..). Scuola per scuola con contratti di istituto e corrispettivi riconosciuti diversamente tra scuola e scuola anche per uguali funzioni.
Serve a implementare, sempre a livello forfetario, le attività accessorie del personale ATA che non sono previste nel mansionario previsto dal CCNL, comprese le attività di intensificazione che vengono effettuate senza aumento dell'orario di lavoro.
▪ Infine serve a pagare i famosi ''progetti''. Troppi progetti servono purtroppo solo a chi li fa e non agli allievi. I progetti seri e che effettivamente servono nella scuola (orientamento, inserimento allievi stranieri, sostegno e formazione per gli allievi disabili, ecc.) sono spesso penalizzati nel calderone delle attività del POF e, per pagare poco tutte le attività e molto i collaboratori del dirigente, a questi sono riservate risorse del tutto insufficienti per consentire la valorizzazione dei colleghi impegnati.

I fondi del MOF
La Flc-CGIL, che è stata fervente sostenitrice ancor prima di Berlinguer dell'autonomia scolastica, delle RSU di istituto, e dell'accessorio, accusa la FGU-Gilda degli Insegnanti e le altre sigle sindacali che hanno ottenuto il pagamento degli scatti per il 2011, di usare parte dei fondi MOF ('Miglioramento dell'Offerta Formativa' nei quali rientrano il Fondo di Istituto e le Funzioni strumentali docenti e I.S.ATA), stimati in circa 1 miliardo e 300 milioni di € annui. Si tratta però di fondi contrattuali che fanno parte della massa stipendiale del personale della scuola e che non devono essere confusi con i fondi per il funzionamento delle scuole che risultano oggettivamente insufficienti e che dipendono dal bilancio diretto del MIUR (con il quale il Ministro Profumo vorrebbe acquistare tablet, lim e altre amenità mentre mancano i soldi per la carta igienica). La Flc-CGIL ritiene che la parziale riduzione del FIS porti alla crisi strutturale dei progetti per il miglioramento della qualità dell'offerta formativa, ma dimentica che una massa rilevante del FIS paga funzioni legate al normale funzionamento della scuola e attività previste ordinariamente in tutti i POF.
La Gilda-FGU pensa da sempre che tali attività debbano avere un riconoscimento formale nel Contratto Collettivo Nazionale con parametri e livelli retributivi uguali per tutte le scuole e che le funzioni delegate dal dirigente (a partire dai collaboratori, ai coordinatori di classe..) siano pagate con un apposito fondo di gestione distribuito con criteri trasparenti e omogenei in tutte le istituzioni scolastiche.
La FGU-Gilda inoltre giudica avvilente e lesivo dei più elementari principi di uguaglianza e del principio che a funzioni uguali e a uguale carico di lavoro che vi siano corrispettivi retributivi diversi decisi da una contrattazione di istituto spesso condizionata da fattori legati a personalismi e a contesti in cui il micro potere di dirigenti prevale sugli interessi dei docenti.
Per tutto questo sarebbe necessario stanziare a monte poste di bilancio certe per progetti di interesse nazionale, per la copertura del sostegno, per il riconoscimento del lavoro straordinario legato ai viaggi di istruzione, ecc. In questo modi si restituirebbe parte del peso della contrattazione dalla singola istituzione scolastica alla contrattazione nazionale riducendo così il ruolo delle RSU di Istituto ai soli ambiti progettuali specifici della singola scuola. Anche qui ricordiamo che la FGU-Gilda degli Insegnanti ha fin dalle origini contestato il Fondo di Istituto e la consequenziale esistenza delle RSU di Istituto; ha da sempre proposto RSU con dimensioni territoriali più ampie (distrettuali, provinciali, di reti di scuole) per evitare che si creino disparità di trattamento tra i colleghi impegnati in progetto analoghi o si intervenga con interpretazioni dei contratti fantasiose e diverse tra scuola e scuola.
Stupisce in questo senso che la Flc-CGIL stia portando nella scuola una politica diametralmente opposta a quella che la stessa CGIL propugna nel settore privato. L'accordo sulla produttività nel settore privato prevede infatti il rafforzamento della contrattazione di secondo livello (aziendale) a scapito del contratto nazionale , con la sua contrarietà. Nella scuola la Flc-CGIL sembra battersi esattamente per gli obiettivi contrastati nel settore privato. Ci sfugge la ragione di tutto ciò poichè non vogliamo raccogliere le malignità di chi sostiene che così la CGIL difende il ruolo e il potere delle sue RSU e dei suoi dirigenti.
In ogni caso, la Gilda-Fgu è pronta ad un dibattito aperto e diretto su tutti i temi in campo.

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Numero 1 - Gennaio 2013
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
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Hanno collaborato a questo numero:
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