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Numero 2 - Febbraio 2013
Numero 2 Febbraio 2013

Questioni aperte: il precariato

Affrontare finalmente e sensatamente il problema del Precariato, attuando l' equiparazione giuridica ed economica dei docenti precari in linea con le norme europee


27 Gennaio 2013 | di Antonio Antonazzo

Questioni aperte: il precariato
Nel momento in cui scriviamo, nessuno può dire oggi con certezza quale sarà la natura del Governo che ci guiderà nei prossimi anni nè tantomeno conoscere il nome di chi verrà chiamato a guidare il Ministero della Pubblica Istruzione.

Nonostante ciò, a prescindere da chi sarà nominato a dirigere il Ministero di Viale Trastevere, i problemi che si troverà ad affrontare sono tanti e tali che riteniamo utile cominciare a discuterne con largo anticipo.

Siamo perfettamente coscienti che la situazione economica del nostro Paese non sia florida e di quanto sia difficile reperire le risorse per affrontare tutte le problematiche relative alla Scuola Pubblica, ma siamo più che convinti che sia giunta l'ora di smetterla con una politica che vede la scuola solo come fonte di tagli e di risparmio e non piuttosto in termini di investimento produttivo in grado di restituire con gli interessi, in termini di aumento del PIL, ogni Euro investito.

Le problematiche che riguardano la scuola sono molteplici e variegate, e gli interventi da attuare sono necessariamente diversi, ma qualunque ''riforma epocale'' il prossimo Governo volesse intraprendere, è destinata a fallire se prima non deciderà di intervenire in maniera organica e pragmatica sulla questione del precariato docente e per un nuovo sistema di reclutamento degli Insegnanti che tenga conto delle legittime aspettative di decine di migliaia di docenti precari e che delinei un percorso chiaro e lineare per quei giovani che intendono fare dell'insegnamento, la loro professione.

Da troppi anni i vari Governi sono intervenuti nella materia con provvedimenti saltuari e spesso improvvisati che hanno contribuito non poco a portare il sistema sull'orlo del collasso; al punto che oggi la situazione risulta particolarmente ingarbugliata a causa di una moltitudine di procedure concorsuali che si intrecciano e si accavallano e rendono difficile prospettare una soluzione al problema del precariato che sia condivisa e accettata da tutti.

Infatti, abbiamo, da una parte, le graduatorie ad esaurimento stracolme di docenti precari che vengono utilizzate per le nomine a tempo determinato (circa 130.000 nell'anno in corso) e per il 50 % dei pochi posti messi ogni anno a disposizione per le ''immissioni in ruolo''; dall'altra abbiamo ancora le vecchie graduatorie del concorso ordinario del 2000 ed una serie di procedure concorsuali quali il TFA ''normale'', il TFA ''speciale'' ed il nuovo concorso ''ordinario'' previste dalla riforma Gelmini e attuate dal Ministro Profumo. Alcune di queste procedure sono state avviate, altre sono in procinto di esserlo, altre ancora non si sa bene se partiranno e di tutte non se ne conosce appieno la futura applicazione pratica.

Tante potrebbero essere le richieste da presentare al prossimo Ministro ma ci limitiamo ad un consiglio: il Ministro abbia il coraggio di prendersi una pausa di riflessione per ragionare a 360° su quale possa essere il percorso migliore per risolvere in via definitiva il problema del precariato scolastico e non continui su di una strada caratterizzata da scelte che ai più appaiono schizofreniche e che non solo non hanno risolto nulla, ma hanno addirittura contribuito ad aggravare la condizione umana professionale di decine di migliaia di docenti precari e a rendere ingestibile il nostro sistema scolastico.

La Gilda degli Insegnanti ha pronte diverse proposte al riguardo ed è pronta a discuterne in tutte le sedi politico - istituzionali che saranno chiamate a discuterne.

In particolare riteniamo che sia improcrastinabile una riforma complessiva del sistema di reclutamento che abbia i seguenti obiettivi:

- Un serio piano di assunzioni su tutti i posti disponibili in modo da ridurre a livello fisiologico la percentuale del precariato scolastico basato sull'eliminazione della differenza tra organico di diritto ed organico di fatto e che consenta la stabilizzazione di tutti i docenti con almeno 3 anni di servizio.

- Elaborazione di un sistema di reclutamento trasparente, lineare e certo, che privilegi i docenti attualmente in graduatoria ad esaurimento, che dia certezze a tutti coloro che da anni ricevono un incarico da insegnante e ai giovani che intendono lavorare nel mondo della scuola.

- Equiparazione giuridica ed economica dei docenti precari con gli insegnanti di ruolo con piena parità dei diritti normativi relativi a quanto concerne progressione economica, permessi, ferie, malattia ed assenze.

Si tratta di richieste chiare e frutto di un lungo dibattito interno alla nostra associazione professionale ed in linea con tutta una serie di norme europee che istituiscono il principio che non si possa abusare di forme contrattuali difformi dai contratti a tempo indeterminato e che sono alla base di decine di sentenze di condanna per il MIUR e dell'avvio di una procedura di infrazione contro lo Stato Italiano da parte della Commissione Europea che potrebbe portare l'Italia a pagare una multa salata per il comportamento che da anni riserva al personale scolastico precario.

Se teniamo conto, inoltre, che tutte le statistiche riguardanti il personale scolastico italiano ci dicono che l'età dei nostri docenti è molto elevata e che nei prossimi anni, pur con le nuove norme pensionistiche, andranno in quiescenza circa 200.000 docenti, possiamo tranquillamente affermare che ci sono gli spazi per delineare un percorso che possa dare una legittima risposta a tutti coloro che hanno dimostrato sul campo il proprio valore professionale e a dare una prospettiva ai giovani neo-laureati.


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