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Numero 5 - Maggio 2013
Numero 5 Maggio 2013

Tfa speciali: le sorprese di Pasqua del Ministro


30 Aprile 2013 | di Fabrizio Reberschegg

Tfa speciali: le sorprese di Pasqua del Ministro
Con una procedura sconcertante il Ministro è arrivato in zona cesarini alla firma dei famosi TFA speciali, dedicati ai docenti che da anni stanno insegnando come supplenti senza il possesso di abilitazione. Si tratta di un provvedimento che era stato richiesto da tempo, anche dalla FGU-Gilda degli Insegnanti, per sanare una situazione incredibile che vede ordinariamente più di 20.000 docenti non abilitati insegnare regolarmente come supplenti anche annuali. Ciò è accaduto soprattutto a causa delle carenze scellerate delle politiche di reclutamento attuate dai governi che si sono succeduti negli ultimi vent'anni e dopo l'incredibile stop nel 2000 delle ordinarie procedure dei concorsi e l'avvio delle pratiche di abilitazione slegate dal reclutamento iniziate con le vecchie SSIS.

Con Luigi Berlinguer è iniziata la fase di caos. Nel tentativo di separare le procedure di abilitazione dalle procedure di assunzione per concorso si è venuta a creare una massa strutturale di precariato abilitato inserito nelle graduatorie prima definite ''permanenti'' e poi diventate con Fioroni ''ad esaurimento'', perciò chiuse nella prospettiva della progressiva stabilizzazione in ruolo degli appartenenti. Per i non abilitati, inseriti nelle graduatorie dette di ''terza fascia di Istituto'' restava la possibilità di far valere i titoli accademici e i servizi prestati.

I TFA speciali dovevano dare una risposta strutturale ai docenti, in particolare di quelle classi di concorso che presentano oggettive disponibilità di abilitati, i quali, pur privi di abilitazione, stavano lavorando da anni nella scuola. Ma la logica avrebbe voluto che fossero organizzati prima dei TFA ordinari per evitare sovrapposizioni e conflitti tra docenti che a diverso titolo chiedevano l'abilitazione all'insegnamento. Le cose sono andate, come sempre accade in Italia, diversamente. Prima sono partiti i TFA ordinari con colpevole ritardo e con una organizzazione inadeguata e superficiale (si pensi che i docenti tutor sono stati nominati solo dopo Pasqua...); con l'anno accademico 2013-14 partiranno i TFA speciali sovrapponendosi di fatto a quelli ordinari. Il MIUR ha calcolato che gli interessati ai TFA speciali sarebbero 75.000, ma si tratta di numeri che sottostimano la complessità del mondo del precariato. Sia i TFA ordinari che speciali sono poi partiti senza una vera programmazione delle procedure concorsuali ordinarie e senza l'approvazione delle nuove classi di concorso. Il Ministro Profumo aveva promesso l'apertura di nuovi bandi concorsuali a partire dalla primavera del 2013 finalizzati a dare uno sbocco agli abilitati dei TFA, ma tutto è caduto nell'oblio, anche perchè la riforma Fornero ha provocato la caduta verticale delle richieste di pensionamento dei docenti e interrotto il tradizionale turn over.

L'introduzione dei TFA speciali ha purtroppo riaperto la guerra tra poveri nel mondo dei precari della scuola. Coloro che avevano superato i test di accesso dei TFA ordinari criticano i TFA speciali come fossero una sorta di sanatoria. Ma si dimenticano che insegnare per anni in una classe, fare scrutini ed esami e tutto ciò che comporta la complessità della professione docente è ben più formativo del tradizionale studio accademico e di un tirocinio troppo spesso pro-forma inserito nel TFA ordinari.

Il MIUR, come sempre all'italiana, ha così riproposto la differenziazione del punteggio di abilitazione tra TFA ordinari (più ''seri'') e TFA speciali (meno ''seri'') in analogia con quanto era stato fatto nel passato per il riconoscimento (sovradimensionato) delle SSIS. Ci aspettiamo valanghe di ricorsi e di tensioni nel precariato. Alla fine chi ci guadagna sono sempre le Università che si fanno pagare Profumatamente i corsi (2.500 euro a partecipante di norma). Ma temiamo per la guerra che si potrebbe scatenare nel futuro se non si interviene con una vera riforma complessiva del reclutamento. Le migliaia di neo abilitati speciali e non sono già pronti a chiedere la riapertura delle graduatorie ''ad esaurimento'' per avere ulteriori possibilità di arrivare al ruolo sostenuti dalle solite lobbies di avvocati che fiutano l'affare. Sarebbe la guerra di tutti contro tutti con conseguenze inimmaginabili per la scuola italiana e per il suo funzionamento. Per questo continueremo a chiedere l'urgente stabilizzazione del precariato storico esistente con l'avvio immediato degli organici funzionali di istituto o di rete. E' l'unica soluzione seria al problema del precariato nella scuola.

Ritorneremo nel prossimo futuro sulla questione TFA, reclutamento e precariato.. Aspettiamo altre sorprese dal Ministro e dagli ''esperti'' del MIUR.

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TFA SPECIALI BREVE SCHEDA INFORMATIVA



I tempi: i TFA speciali si svolgeranno negli anni accademici 2013-14 e 2014-15. Mentre scriviamo non sono ancora note le date di pubblicazione dei decreti per le domande di partecipazione e la mappatura delle università coinvolte.

Chi può partecipare: i docenti ''non di ruolo'', compresi gli ITP che a decorrere dall'a.s. 1999/200 e fino all'a.s. 2011/12 abbiano maturato almeno tre anni di servizio (almeno 180 giorni di servizio annui) di cui almeno uno nella classe di concorso di cui si chiede l'abilitazione. Possono partecipare anche i docenti delle paritarie o nei Centri Professionali, ma resta aperto il problema dei docenti non abilitati assunti a tempo indeterminato nella paritaria. E' valutabile anche il servizio su sostegno cumulabile con quello della classi di concorso di riferimento. Ricordiamo che i percorsi di formazione per il sostegno nei TFA ordinari e speciali non sono ancora partiti e che per le discipline relative all'AFAM la confusione è totale.

Le prove di accesso: è prevista una prova di accesso NON selettiva chiamata ''prova nazionale'' finalizzata a stabilire l'ordine di priorità nella frequenza dei corsi (chi prende un punteggio migliore sarà chiamato al primo anno dei TFA speciali per poi seguire una sorta di graduatoria di merito). La prova nazionale darà un massimo di 35 punti per il punteggio finale. La prova nazionale sarà strutturata analogamente con la prova di accesso ai concorsi ordinari per via telematica e sarà costituita da 70 quesiti a risposta multipla (quattro opzioni di risposta) di cui 30 quesiti per le capacità logiche, 30 quesiti per la capacità di comprensione di un testo, 10 quesiti per la lingua straniera. Sotto la soglia dei 43 punti la prova è valutata 0. Da 43 a 70 le risposte esatte valgono 1.25, le risposte non date 0, le risposte sbagliate -0,50, fino ad un massimo di 35 punti. Ricordiamo che anche con punteggio zero di viene ammessi ai TFA.

Il punteggio complessivo: è dato da un massimo di 35 punti per la prova nazionale, un massimo di 50 punti calcolati sulla media ponderata degli esami sostenuti durante il corso, un massimo di 15 punti per l'esame finale. Il risultato inferiore a 60/100 comporta il mancato conseguimento dell'abilitazione.

La frequenza: è obbligatoria. E' tollerato un massimo del 10% di assenze recuperabili on line. I corsi dovrebbero essere fatti di pomeriggio e di sabato per consentire la partecipazione ai docenti che già lavorano.

Aspettiamo delucidazioni sulle modalità di presentazione delle domande, sul calcolo del punteggio ai fini dell'inserimento nelle graduatorie di seconda fascia, sui costi relativi alla partecipazione, ecc.

In allegato proproniamo un quadro sinottico sui Tfa speciali. A cura di Giorgio la Placa e Antonio Antonazzo.


ALLEGATI


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Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
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Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
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Hanno collaborato a questo numero:
Rosario Cutrupia, Tommaso De Grandis, Giorgio La Placa, Gianluca Mungo.