Evitato, grazie ai Sindacati, il pericolo di dover presentare in fretta e furia, entro il 30 giugno, i Piani per l' inclusione previsti per l' identificazione dei Bisogni Educativi Speciali (BES)
01 Settembre 2013 | di Renza Bertuzzi
Evitato, grazie ai Sindacati, il pericolo di dover presentare in fretta e furia, entro il 30 giugno, i Piani per l' inclusione previsti per l' identificazione dei Bisogni Educativi Speciali (BES), ennesimo acronimo che sta invadendo la scuola, togliendo senso a ciò che qui si fa. La novità di identificare bisogni speciali e di approntare Piani personalizzati non è propriamente tale. Già la Legge 517/77 aveva introdotto nelle scuole il tema della programmazione educativa individualizzata come strumento indispensabile per '....agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la promozione della piena formazione della personalità degli alunni, in particolare dei portatori di handicap'.
Ciò che non ha convinto i Sindacati è stata la fretta ( burocratica) di dovere presentare documenti così delicati e importanti in fretta e furia e la difficoltà ad inquadrare questa nuova sistematizzazione del problema, senza la possibilità di approfondire l' impostazione e di comprendere se potrebbero esserci conseguenze negative come la diminuzione dell' Organico di Sostegno. La fretta è cattiva consigliera, soprattutto in un tema di tale importanza e delicatezza sociale. Per questo, '' La delegazione della FGU-Gilda degli Insegnanti ha esplicitamente invitato l'amministrazione a provvedere con urgenza a modificare i termini prescrittivi presenti nella circolare n. 8 di marzo 2013. Se ciò non accade è logico immaginare che su tutta la questione dei BES si crei una giusta resistenza e opposizione da parte dei docenti nelle scuole vanificando lo spirito della direttiva. Servono inoltre certezze sulla questione degli organici. I BES non possono e devono nascondere tentativi di riduzione degli organici di sostegno (l'amministrazione ha in più occasioni ribadito che ciò non accadrà essendo presente addirittura un aumento di circa 7000 cattedre di sostegno in più rispetto all'anno scolastico precedente). La delegazione FGU-Gilda degli Insegnanti ha inoltre chiesto l'apertura di tavoli tecnici con la partecipazione delle OO.SS. per cercare soluzioni concrete alle difficoltà di applicazione della nuova normativa, con la definizione di un percorso in tempi ragionevoli per la specifica applicazione della direttiva nelle singole scuole.'' ( in www.gildains.it).
Richieste accolte e tradotte nella Nota 1551 del 27/06/2013 del Dipartimento dell'Istruzione a firma del Capodipartimento Dottoressa Stellacci, che ha così accolto quelle argomentazioni
''Tali complessi e delicati passaggi - proprio affinchè l'elaborazione del P.A.I. non si risolva in un processo compilativo, di natura meramente burocratica anzichè pedagogica - richiedono un percorso partecipato e condiviso da parte di tutte le componenti della comunità educante, facilitando processi di riflessione e approfondimento, dando modo e tempo per approfondire i temi delle didattiche inclusive, della gestione della classe, dei percorsi individualizzati, nella prospettiva di un miglioramento della qualità dell'integrazione scolastica, il cui modello - è bene ricordarlo - è assunto a punto di riferimento per le politiche inclusive in Europa e non solo. In tal senso occorrerà - sia a livello di Amministrazione centrale che periferica - proseguire nel percorso di accompagnamento già avviato, teso a promuovere specifiche azioni di formazione, informazione e supporto per aiutare le istituzioni scolastiche a cimentarsi in questa nuova sfida, valorizzando le esperienze delle scuole che già adesso hanno saputo organizzarsi rispettando le scadenze indicate nella CM 8/13, affinchè il P.A.I. possa entrare, in modo regolare, convinto ed efficace nella prassi organizzativa delle nostre scuole come strumento per promuovere la vera inclusione. A tal fine, per questa prima fase di attuazione, tenuto conto del sovrapporsi di vari adempimenti collegati con la chiusura del corrente anno scolastico, ciascun Ufficio Scolastico Regionale, nell'ambito della propria discrezionalità e sulla scorta delle esigenze emergenti nel proprio territorio di competenza, definirà tempi e modi per la restituzione dei P.A.I. da parte delle Istituzioni scolastiche, tenuto conto che, per le caratteristiche di complessità introdotte dalla Direttiva del 27 dicembre 2012, il prossimo anno scolastico dovrà essere utilizzato per sperimentare e monitorare procedure, metodologie e pratiche anche organizzative.''
Aspettiamo quindi, rimanendo vigili.
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