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Numero 9 - Novembre 2013
Numero 9 Novembre 2013

Stati generali: la Scuola non si arrende

Per la prima volta, nella storia sindacale della scuola, i Direttivi dei 5 Sindacati nazionali rappresentativi (Gilda- Unams, Cgil, Cisl Uil, Snals) riuniti il 28 ottobre a Roma per protestare contro le ennesime misure di blocco sugli stipendi dei docenti e per decidere insieme le forme di protesta.


30 Ottobre 2013 | di Renza Bertuzzi

Stati generali: la Scuola non si arrende Certo, nessuno si è meravigliato dell' intenzione del Governo di intervenire di nuovo, con la Legge di stabilità, sui Contratti del Pubblico Impiego, sia quelli nazionali che quelli integrativi, lasciandoli al palo fino al termine del 2014 e bloccando perfino l'importo della indennità di vacanza contrattuale nella misura di quella in godimento al 31 dicembre 2013. Senza tralasciare che, per incassare la liquidazione, bisognerà attendere 12 mesi e non 6 come avviene ora. Nessuna meraviglia, ormai, ma nessun cedimento, nemmeno per la stanchezza di dover ancora una volta ripetere, protestare, additare la vistosa ingiustizia di queste decisioni. Anzi, l' ostinazione della politica a voler prendere i soldi là dove è più facile (e non certo più coraggioso) ghermire , ha determinato questa volta un risultato insperato, ma più e più volte desiderato e richiesto a gran voce da tutta la categoria: l' unità di protesta di tutti i sindacati più rappresentativi a livello nazionale.

Così, Gilda-UNAMS, CGIL, CISL, UIL, Snals procederanno insieme perchè ''ancora una volta si è potuta infliggere un' intollerabile doppia penalizzazione del tutto inspiegabile, anche alla luce delle difficoltà finanziarie del paese. E' intollerabile che si prelevino dalla tasche dei lavoratori 300 milioni di euro che insieme al blocco contrattuale riducono ulteriormente il potere d' acquisto delle retribuzioni, peraltro già basso.''

Non vi sono dubbi sul fatto che ''le proposte di rilancio e di attenzione che il suo personale si attende, non possono che arrivare con il rinnovo contrattuale adeguato ai bisogni del mondo della formazione che riconosca e valorizzi il personale per gli aspetti economici e normativi, tra cui, è bene ricordare, va ricompresa l' anzianità che, rappresenta, anche negli altri paesi europei, uno dei parametri per riconoscere e valorizzare le professioni''.

Uniti e determinati perchè questa iniquità grida vendetta. Non si procede a intervenire sugli sprechi, sui costi della politica che rimangono intonsi. Si veda, tra i tanti, il caso- segnalato da '' Il Sole 24ore''- delle cosiddette partecipate, (finanziate con danaro pubblico) , luogo di collocazione dei politici non più attivi, i cui ''stipendi complessivi delle 7.800 società costano 15 miliardi: chissà, forse con un piccolo taglio, quel miliardo e 600 milioni che serve a far tornare il deficit sotto il 3% poteva anche venire da qui. Cresce, quel numero di enti, dell'8% in un anno; anche se le aziende perdono (più di un terzo ha bilanci in rosso) pur continuando a creare occupazione ben oltre ogni compatibilità (sono oltre 300mila gli addetti complessivi, un bel gruzzolo di voti)'' (A. Orioli, La multinazionale della partitocrazia, '' Il Sole 24 ore'' , 14 ottobre 2013). Non si procede a misure che, seppur non incidenti in maniera significativa sul deficit, potrebbero invece incidere sul principio di equità, che impone di pagare tutti secondo le proprie possibilità non solo le tasse ma anche le spese di emergenza, come recita l' art. 53 della Costituzione : ''Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.''

Disposti, dunque, i docenti e i loro sindacati a concorrere alle spese pubbliche ma purchè tutti lo facciano. La mancanza di questa giustizia è uno dei fondamenti della nostra Repubblica. Possono dunque gli insegnanti, che devono educare i propri studenti ai principi supremi costituzionali, accettare una tale deroga alla loro applicazione? Ovviamente no sia per se stessi che per quei principi e per questo non si arrenderanno.

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Uniti senza perdere la nostra identità


La Gilda-FGU ha creduto fortemente in questo percorso ed ha contribuito a costruirlo perchè è convinta che solo un' unità d' intenti sia forte e propositiva. Chiediamo al Coordinatore nazionale della Gilda-Unams, Rino Di Meglio, di entrare nei dettagli di questa iniziativa.

1) Che significato ha questa iniziativa?
E' la prima volta, nella storia sindacale della Scuola, che i direttivi dei 5 sindacati dello stesso comparto, rappresentativi livello nazionale, decidono un momento generale di discussione e di decisione. E' quindi un' occasione molto importante con un obiettivo comune : il recupero dello scatto di anzianità del 2012.

2) Dunque, possiamo considerare superate tutte le differenze?
No, ovviamente, le differenze restano e non sono secondarie. La Gilda- Unams ha sempre difeso la visione costituzionale della Scuola, il suo essere una istituzione e non un servizio a domanda e di conseguenza, la funzione istituzionale del docente. Per tutto questo, noi della Gilda- Unams, abbiamo sempre richiesto l' area di contrattazione separata - non condivisa dagli altri sindacati- e sempre continueremo a chiederla. Tuttavia, in questo frangente, ha prevalso la volontà di restare uniti e di mettere da parte le differenze.

3) E' stato difficile arrivare a questo momento?
No, possiamo considerare questa iniziativa come il punto di arrivo di un percorso che è iniziato con la grande manifestazione a Roma del 30 ottobre 2008, in cui un milione di persone ha raccolto l' invito di tutti i sindacati per protestare contro le misure del Ministro Gelmini. E' stato una importante prova di unità sindacale, che purtroppo si è rotta il giorno successivo, ma il cammino è continuato. C' è stato qualche occasione di sofferenza, soprattutto per il recupero dello scatto di anzianità del 2011, andato a buon fine ( e i colleghi lo hanno visto nei loro stipendi e negli arretrati), per il quale la CGIL si è tirata fuori, creando momenti di tensione non necessaria tra la categoria.

4) In conclusione
La Gilda-FGU ha creduto fortemente in questo percorso ed ha contribuito a costruirlo perchè è convinta che solo un' unità d' intenti sia forte e propositiva. Restano le diverse visioni culturali sulla Scuola e sui docenti ( per esempio, non è cambiata la nostra critica al Fondo d' Istituto), ma abbiamo creato questo avvicinamento di posizioni, necessario e obbligato, senza perdere la nostra identità.


ALLEGATI


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Numero 9 - Novembre 2013
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
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