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Numero 9 - Novembre 2013
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Ultima tappa: il registro digitale

Spesso non si accede, a volte salta la luce, devi comunque tenerti tutto segnato (ci siamo fatti dei quaderni per quello personale e per quello di classe...doppio lavoro), i genitori non riescono ad accedere e per ora forse è meglio


30 Ottobre 2013 | di Susanna Zacconi

Ultima tappa: il registro digitale
Da molti anni sto assistendo a ciò che sta cambiando nel sistema scolastico italiano sia per chi ci lavora che per chi ne fruisce. Occorre andare per ordine perchè la materia è tanta e si corre il rischio del disordine, ma in realtà rielaborando il tutto ne vedo un ordine e un disegno purtroppo preciso da parte di chi amministra.

1. Si parte con gl'Invalsi di cui si è già detto molto, vorrei aggiungere che sono quiz di misurazione degli apprendimenti poco costosi perchè tutto il lavoro (somministrazione, sorveglianza e correzione) è svolto dagli insegnanti che per tante ore di lavoro in più non percepiscono un euro. Da un punto di vista pedagogico didattico di scarsa utilità. Sono una griglia di quesiti prodotta dal Ministero della pubblica istruzione per verificare in ogni scuola la validità dei saperi o, forse meglio, degli insegnamenti. Sicuramente le case editrici si sono immediatamente adeguate con testi sugli Invalsi e il nostro lavoro si è conformato per consentire agli alunni di superare la prova. Evviva la libertà d'insegnamento! Invece di uno studio approfondito su temi storico letterari si propone un super quiz irto di trabocchetti sulla comprensione di testi per cui basterebbe allenarsi solo con l'ottima ''Settimana enigmistica''.

2. Poi calano le ore settimanali (per italiano 1 ora) e intanto aumentano le classi per gli insegnanti e scompare il tempo prolungato. A questa risorsa pedagogico - didattica straordinaria si ovvia con le LIM (Lavagne Interattive Multimediali) che indubbiamente sono utili, ma che compensano parzialmente lo splendido lavoro di interdisciplinarietà e approfondimento dei laboratori logico- linguistico e interlinguistico delle compresenze. Le LIM ce le regalano e il numero degli insegnanti per classe diminuisce. Cui prodest? Sicuramente a chi produce le LIM, meno agli insegnanti a cui viene aumentato il lavoro senza oneri per lo Stato. Le lavagne multimediali sono un bello strumento, averne qualcuna in aule organizzate per l'accesso è sicuramente un vantaggio, da noi ce n'è una in ogni aula. E i ragazzi se ne avvantaggiano per produrre powerpoint che leggono e non imparano, per condurre ricerche più approfondite ecc. Lo scorso anno feci sentire una grande attrice che leggeva il meraviglioso brano del conte Ugolino della Gherardesca tratto dal XXXIII° canto dell'Inferno di Dante. La classe mi guardò con sgomento e qualcuno mi chiese di rileggerlo perchè preferivano il suono della mia voce.

3. Con splendida mossa piena di tempistica il ministro Gelmini aumenta gli alunni per classe che possono arrivare fino a 30 (più ragazzi, meno insegnanti, peggiore qualità del servizio). Grande rivoluzione piena di risorse pedagogiche - didattiche. Non occorre commentare se non col fatto che lo scorso anno post terremoto gli insegnanti hanno assistito a (e dovuto superare) una prova sulla sicurezza negli ambienti di lavoro e tra i requisiti che una scuola deve avere c'è una norma che stabilisce che ogni alunno nella scuola secondaria di I° grado deve avere uno spazio di 1, 30 m q e di 1,80 nella secondaria di II° grado. Attenzione nel fare i decreti che contraddicono altre norme e a modificarli solo in caso di disgrazie o infortuni.

4. E veniamo al registro digitale: in prima istanza non ne sentivo un' enorme necessità, in seconda fase ne avverto tutte le pecche. Andiamo come sempre con un po' d'ordine: spesso non si accede, a volte salta la luce, devi comunque tenerti tutto segnato (ci siamo fatti dei quaderni per quello personale e per quello di classe...doppio lavoro), i genitori non riescono ad accedere e per ora forse è meglio. Vi spiego perchè. Nel 2009 andai a Cap d'Antibes a trovare due colleghe italiane che lavoravano in Francia, dove il registro e i libri digitali erano già in uso. Erano disperate: il lavoro consisteva nel preparare test per ogni disciplina con relativa correzione, il rapporto umano azzerato, continue mail di genitori che chiedevano spiegazione sui voti e organizzavano assemblee sulle capacità d'insegnamento dei docenti (ricordiamo il film francese ''La classe''). Io ascoltavo e paventavo. Mi dissero che i ragazzi erano molto più arrabbiati e che quanto avveniva lì era la nuova rivoluzione industriale e che non si poteva fermare e presto sarebbe arrivata anche in Italia.

Ahimè che tristezza! Oltre un decennio fa era l'Italia che esportava all'estero i suoi metodi d'insegnamento: le scuole dell'infanzia di Reggio Emilia, l'inserimento dell'handicap nelle classi ecc. Ora si è scelto d'importare le novità, ma serve ricordare anche che la tecnologia è un mezzo e non un fine o come afferma Paolo Rumiz ne ''La leggenda dei monti naviganti'' pag. 157 ''....e anche l'Olivetti è finita. Che vuol dire? Dico che nei paesi c'erano teste finissime. Le migliori invenzioni d'Ivrea le ha avute dai montanari....Sa quante cose geniali vengono in mente a uno che sa stare in silenzio e ha tempo per pensare? Ma un giorno qualcuno ha deciso che il tempo era un lusso e hanno sostituito gl'inventori con i tecnici. E così l'industria ha smesso di avere idee''. E la scuola ha smesso di avere idee?


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