Se, come sostengono i ricercatori di Eurydice, la retribuzione dei docenti indica il grado di considerazione che una nazione ha della professione docente, per quello che riguarda l'Italia le conclusioni sono evidenti
28 Novembre 2013 | di Gianluigi Dotti
L'indagine sulla condizione professionale dei docenti, che la Gilda degli Insegnanti ha commissionato alla SWG di Trieste (1), ha rilevato la consapevolezza e la forte insoddisfazione degli insegnanti italiani per quanto riguarda la mancanza di risorse e di investimenti da parte del Governo sul sistema scolastico statale italiano. Nel report dell'indagine sono emersi il forte disagio e la grande sofferenza delle maestre e dei maestri, delle professoresse e dei professori sia per la presente condizione professionale della docenza sia per l'attuale situazione economica in cui versa l'intero corpo insegnante.
Ben il 93% del campione intervistato, rappresentativo di tutti gli insegnanti italiani di ogni ordine e grado di scuola, dall'infanzia alla secondaria di secondo grado, ritiene lo stipendio dei docenti inadeguato e considera questo tra i più gravi problemi della categoria. La stragrande maggioranza degli insegnanti è inoltre convinta che il blocco degli scatti di anzianità sia negativo, perchè riduce ulteriormente il potere d'acquisto delle retribuzioni, al punto che il ripristino degli scatti viene auspicato anche a scapito del Fondo d'Istituto, se necessario. A rimarcare maggiormente le difficoltà sul fronte economico sono gli insegnanti delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Le recenti iniziative di protesta della Gilda degli Insegnanti proprio sul blocco del Contratto e degli scatti, in particolare le assemblee del 3 ottobre effettuate in tutta Italia, hanno dato voce alle gravi, e motivate, preoccupazioni dei docenti di fronte alla riduzione del potere d'acquisto delle retribuzioni. Infatti l'ultimo aumento stipendiale gli insegnanti lo hanno maturato alla fine del 2008, poi, da allora, più nulla. Sono cinque anni che l'inflazione erode gli stipendi dei docenti che, secondo calcoli per difetto, hanno perso circa il 15% del loro potere d'acquisto (mediamente tra i 3.000 e i 5.000 euro annui).
Ora con la pubblicazione del Decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 4 settembre 2013: ''Regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti'' sulla Gazzetta Ufficiale n. 251 del 25 ottobre 2013, il Governo proroga il blocco del contratto (parte economica), degli stipendi e degli scatti d'anzianità a tutto il 2014, cancellando anche l'indennità d vacanza contrattuale per questi anni.
Una conferma dell'anomalia rappresentata dai bassi stipendi dei docenti italiani tra i paesi occidentali e maggiormente industrializzati viene dal report dell'indagine pubblicata di recente da Eurydice (2), che ha comparato le retribuzioni dei docenti in Europa (3). Secondo i ricercatori dai risultati dell'indagine si può misurare in quale considerazione è tenuta la professione docente nei singoli paesi.
Per comparare i dati delle diverse nazioni i ricercatori di Eurydice hanno utilizzato le cifre lorde estratte dai documenti ufficiali degli organismi deputati al pagamento delle retribuzioni dei docenti di ruolo nell'anno scolastico 2011/12 e le hanno espresse in SPA (Standard di Potere d'Acquisto).
Lo studio registra che dall'anno 2009/10, in coincidenza con la crisi economica, in molti stati europei le retribuzioni sono state bloccate o, addirittura, sono diminuite, ma questo non ha ridotto le grandi differenze tra i vari stati dell'Unione: si va dallo stipendio più basso degli insegnanti bulgari che è di 4.780 euro all'anno a quello più ricco dei colleghi liceali del Lussemburgo che guadagnano 104.049 euro all'anno.
La retribuzione dell'insegnante italiano si colloca nella fascia bassa della classifica, come dicevamo, tanto che un docente della scuola superiore ha uno stipendio annuo medio di 30.341 euro, ben distante non solo dai collegi del Lussemburgo, ma anche da quelli di Danimarca (70.097), Austria (57.779), Finlandia (49.200), Belgio (48.955), Germania (45.000-64.000), Regno Unito (44.937), Svezia (35.948), Spagna (33.000-46.000).
Un'ulteriore differenza con i colleghi meglio retribuiti dei paesi europei i docenti italiani la registrano nella progressione di carriera, cioè con i gradoni. Infatti gli insegnanti in Italia raggiungono il massimo stipendiale dopo ben 34 anni di servizio, cioè in pratica a fine carriera, con una progressione molto più lenta dei colleghi di Regno Unito, Danimarca, Estonia, tanto per citarne alcuni, che la raggiungono in soli 10 anni.
Se, come sostengono i ricercatori di Eurydice, la retribuzione dei docenti indica il grado di considerazione che una nazione ha della professione docente, per quello che riguarda l'Italia lascio le conclusioni a voi che leggete.
Se ci fossero però dei dubbi basterebbe leggere la recente indagine effettuata, sulla base di una serie di indicatori, tra i quali il livello delle retribuzioni, in 21 paesi dalla Fondazione Varkey Gems (4) nella quale gli insegnanti italiani sono in fondo alla classifica dello status sociale riconosciuto, certificato anche dal fatto che solo il 30% degli intervistati vorrebbe intraprendere la professione dell'insegnante e dalla mancanza di rispetto degli alunni verso i propri docenti.
Si ritorna con questi dati ai risultati del sondaggio della SWG citato all'inizio dell'articolo, che aveva individuato un forte disagio dei docenti italiani proprio rispetto a condizione professionale e livello delle retribuzioni.
Eppure la stessa pubblicazione rileva come gli insegnanti italiani risultino al secondo posto, subito dopo la Finlandia e davanti a tutti gli altri paesi, per quanto riguarda l'influenza nella vita scolastica degli studenti.
Inoltre, pur con la necessaria cautela rispetto ai dati presentati, gli ultimi report disponibili delle indagini internazionali IEA 2011 (PIRLS e TIMSS) indicano che gli studenti italiani non sono nelle ultime posizioni della graduatoria, ma, per quello che ci riguarda, un elemento va sottolineato, cioè che l'esperienza ultraventennale dei docenti è direttamente collegata con migliori risultati scolastici degli studenti. (5)
Un ulteriore argomento, quindi, per sostenere, come fa la Gilda degli Insegnanti, la necessità di recuperare gli scatti bloccati e per rivendicare sia il mantenimento per il futuro della progressione economica di anzianità sia il raggiungimento del massimo stipendiale in un arco di tempo inferiore agli attuali 34 anni, anche per i docenti italiani così come lo è già per gli insegnanti in tutta Europa.
Concludendo, non rimane che rilevare la contraddizione di una professione docente che viene ancora avvertita dall'opinione pubblica come significativa, anzi fondamentale, per l'istruzione e la formazione dei giovani e la condizione economica e professionale attuale degli insegnanti che non garantisce la tutela necessaria alla sua realizzazione.
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(1) L'indagine ''Le problematiche dell'insegnamento e percezione di alcune proposte di riforma'' condotta con procedura certificata da una delle aziende leader del settore su un campione rappresentativo di soli docenti in tutta Italia, si può consultare sul sito della Gilda degli Insegnanti: www.gildains.it
(2) Eurydice, ''Teachers' and School Heads' Salaries and Allowances in Europe 2011/12''. Eurydice è una rete istituzionale che raccoglie, aggiorna, analizza e diffonde informazioni sulle politiche, la struttura e l'organizzazione dei sistemi educativi europei. La Rete è nata nel 1980 su iniziativa della Commissione europea. È composta da un'Unità centrale con sede a Bruxelles presso l'Agenzia Esecutiva per l'Istruzione, gli Audiovisivi e la Cultura (EACEA) e da Unità nazionali operanti nei 27 Paesi dell'Unione Europea. L'Unità centrale coordina le attività della rete, redige e diffonde la maggior parte delle pubblicazioni, progetta e gestisce le banche dati e il sito Internet. Le Unità nazionali raccolgono i dati, contribuiscono alla loro analisi e fanno in modo che i risultati raggiungano gli utenti principali a livello nazionale.
(3) Lo studio è stato segnalato anche da Leonardo Martinelli in un articolo de Il Fatto Quotidiano del 23/09/2013 dal titolo: ''Stipendi docenti, l'Italia è nella fascia bassa Ue. Tra i peggiori per gli scatti di carriera''.
(4) Varkey GEMS Foundation, ''Global Teacher Status Index 2013'' (a cura di Peter Dolton e Oscar Marcenaro-Gutierrez). Il Varkey GEMS Foundation è un'organizzazione non-profit con sede a Londra che opera per migliorare gli standard di istruzione dei bambini svantaggiati attraverso progetti che incoraggiano iscrizione nelle scuole, programmi di formazione degli insegnanti e campagne di sensibilizzazione. L'indagine ha convolto: Brasile, Cina, Repubblica Ceca, Egitto, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Israele, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Portogallo, Regno Unito, Turchia, Singapore, Corea del Sud, Spagna, Svizzera e Stati Uniti d'America.
(5) INVALSI, ''Indagini PIRLS TIMSS: i risultati degli studenti italiani in lettura, matematica e scienze'' del 17/12/2012.
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