Una lettera apre un dibattito sui rapporti all' interno della scuola dell' autonomia. Aspettiamo risposte, proposte, suggerimenti
25 Aprile 2014 | di Renza Bertuzzi
L' articolo da noi pubblicato nel marzo 2014 ''Piccoli boiardi crescono'', a firma di Fabrizio Reberschegg, che dava conto delle richieste e delle proteste dei Dirigenti scolastici, ha suscitato una presa di posizione di un nostro collega, Adriano Rovinazzi, già membro del Direttivo provinciale della Gilda degli Insegnanti di Bologna, ora Dirigente scolastico, che afferma ''ho riconfermato l'adesione alla nostra associazione e desidero poter continuare ad offrire il mio contributo''.
Adriano è stato sempre molto attivo - come testimonia chi scrive - nel presentare numerosi nuovi iscritti con convinzione ed impegno e conferma ''di voler continuare a sostenere le molte e giuste a sostenere le molte e giuste iniziative per la scuola da parte dell'associazione''.
Ci scrive quindi per dirci che non ha apprezzato il tono - a suo parere fazioso - dell'articolo di Reberschegg, persona che peraltro egli stima e apprezza ''per l'intelligenza e l'impegno.''
''Vorrei dire che credo che il giornale di un'associazione di educatori dovrebbe evitare cadute di stile e non dovrebbe cavalcare facili ma negative contrapposizioni. Ben vengano le denunce di episodi da stigmatizzare o di posizioni da criticare, senza però rischiare di cadere nell'incitamento all''odio di classe' o di categoria, perchè temo che si rischierebbe di diventare inutilmente faziosi.''
Ringraziamo Rovinazzi per la lettera perchè apre, in maniera garbata e civile, un'interessante questione: è inevitabile il conflitto, tra dirigenti e docenti, nella scuola dell' autonomia?
Fabrizio Reberschegg risponde ''la nostra posizione era di critica alla manifestazione e alle proposte così come sono state scritte dalla ANP e non intendeva essere un preconcettuale attacco al lavoro dei dirigenti scolastici che non tutti si riconoscono nella ANP.
Ribadiamo che dobbiamo uscire dalle logiche aziendalistiche, anche per salvaguardare una funzione del dirigente non costretta ad essere soggetto passivo di applicazione di circolari e normative che ingabbiano molto più che negli anni pre autonomia scolastica e che si trova necessitato o incoraggiato a lavorare per scaricare su altri (docenti, ecc.) le responsabilità connesse ad una funzione sempre più complessa.
Non intendiamo fare una battaglia acritica e preconcettuale contro i dirigenti scolastici, vorremmo invece che ci fosse un serio confronto per proporre una governance della scuola che trovi i giusti equilibri di poteri e competenze dando maggiore responsabilità di docenti senza scadere nella mera autodifesa corporativa.''
E' possibile allora sciogliere in maniera politica questo nodo aggrovigliato di contrapposizioni che discende da una interpretazione della scuola lontana dal dettato costituzionale? Rovinazzi afferma - e noi conoscendolo non abbiamo dubbi in merito - ''continuo a considerarmi innanzi tutto un educatore e credo tuttora al principio di condivisione e al concetto di comunità, pertanto anche come dirigente scolastico cerco di ispirarmi a questo principio e concetto.''
Ma è un dato di fatto che non tutti i dirigenti si ispirino a questi principi e che il modello richiesto dalle varie norme sull' autonomia scolastica non sia questo. La richiesta dei Dirigenti di un sostanzioso aumento di stipendio e di prerogative in linea con un potere più dirigenziale che educativo e contrarie alla necessaria libertà dei docenti non sembra contrastare questa linea.
Ad ogni buon conto la lettera di Rovinazzi apre un dibattito che poniamo ai lettori : è possibile eliminare il conflitto tra docenti e dirigenti nella scuola? Aspettiamo altre lettere di docenti e dirigenti perchè sarebbe interessante che questo dibattito continuasse, così come il confronto. A piccoli passi, ascoltando l' uno le ragioni dell' altro si può fare molta strada.
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