Votare è bene. Votare Gilda-Unams è meglio, se si crede nella funzione istituzionale della scuola e si vuole ancora scommettere sulla funzione docente
06 Febbraio 2015 | di Redazione
1. Valorizzazione della docenza attraverso l’istituzione di un contratto specifico che riconosca la peculiarità non impiegatizia della professione docente e contestualmente valorizzi il lavoro del personale ATA.
2. Istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza, anche con articolazioni regionali, che garantisca l’esplicazione della libertà di insegnamento, prevista dalla Costituzione per superare il sistema delle sanzioni unilaterali comminate dai dirigenti scolastici.
3. Svincolare il Comparto Scuola, con particolare riferimento alla funzione docente, dal sistema di contrattazione previsto dai Dlgs 165/01 e 150/09, così come già avviene per altre categorie di pubblici dipendenti che svolgono funzioni di rilevanza istituzionale, in virtù del fatto che la Scuola Pubblica Statale svolge una funzione istituzionale.
4. Introduzione della prospettiva di considerare eleggibili le figure dirigenziali secondo il principio del primus inter pares.
5. Revisione del sistema dell’autonomia delle scuole introdotto con la legge n. 59 del 1997, in una visione non aziendalistica delle Istituzioni scolastiche. La revisione degli organi collegiali riveste una particolare urgenza, con una chiara divisione tra le competenze sulla didattica e quelle amministrative. Nei futuri Consigli di Istituto la presenza della componente docente dovrà essere rafforzata, evitando comunque la moltiplicazione degli organismi. La contrattazione di secondo livello dovrà svolgersi per ambiti distrettuali o reti di scuole, superando l’attuale livello di singola istituzione scolastica.
6. Introduzione non solo promessa di un organico di istituto funzionale, stabile, di durata pari al corso di studi che garantisca la stabilità del corpo docente, e la necessaria continuità didattica.
7. Generalizzazione della Scuola dell’Infanzia Statale sul territorio nazionale, essendo intollerabile che una gran parte del paese sia oggi costretta ad avvalersi della sola scuola privata in questa fascia di età.
8. Soluzione dell’annoso problema del precariato mediante la immediata stabilizzazione, nel rispetto delle norme europee, di tutto il personale abilitato con almeno tre anni di servizio nella scuola statale. Ciò deve essere fatto con nuove risorse e non, come vorrebbe il governo Renzi, peggiorando le condizioni economiche e professionali dei docenti del personale ata.
9. Riforma definitiva del sistema di formazione e reclutamento garantendo una regolare periodicità dei concorsi pubblici dopo la fase transitoria dei FTA e dei PAS.
10. Riconoscimento dell’anzianità di servizio quale elemento fondamentale della carriera dei docenti, in analogia a quanto avviene negli altri paesi europei rifiutando le ipotesi fantasiose di scatti legati solo al merito contingentato,con una valutazione, attraverso un opportuno sistema di garanzie, degli eventuali demeriti.
11. Considerazione delle peculiarità della funzione docente, in relazione alla riforma pensionistica, prevedendo, al raggiungimento di un’elevata anzianità di servizio, una riduzione dell’orario di insegnamento, o forme di part time e pensione negli ultimi cinque anni di servizio.
12. Fondamento di ogni richiesta precedente: incremento dei finanziamenti per l’Istruzione, essenziali per lo sviluppo futuro del paese, come previsto dalle direttive europee, in termini reali rapportati al PIL, garantendo innanzi tutto una retribuzione dignitosa ai docenti italiani.
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