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Numero 5 - Novembre 2015
Numero 5 Novembre 2015

1917: la Scuola e la Cultura difese dalla furia degli uomini

La difesa del diritto all’istruzione durante la Grande Guerra fu estremamente determinata: Oggi, in Siria, circa cinque milioni di bambini non possono andare a scuola perché le scuole sono state distrutte o sono teatro di guerra. Servirebbero 2,9 miliardi di dollari, ma I paesi dell’ONU ne hanno versato solo il 9%! Non era successo durante la Grande Guerra


23 Ottobre 2015 | di Piero Morpurgo

1917: la Scuola e la Cultura difese dalla furia degli uomini Il 1917 è l’anno della furia della guerra: la Germania progetta di invadere gli USA dal Messico, la Francia organizza il disastroso attacco pianificato dal comandante Nivelle, l’Italia viene sconfitta a Caporetto, l’Inghilterra conquista Gerusalemme e si espande nel Vicino Oriente, a Ypres viene fatta esplodere una bomba sotterranea che uccide migliaia di tedeschi, la Germania dichiara la guerra sottomarina illimitata, gli USA entrano in guerra, Londra è bombardata dall’aviazione tedesca, Asiago viene presa dagli austriaci, Lenin abbatte il regime zarista in Russia. Centinaia di migliaia di profughi si spostano in Italia e in Francia: i bambini rifugiati (1) arrivano a Milano, Firenze, Parigi ove si organizzano raccolte di fondi e di giochi per chi scappa dalle atrocità (2). Passato e presente si inseguono. Allora come oggi la barbarie distrusse la cultura: il 25 agosto del 1914 la città belga di Lovanio fu data alle fiamme e “l'antico collège Saint-Yves ; l'Ecole des Beaux-Arts; l'Ecole commerciale dell’Università; la nostra ricca biblioteca con le sue collezioni, gli incunaboli, i manoscritti inediti, /.../ un patrimonio di tesori intellettuali, storici, artistici, frutto di cinque secoli di attività tutto è stato annientato” (3). Sono le parole della Lettera Pastorale del Cardinal Mercier che nel denunciare la distruzione di scuole e ospedali (4) invitava a resistere. L’emozione fu enorme (5). Già nel 1870, durante la guerra franco prussiana, fu data alle fiamme la biblioteca di Strasburgo e il fuoco fu appiccato nuovamente, nel 1940, alla biblioteca di Lovanio. Dopo il Belgio toccò alla Francia: distrutta la cattedrale di Reims e tutti i suoi manoscritti (6), incendiate e saccheggiate le biblioteche e i musei ad Arras e a Douai (7). Dal 1916, da Londra a Sidney, i sindaci dell’Impero Britannico raccolsero finanziamenti per aiutare i bambini del Belgio. Nel 1917 il Ministero della Guerra francese istituì un “Service de protection des œuvres d’art” la proposta veniva da quel Clemenceau soprannominato “la tigre” e che, grande amico di Claude Monet organizzerà all’Orangerie di Parigi l’esposizione delle Nymphéas di Monet come monumento alla pace ritrovata. Sin dall’inizio del conflitto la Francia ha cercato di salvaguardare il diritto all’istruzione soprattutto dei più piccoli: le scuole furono trasferite nelle cantine delle fattorie (8). A garantire la didattica e la sicurezza degli allievi e degli insegnanti c’era l’instancabile attività dell’ispettore Octave Forsant che annotava ogni intervento “nell’interesse delle famiglie e per il bene dell’infanzia”; in totale furono aperte 15 scuole sotterranee e alcune di queste si trovavano a poche centinaia (9) di metri dalla linea del fronte. La Francia aveva anche stanziato fondi per accogliere in 73 istituzioni scolastiche i profughi della Serbia (10). In Italia sulle colonne del “Resto del Carlino” Bruno Nardi (11) recensisce la nuova storia del pensiero scientifico di Aldo Mieli augurandosi che la scuola e la cultura si aprano al pensiero critico. Nell’URSS tutti i sistemi scolastici vennero unificati e tutte le scuole sono miste, furono abolite le classi e istituiti i gruppi di livello poiché si progettava “un lavoro gioioso e creativo, libero da costrizioni nei confronti degli allievi” (12); allora Lounartcharscki, Commissario del Popolo per l’Educazione dal 1917 al 1929 sognava una scuola capace di liberare le anime e vedeva nella scolarizzazione dell’infanzia il modo per la creazione di una società perfetta. Il progetto si infranse con il progressivo affermarsi del totalitarismo. Nel frattempo il quotidiano “Le Figaro” (13) annunciava, il 16 febbraio 1917, che le ragazze stavano iscrivendosi in massa alle scuole di arti e e mestieri il fenomeno fu commentato con scetticismo “come potrà una donna senza vigore fare l’architetto in un cantiere?” Poi, il 9 novembre 1917, vien data la clamorosa notizia: ben due ragazze hanno superato il concorso per essere ammessi alla prestigiosa École des Chartes. La difesa del diritto all’istruzione durante la Grande Guerra fu estremamente determinata: nel dicembre del 1917, l’American University Union (AUU) e il dipartimento dell’educazione della Young Men Christian Association (YMCA) chiedono, con il consenso del generale Pershing, che gli student americani mobilitati al fronte possano essere accolti nelle università francesi quando non impegnati nei combattimenti: complessivamente verranno accolti quasi seimila “studenti-soldato” (14). Presente e passato. Oggi, in Siria, circa cinque milioni di bambini non possono andare a scuola perché le scuole sono state distrutte o sono teatro di guerra. Servirebbero 2,9 miliardi di dollari, ma I paesi dell’ONU ne hanno versato solo il 9%! Non era successo durante la Grande Guerra.
 
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(1) http://www.itinerarigrandeguerra.it/I-Bambini-Fuggiti-Dopo-La-Disfatta-Di-Caporetto
(2) Y. e S. Winterberg, I diari segreti dei bambini sopravvissuti alla Grande Guerra, Berlin – Roma 2014.
(3) Si veda ora C. Kott, Préserver l’art de l’ennemi? - Le patrimoine artistique en Belgique et en France occupées, 1914-1918, Bruxelles 2006.
(4) https://ia800501.us.archive.org/2/items/lettrepastoraled00merc/lettrepastoraled00merc.pdf
(5) Sulla questione storiografica delle atrocità commesse cfr. J. Horne – A. Kramer, German Atrocities and Franco-German Opinion, 1914: The Evidence of German Soldiers' Diaries, in “The Journal of Modern History”, 66 / 1 (1994), pp. 1-33.
(6) http://www.reims.fr/culture-patrimoine/archives-municipales-et-communautaires/guerre-1914-1918/exposition-galerie-dimages-reims-dans-la-guerre-1914-1918/5-lincendie-de-la-cathedrale-de-reims--4350.htm
(7) http://bbf.enssib.fr/consulter/bbf-2014-03-0114-009
(8) http://www.reims.fr/culture-patrimoine/archives-municipales-et-communautaires/guerre-1914-1918/exposition-galerie-dimages-reims-dans-la-guerre-1914-1918/11-les-ecoles--4709.htm
(9) https://fr.wikisource.org/wiki/Le_Martyre_de_Reims,_les_%C3%A9coles_dans_les_caves
(10) A. Moulins, L'université française et la jeunesse serbe, Paris 1917.
(11) http://www.storiaememoriadibologna.it/files/giornali/1917_01_01_carlino.pdf
(12) W. Berelovič, La sovietisation de l'école russe, 1917-1931, Lausanne 1990, pp. 12-15, 24-26.
(13) http://www.lefigaro.fr/histoire/centenaire-14-18/2014/08/12/26002-20140812ARTFIG00055-les-jeunes-filles-a-l-assaut-de-l-ecole-centrale-1917.php
(14) C. Barrera, Les étudiants-soldats américains en France au sortir de la Première Guerre mondiale, in “Histoire de l’education”, 125 (2010), pp. 27-48.
 
 


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Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
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