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Numero 1 - Gennaio 2016
Numero 1 Gennaio 2016

Dante o l'universale: per riconoscersi e per cercare nel passato le spiegazioni del presente

Emilio Pasquini, Il viaggio di Dante. Storia illustrata della Commedia, Carocci editore. La Commedia come storia illustrata di un illustre filologo, un invito per tutti a non dimenticare chi fuor li maggior nostri e a ricordare che la cultura unifica solo a condizione che ci si riconosca in principi, valori e storia comuni


27 Dicembre 2015 | di Renza Bertuzzi

Dante  o l'universale:  per riconoscersi e per cercare nel passato le spiegazioni del presente Il progetto della buona scuola, divenuto legge 107/2015, presenta elementi fortemente critici, di cui il nostro giornale si è interessato a fondo da diverso tempo. Vi sono aspetti tecnici aberranti e aspetti politici pericolosi, sospettati fortemente di essere lesivi di principi costituzionali, quali la libertà d’ insegnamento. E non è tutto. Quell’ impianto mostra anche l’ assenza preoccupante di una visione culturale unitaria, che dovrebbe caratterizzare la funzione costituzionale della scuola. Si tratta di un contenitore amorfo, vuoto di prospettive. Giudizi non nostri (ma che condividiamo in pieno) bensì di autorevoli intellettuali, quali Ernesto Galli della Loggia e Adriano Prosperi che hanno affermato “La buona scuola è innanzi tutto un’idea. Un’idea forte di partenza circa ciò a cui la scuola deve servire: cioè del tipo di cittadino - e vorrei dire di più, di persona - che si vuole formare, e dunque del Paese che si vuole così contribuire a costruire Che cosa è diventata negli anni la scuola italiana lo si capisce dunque guardando all’Italia di oggi. [...]A ciò si rimedia con la cultura, con un progetto educativo articolato in contenuti culturali mirati a valori etico-politici di cui l’intero ciclo scolastico sappia farsi carico. (E. Galli Della Loggia, Il Corriere della sera, 8 marzo 2015).
Alla creazione di questa scuola si sono dedicati i maggiori ingegni dell’Italia risorgimentale [...]. Se gli italiani non sono più il “volgo disperso” descritto da Manzoni, se la Recanati di Leopardi non è più un “borgo selvaggio” ma ha uno splendido Liceo dove anche gli ultimi nipoti dello zappatore e della “donzelletta” possono studiare, è per merito di un percorso faticoso ma fondamentale di costruzione di una buona scuola.” ( A. Prosperi, “ La Repubblica, 19/05/2015).
 
Non troviamo, in effetti, alcuna visione culturale unitaria nel comma 2 dell’ unico articolone che caratterizza la Legge 107/2015, in cui si afferma che le istituzioni scolastiche devono orientarsi alla massima diversificazione. Un invito perentorio non si sa se irresponsabile o colpevole nella leggerezza che induce ad una frantumazione di quei punti di riferimento culturali che hanno agito, nel tempo, come potenti meccanismi di riconoscimento reciproco. Per cui la selva oscura o dolce e chiara è la notte, o l’ ermo colle o addio monti avevano rappresentato non solo stilemi letterari ma anche immagini in cui generazioni di italiani si erano riconosciuti come parte di un mondo.
Il rischio che ci pare imminente è la frantumazione, in nome di una illusoria libertà (fate ciò che vi pare), di quel collante culturale così necessario all’ umanità, come i tragici e terribili fatti della nostra modernità ci fanno intravedere.
Non vi sono dubbi sul fatto che i fondamenti della nostra cultura risiedano in Dante. Un autore che si è imposto recentemente nell’ industria culturale di massa grazie all’ azione di attori molto amati dal pubblico ma il cui studio, nella scuola, è andato purtroppo diminuendo.
Ci pare dunque assai interessante (e l’accogliamo con grande piacere) l’ operazione di un filologo di grande levatura come Emilio Pasquini, che ha dedicato a Dante la massima parte dei suoi studi, di impegnarsi in una versione sintetica e riassuntiva (ma non semplificata) della Divina Commedia, e dunque del viaggio di Dante.
Lo scopo - ci dice l’ autore nell’ intervista - è quello di restituire a Dante la popolarità a lui coeva e di avvicinarlo alla sensibilità visiva dei giovani.
Ma anche di “indurre i giovani a cercare nel passato le spiegazione del presente e le eventuali previsioni del futuro. Questo, in un mondo, come l’attuale, dominato dall’ossessione del presente, non è insegnamento da poco.”
Non solo, ci permettiamo di aggiungere. Il viaggio di Dante è una metafora universale che racchiude il senso della vita (l’ amore, la morte, il suicidio, la salvezza, la corruzione, il dolore, la tragedia) e l’ importanza dei valori a cui rapportare le tante, singole, vite.
In questa modernità confusa, con la diaspora dei punti di riferimento, dove l’ identità è divenuta una monade in sé racchiusa, ci sembra importante ritrovare il senso della nostra storia e della nostra vita non in facebook ma in un autore forte, perché Dante è tutti noi. Ed è bene che giovani, giovanissimi e meno giovani ne prendano coscienza. In fretta, prima di ascoltare tragicamente qualcuno dire: Dante, chi?





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Numero 1 - Gennaio 2016
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
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