Almeno il 50% dei posti di potenziamento concessi alle scuole non corrispondono a quello che le scuole avevano richiesto. Anche qui una scelta politica di facile consenso?
28 Dicembre 2015 | di Fabrizio Reberschegg
Con l'assunzione dei 55 mila insegnanti sul mitico organico di potenziamento si è conclusa la fase straordinaria delle immissioni in ruolo prevista dalla cosiddetta "Buona Scuola". Il governo ha sostenuto trionfalmente che l’organico potenziato servirebbe ad ampliare l'offerta formativa in arte, musica, educazione fisica, cittadinanza, lingue, ecc. , fornendo le singole scuole di almeno 6-7 docenti in più. Per ottenere questo risultato, ha chiesto alle scuole di indicare le aree disciplinari da potenziare e i collegi dei docenti hanno espresso in fretta e furia una serie di priorità. Il risultato è che almeno il 50% dei posti di potenziamento concessi alle scuole non corrispondono a quello che le scuole avevano richiesto. Di fatto, dunque, la fase C di potenziamento è stata finalizzata a piazzare in organico i docenti inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento e dunque per "svuotare" le GAE senza una visione di medio periodo sull'articolazione degli organici. Una scelta politica di ricerca di facile consenso.
Durante l'iter dell'approvazione della legge 107, la Gilda degli Insegnanti aveva sostenuto in più occasioni, con le forze politiche, che uno svuotamento serio delle GAE avrebbe dovuto contemplare un piano pluriennale di assunzioni su posti effettivamente disponibili superando la distinzione tra organico di diritto e organico di fatto. Avevamo calcolato che nel giro di tre anni sarebbero stati assorbiti su cattedre vere e non inventate tutti i docenti nelle GAE della maggior parte delle classi di concorso. Il governo ha preferito invece una immissione in ruolo di massa dei docenti in GAE con il rischio che in tantissimi casi non si sappia cosa far fare a questi colleghi. Tappabuchi? Progettisti? Manovalanza per l'organizzazione della didattica? Avrebbe dovuto essere il Piano Triennale dell'Offerta Formativa a stabilire le modalità di utilizzo sulla didattica, ma il piano è stato di norma approvato ex post alla fase C e su posti e cattedre decisi unilateralmente dal MIUR attraverso i soliti misteriosi algoritmi. Così le scuole si trovano a gestire in maniera "creativa" docenti di diritto, storia dell'arte, economia aziendale, ecc. quando avrebbero invece bisogno di lettori di lingua, docenti di inglese, matematica, italiano, italiano per stranieri, ecc. Il paradosso è poi che per tutti quei docenti assunti nella fase C che rimarranno sulla cattedra di supplenza annuale e che quindi non prenderanno servizio diretto nell'organico potenziato saranno chiamati supplenti "potenziati". A fare che cosa non si sa. Per evitare fraintendimenti vorremmo chiarire subito che siamo felici per la stabilizzazione di questi colleghi, molti dei quali attendevano da anni inutilmente l'assunzione a tempo indeterminato. Esprimiamo invece perplessità per il fatto che, a nostro avviso, dovevano prioritariamente essere assunti i docenti su effettivi posti vacanti in possesso di abilitazione e con almeno 360 giorni di servizio nella scuola statale, fossero nelle GAE o meno, in ottemperanza di quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Europea. Così tutti i colleghi abilitati, che si trovano ora in seconda fascia di istituto su classi di concorso di cui effettivamente ci sarebbe bisogno, dovranno fare l'ennesimo concorso, mentre in fase C sono entrati docenti anche con una esperienza lavorativa vicina allo zero. Fin qui le contraddizioni determinate dall'organico di potenziamento. Ma i problemi all'orizzonte sono molto più complicati. Cosa succederà agli organici nell'anno 2016-17? Organico di diritto e organico potenziato resteranno divisi oppure si arriverà ad un unico organico dell'autonomia? Esisterà ancora lo scostamento storico tra organico di fatto e organico di diritto? Sono questioni che hanno una ricaduta fondamentale per la mobilità e per l'organizzazione della didattica nelle scuole. Questioni che il MIUR non sa ancora come affrontare concretamente. Sappiamo che tutti coloro che hanno partecipato alla fase B e C delle immissioni in ruolo avranno la mobilità su ambiti. Più confuso è ciò che accadrà per la fase 0 e A anche se la legge 107 da una parte dice che questi sono assegnati alle scuole con la tradizionale domanda di trasferimento su scuola e dall'altra dice che tutti i docenti in fase di mobilità non vanno su posto scuola, ma solo su ambito. La chiamata su ambito introduce il pericoloso principio della chiamata diretta da parte del dirigente scolastico. Sappiamo anche che la discrezionalità del dirigente si applica nell'assegnazione dei docenti alle classi, anche se con il limite del rispetto dei criteri stabiliti dal Collegio dei Docenti e dal Consiglio di Istituto, limite che troppo spesso è eluso dai dirigenti scolastici.
Nel caso di immediata fusione dell'organico potenziato con l'organico di diritto potrebbe quindi essere il dirigente a stabilire chi va in classe e chi invece va sul potenziamento a prescindere dalla situazione della graduatoria interna di istituto. Se ciò avvenisse senza il consenso degli interessati sarebbe un'arma micidiale nelle mani della dirigenza per dirottare i docenti "meno bravi" o più rompiscatole nelle funzioni previste dall'organico di potenziamento. Del resto non è possibile immaginare una situazione in cui strutturalmente vi siano docenti ordinari di seria A su posti-cattedra e docenti di potenziamento di serie B.
Come si può facilmente notare, siamo molto distanti dalla storica richiesta portata avanti dalla Gilda e da altri sindacati di creazione di un organico funzionale di istituto, determinato sulla base delle reali esigenze della scuola e con regole precise di funzionamento e attribuzione dei posti cattedra in cui il dirigente è a servizio delle scelte della scuola e del Collegio dei Docenti e non viceversa.
La questione dell'organico potenziato diventerà con tutta probabilità una delle tante mine vaganti della "buona scuola". E' pertanto essenziale che i Collegi dei Docenti si riapproprino del potere decisionale in merito alle richieste di organico potenziato e aggiuntivo chiedendo posti e cattedre effettivamente necessari e che i sindacati si impegnino in una vera battaglia per evitare che in sede di mobilità passi il principio della chiamata diretta discrezionale del dirigente su ambiti. Servono regole chiare che salvaguardino l'anzianità di servizio (si pensi al problema dei possibili soprannumerari che dovrebbero essere mandati sugli ambiti), le priorità da applicare e le fasi stabilite dai precedenti contratti sulla mobilità. La Gilda sarà in prima linea in questa direzione.
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