La pensione: dati certi e linee di tendenza
14 Febbraio 2016 | di Rosario Cutrupia
[Lo stato attuale]
ESPERO, FONDO DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER I LAVORATORI DELLA SCUOLA
A partire dagli anni Novanta il nostro sistema pensionistico è stato profondamente modificato.
I principali cambiamenti sono stati:
- il progressivo aumento dell’età pensionabile;
- la transizione verso il sistema di calcolo contributivo per determinare l’importo della pensione;
- l’adeguamento dei tassi di trasformazione all’aspettativa di vita.
Con tali riforme, nel futuro, le nuove pensioni saranno sempre minori in rapporto all’ultima retribuzione percepita. È questa la ragione principale per cui alla previdenza obbligatoria viene affiancata la previdenza complementare.
Il Fondo Scuola Espero è il fondo pensione negoziale rivolto a tutti i dipendenti della scuola, pubblica e privata. E’ stato istituito dai rappresentanti dei lavoratori e della amministrazione nell’ambito del contratto nazionale dei lavoratori della scuola. E’ un’associazione senza fini di lucro, il cui obiettivo è quello di permettere all’aderente di costruire una pensione complementare per integrare il previsto abbassamento della pensione pubblica. E’ amministrato e controllato dai rappresentanti eletti dai lavoratori e dai componenti designati dal MIUR.
Attualmente al Fondo Espero hanno aderito più di 100.000 soci.
Espero è un fondo pensione a capitalizzazione individuale e contribuzione definita. Ogni lavoratore che aderisce al Fondo apre un proprio conto individuale dove confluiscono le somme versate. Il finanziamento avviene mediante una contribuzione reale e una contribuzione figurativa (o virtuale):
1. La contribuzione reale, versata ogni mese, è costituita dal contributo del datore di lavoro; dal contributo del lavoratore e dai rendimenti conseguiti con l'investimento sui mercati finanziari.
2. La contribuzione figurativa, composta dagli accantonamenti delle quote di TFR che maturano dalla data di iscrizione a Espero, invece, è contabilizzata su un conto individuale tenuto dall'INPS. Queste quote non sono versate al Fondo man mano che maturano, ma sono accantonate figurativamente presso l'INPS che alla cessazione dal servizio le conferirà a Espero.
Attraverso l’adesione al Fondo e il versamento della contribuzione, il socio fruisce del contributo annuo dell’Amministrazione (datore di lavoro) versato ogni mese sul conto del lavoratore. Da tale contributo sono esclusi coloro che non aderiscono a Espero.
L’adesione al Fondo per i dipendenti della scuola pubblica avviene on line unicamente tramite il portale NoiPA.
LE CONTRIBUZIONI DEL PERSONALE IN REGIME TFR (ASSUNTO IN RUOLO DOPO IL 31/12/2000)
1. Il TFR maturato prima dell’adesione a Espero rimane presso l’INPS, si rivaluta annualmente nella misura dell’1,5% più il 75% dell’indice d’inflazione ISTAT e viene corrisposto dallo stesso ente direttamente all'interessato dopo la cessazione dal servizio.
2. Dopo l’adesione l’iscritto versa a Espero il contributo obbligatorio pari all’1% della retribuzione; può comunque aumentarlo fino all’11% della retribuzione e può aumentare o diminuire la percentuale di anno in anno.
3. Il contributo destinato a Espero è esente da imposta sui redditi e viene trattenuto mensilmente al netto della stessa imposta.
4. L’amministrazione (quale datore di lavoro) versa un proprio contributo dell’1%.
5. Il TFR maturato dopo l’adesione, pari al 6,91% della retribuzione annua, viene accantonato figurativamente presso l’INPS, che lo rivalutata nella stessa misura dei rendimenti del Fondo e lo conferisce a Espero dopo la cessazione dal servizio.
6. Di fatto, fino alla cessazione dal servizio, Espero gestisce solo i contributi versati mensilmente dall’iscritto e dall’amministrazione.
7. In definitiva, il montante complessivo è costituito dai contributi versati dal dipendente, da quello versato dal datore di lavoro, dal TFR maturato dopo l'adesione e dai rendimenti.
LE CONTRIBUZIONI DEL PERSONALE IN REGIME TFS (ASSUNTO IN RUOLO PRIMA DELL’1/1/2001)
1. Il TFS maturato fino all’adesione a Espero viene convertito in TFR; è contabilizzato presso l’INPS; si rivaluta annualmente nella misura dell’1,5% più il 75% dell’indice d’inflazione ISTAT; viene corrisposto dallo stesso ente direttamente all'interessato dopo la cessazione dal servizio.
2. Dopo l’adesione l’iscritto versa a Espero il contributo obbligatorio pari all’1% della retribuzione; ma può aumentare il proprio contributo fino al 3% della retribuzione e, di anno in anno, può aumentare o diminuire la percentuale.
3. Il contributo, esente da imposta sui redditi, viene trattenuto mensilmente al netto della stessa imposta.
4. L’amministrazione (quale datore di lavoro) versa un proprio contributo dell’1%.
5. Il TFR maturato dopo l’adesione a Espero, pari al 6,91% della retribuzione annua, continua ad essere contabilizzato presso l’ente previdenziale.
6. Il 4,91% del TFR si aggiunge al TFS maturato fino al momento dell’adesione a Espero e convertito in TFR. Le somme sono rivalutate con le regole del TFR. L'ammontare complessivo, dopo la cessazione dal servizio, viene corrisposto dall'ente previdenziale direttamente all'interessato.
7. Il rimanente 2% del TFR e un contributo aggiuntivo dell’1,5% del TFS, sono rivalutati nella stessa misura dei rendimenti del Fondo e conferiti dall’INPS a Espero dopo la cessazione.
8. Di fatto, fino alla cessazione dal servizio, Espero gestisce solo i contributi versati ogni mese dall’iscritto e dall’amministrazione.
9. In definitiva, il montante complessivo è costituito dai contributi versati dal dipendente e dal datore di lavoro, dal 2% del TFR maturato dopo l'adesione, dal contributo aggiuntivo dell’1,5% e dai rendimenti realizzati con l'investimento sui mercati finanziari.
LE PRESTAZIONI EROGATE DAL FONDO, DALLA RENDITA ALL'ANTICIPAZIONE
Con l’adesione a Fondo Espero il lavoratore sceglie di ottenere, in un futuro, una rendita aggiuntiva rispetto alla pensione pubblica erogata dall'INPS.
Il versamento dei contributi e delle quote di TFR al Fondo, consente al lavoratore, in possesso di determinati requisiti, di ottenere le prestazioni previste.
La prestazione principale è la rendita vitalizia, cioè la pensione complementare o integrativa, che è la vera motivazione della scelta del lavoratore di destinare il TFR e i contributi previsti alla previdenza complementare. Ma sono possibili anche prestazioni particolari come l’erogazione delle somme accumulate in forma capitale in sostituzione della rendita, un’anticipazione e altro.
LE PRESTAZIONI PRIMA DEL PENSIONAMENTO
RISCATTO
Può richiedere il riscatto della posizione accumulata l’iscritto che cessa l’attività lavorativa per le seguenti cause: pensionamento, decesso, scadenza del contratto, dimissioni, licenziamento, inabilità, mobilità, fondo esuberi, fallimento e per altre cause indipendenti dalla volontà delle parti.
In caso di decesso dell’associato prima del suo pensionamento la posizione maturata nel Fondo viene riscattata dal coniuge, o, in sua mancanza, dai figli o, in mancanza del coniuge e dei figli, dai genitori se fiscalmente a carico dell’iscritto. Se mancano i suddetti beneficiari, l’iscritto può designare come beneficiario, una qualsiasi persona. Qualora mancassero tutti i soggetti sopra descritti la posizione resta acquisita al Fondo.
ANTICIPAZIONE
Dopo 8 anni di iscrizione al Fondo è possibile richiedere un’anticipazione, fino all’ammontare dei contributi effettivamente versati e dei rendimenti, nei seguenti casi:
– acquisto o ristrutturazione della prima casa per sé o per i figli;
– spese sanitarie per terapie ed interventi straordinari riconosciuti dalle strutture pubbliche competenti;
– spese sostenute durante la fruizione dei congedi per la formazione continua.
TRASFERIMENTO
È possibile chiedere il trasferimento ad un altro fondo della posizione maturata con Espero:
– in costanza dei requisiti di partecipazione al Fondo, dopo almeno 3 anni di iscrizione;
– in caso di perdita dei requisiti di partecipazione al Fondo per dimissioni, pensionamento, licenziamento, ecc.
LE PRESTAZIONI DOPO IL PENSIONAMENTO
Al momento del pensionamento, l'iscritto potrà scegliere tra le seguenti opzioni:
– la trasformazione in rendita (pensione complementare annua), calcolata moltiplicando il montante complessivo per appositi tassi di trasformazione;
– l’erogazione fino al 50% in capitale e la restante percentuale in rendita;
– l’erogazione del 100% in capitale;scelta disponibile solo nel caso in cui la rendita di Espero sia inferiore all'ammontare dell'assegno sociale INPS.
Il lavoratore può decidere di proseguire la contribuzione, anche oltre il raggiungimento dell’età pensionabile prevista nel regime di base: la maturazione dei requisiti per il pensionamento non obbliga l’iscritto a richiedere la pensione complementare.
[Le linee di tendenza]
IL SISTEMA PENSIONISTICO, LE TENDENZE DI MEDIO E LUNGO PERIODO
In Italia, la spesa pubblica per le pensioni è la più elevata tra i paesi dell'OCSE. Durante gli ultimi anni le pensioni hanno assorbito il 15,7% del PIL, rispetto ad una media OCSE dell’8,4%.
La spesa per pensioni risulta essere la componente più importante della spesa pubblica: oltre il 30 percento del bilancio, rispetto ad una media OCSE del 16%. Il bilancio negativo è evidente, in quanto le entrate derivanti dai contributi pensionistici rappresentano il 9.4% del PIL; mentre i contributi, a carico del lavoratore e del datore di lavoro, in Italia sono quasi il 33% delle retribuzioni, rispetto ad una media OCSE del 21%.
Gli interventi legislativi che maggiormente contribuiscono al contenimento della dinamica del rapporto fra spesa pensionistica e PIL sono:
• la riduzione dell’indicizzazione delle pensioni;
• l’introduzione graduale del sistema di calcolo contributivo delle pensioni;
• l’innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso al pensionamento in funzione della speranza di vita;
• l’adeguamento periodico dei coefficienti di trasformazione.
Questi interventi hanno migliorato la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico, permettendo nel medio e lungo periodo di ridurre la spesa pubblica per pensioni di circa 2 punti percentuali di PIL.
Nel sistema di calcolo retributivo i fattori che determinano l’importo della pensione sono le retribuzioni degli ultimi dieci anni e il numero di anni di contribuzione maturati.
Il meccanismo di calcolo contributivo, invece, si basa sulla capitalizzazione e rivalutazione dei contributi versati ogni anno e che, al pensionamento, sono convertiti in rendita mediante coefficienti di trasformazione, variabili in aumento al crescere dell’ età pensionabile.
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