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Numero 3 - Maggio 2017
Numero 3 Maggio 2017

1925: in Francia la gioia della lettura, in Italia la cultura della dittatura


23 Aprile 2017 | di Piero Morpurgo

1925: in Francia la gioia della lettura, in Italia la cultura della dittatura Accadde nel 1925: Mussolini annullò i poteri del Parlamento, un insegnante del Tennessee (USA) fu condannato per aver insegnato l’evoluzionismo, furono firmati i Trattati di Locarno in base ai quali gli stati europei si impegnavano al reciproco rispetto delle frontiere, Lindbergh atterrò a Parigi con il primo volo da New York, Tolkien pubblicò Roverandon le avventure di un cane alato Rover, trasformato da uno stregone in un cagnolino di porcellana che riuscirà a riprendersi la vita.
 
La formazione dello spirito fascista
In quell’anno fu fondato l'Istituto Nazionale LUCE per la diffusione di pellicole propagandistiche, “didattiche e scientifiche”, sempre a Roma, G. Treccani e G. Gentile (1) avviarono l’opera dell’Enciclopedia Italiana. La dittatura fascista iniziò a condizionare scuole e università. L’8 aprile 1925 Gentile scrisse agli studiosi, per invitarli a collaborare a un’opera di carattere nazionale che intendeva raccogliere, al di sopra di tutti i partiti politici o indirizzi scientifici, tutte le energie intellettuali del paese; in molti risposero all’invito tra essi non vi fu Croce, che a Gioacchino Volpe scriveva: «come volete che io collabori a un’Enciclopedia diretta da chi ha pur testé, a Bologna, osato proclamare che la cultura deve essere fascista?». Gentile pubblicò il Manifesto degli intellettuali italiani fascisti agli intellettuali di tutte le Nazioni, «Il Popolo d’Italia», 21 aprile 1925, al quale replicò Croce con il Manifesto degli intellettuali antifascisti «Il Mondo», 1 maggio 1925. Poi verrà istituito l’Istituto Nazionale Fascista di Cultura. Nel discorso inaugurale dell’Istituto, tenuto in Campidoglio il 19 dicembre 1925, Gentile dichiarò di voler operare per «una coscienza politica nazionale»: l’Istituto avrebbe dovuto assolvere la funzione di «contribuire al progresso intellettuale, morale ed economico del popolo italiano» per «illuminare e formare la coscienza della nuova Italia che i fascisti vagheggiavano» (2)
 
L’ora gioiosa: la biblioteca della libertà
Nello stesso periodo in Francia venne reinventata la “storia della letteratura” nella scuola con la necessità di contestualizzare e di leggere gli autori e le loro opere originali (3); l’anno prima, ad opera del Comité Américain pour les Régions Dévastées, era stata aperta a Parigi la prima biblioteca popolare per bambini (4): l’Heure Joyeuse (5), un modello di libertà per i bambini. La biblioteca consentiva l’accesso dall’età di 6 anni sino al compimento dei 17 e permetteva la libera consultazione di tutto il patrimonio librario esposto sugli scaffali. La grande novità fu l’abolizione della separazione dei sessi: le sale erano aperte a bambini e bambine e lo scandalo fu tale che una dirigente scolastica progettò una barriera che dividesse in due la sala. Il muro non fu costruito. Altri tempi. Ogni mese venivano eletti all’interno di assemblee generali due direttori, una bambina e un bambino, che avevano il compito di accogliere i nuovi lettori; inoltre si organizzavano mostre didattiche e ore di lettura comune. Il discorso inaugurale fu tenuto dal bibliotecario Eugene Morel (6): “la libertà di scelta potrebbe distogliere l’infanzia dai loro doveri scolastici? Potrebbe essere fonte di disordini? E poi ragazze e ragazzi insieme! /.../ Fiori, piante verdi ,invitati, relatori, il tutto in un’atmosfera di fraternità. Ecco un’operazione ‘comunista’: il mettere in comune i libri per l’istruzione, per la consultazione, per l’apprendimento e per il piacere. La scuola è abolita, niente punizioni, niente compiti obbligatori. /.../ Noi pensiamo che la biblioteca libera, la biblioteca di tutti sia l’organo essenziale della città moderna. /.../ A che servono tutti gli sforzi per l’insegnamento, se questa fatica ti lascia solo giacché, conseguito un diploma, avrai solo il diritto all’ignoranza proprio quando avresti il diritto di giudicare e di votare? La biblioteca dei bambini prefigura le biblioteche che tutta la Francia attende e che la Francia avrà. /.../ la lettura è un sistema educativo, un sistema di istruzione autodidatta che esalta la libertà della ricerca e la scoperta e non la semplice acquisizione del sapere” (7) .
Nella nuova biblioteca per Morel: “Il bambino è nel suo regno, firma con il suo nome, sceglie i suoi libri, non riceve consigli se non li richiede, apprende il segreto fondamentale della libertà: il rispetto del bene comune e del diritto degli altri”. Venti di speranza che in Italia furono fiaccati da una Mostra Didattica Nazionale svoltasi a Firenze nel 1925 a cui si oppose la Storica della Scuola Italiana che esaltò gli studenti che combatterono per la libertà e che fu organizzata da Salomone Morpurgo e da Ernesta Bittanti vedova di Cesare Battisti.
 
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1) http://www.treccani.it/enciclopedia/gentile-organizzatore-di-cultura_(Croce-e-Gentile)/
2) S. Salustri, L’università fascista di Bologna un modello di accademia per il regime?, in D. Novarese, ed., Accademie e scuole. Istituzioni, luoghi, personaggi, immagini della cultura e del potere, Milano 2011, p. 380
3) http://histoire-education.revues.org/866?lang=en
4) https://americanlibrariesmagazine.org/2017/02/16/french-connection-librarians-wwi-france/
5) C. Peclard, Une aventure: l’heure joyeuse, Villeurbanne 1985 http://www.enssib.fr/bibliotheque-numerique/documents/63491-aventure-l-heure-joyeuse-une.pdf
6) G. M. Benoit, Eugene Morel: Pioneer of Public Libraries in France, Duluth MN 2008
7) http://bbf.enssib.fr/consulter/bbf-2012-01-0045-008
 
 


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Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
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