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Numero 4 - Settembre 2017
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Piattaforma S.O.F.I.A.: il supermarket della formazione della selva delle piattaforme digitali

Un’ altra piattaforma, per una semplificazione amministrativa, che rischia di ampliare il delirio degli accessi


21 Agosto 2017 | di Fabrizio Reberschegg

Piattaforma S.O.F.I.A.: il supermarket della formazione della selva delle piattaforme digitali In applicazione della legge 107/15, che ha introdotto l’obbligatorietà della formazione dei docenti inserendola nella funzione docente, gli uffici del MIUR stanno cercando da due anni di organizzare le procedure per consentire ai docenti, alle scuole e alle associazioni e enti di formazione di accedere a specifici servizi per la scelta e la pubblicizzazione dei corsi.
Dopo alcuni tentativi sperimentali di organizzazione di portali digitali per l’inserimento dei corsi in una specifica piattaforma - che hanno determinato non pochi problemi per l’utenza- si è arrivati alla creazione di una sorta di portale unico di accesso sulla formazione denominato S.O.F.I.A. (Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento). Come funziona?
I docenti, gli enti di formazione e le scuole devono iscriversi alla piattaforma con le solite farraginose procedure. A conclusione dell’accreditamento i docenti dovrebbero trovare un data base completo dei corsi organizzati da enti, associazioni (tutti formalmente accreditati dal MIUR) e scuole ai quali iscriversi utilizzando anche la carta del docente. La piattaforma dovrebbe essere in grado di monitorare i progetti di formazione, di verificarne l’attuazione e addirittura di rilasciare le certificazioni finali ai partecipanti.
Usiamo il condizionale viste le recenti esperienze di malfunzionamento e di continuo assestamento dei sistemi informatici gestiti dal MIUR. Speriamo non si tratti della solita falsa "semplificazione amministrativa" perché la piattaforma S.O.F.I.A. si aggiunge alle altre piattaforme e sistemi di comunicazione informatica del MIUR. Ogni bravo docente "digitale" dovrebbe essere inserito nella posta istituzionale del MIUR, nella piattaforma Istanze On Line, nella piattaforma Noi PA (Stipendi, ecc.), nella piattaforma Carta del Docente, nei vari registri elettronici e nelle piattaforme gestite dalle scuole. Senza contare la necessità di avere lo SPID per accedere agli acquisti con Carta del Docente e ai siti istituzionali di cittadinanza (INPS, Agenzia delle Entrate). Per ogni accesso una identità e una password che spesso deve essere cambiata ogni tre-sei mesi. Un vero delirio amplificato dal fatto che la pubblica amministrazione e il MIUR chiedono sempre di inserire dati che dovrebbero già essere in loro possesso venendo meno ad uno dei principi base della normativa inerente la semplificazione amministrativa. Ma il problema di fondo è che, per digitalizzare le documentazioni e comunicazioni amministrative, il MIUR delega, con pagamenti multimilionari, imprese informatiche che gestiscono i sistemi in appalto, imprese che utilizzano sistemi informatici differenti e che hanno difficoltà di comunicazione. Accade non infrequentemente che il gestore informatico, interpretando tecnicamente l'applicazione della norma, fa la vera norma, la costruisce e la impone. La valanga di faq è frutto non solo della incredibile complessità con cui si scrivono le norme, ma anche della superficialità con la quale esse sono "adattate" ai sistemi digitali di comunicazione.
La piattaforma S.O.F.I.A. rischia di essere così ancora aggiuntiva rispetto alle altre anche se l'obiettivo dovrebbe essere la concentrazione in un unico sistema di tutte le funzioni e le informazioni legate alla formazione dei docenti.
L'obiettivo è costruire una sorta di supermercato delle iniziative di formazione all'interno del quale il docente sceglierebbe liberamente, ma con i limiti imposti dai vincoli degli obiettivi formativi previsti dal PTOF della scuola e dal Piano Nazionale della Formazione. Limiti che la Gilda ha spesso contestato poiché la formazione imposta è quasi sempre sulla metodologia e sugli strumenti didattici "innovativi". Nulla sull'aggiornamento specifico delle discipline che dovrebbe essere stimolo per rafforzare le conoscenze e le motivazioni in particolare dei docenti della secondaria. Positivo è il fatto che gli ultimi chiarimenti applicativi sulla piattaforma S.O.F.I.A. hanno riconosciuto la validità di corsi di formazione con durata inferiore alle 25-20 ore, condizione obbligatoria fino a poco fa per l'inserimento dei corsi nelle piattaforme.
Un buon corso di formazione, a nostro avviso, deve avere una durata coerente con gli obiettivi del corso. Spesso corsi brevi, ma con contenuti importanti, hanno più efficacia della pletora di ore inutili passate ad ascoltare formatori poco informati o a fare inutili esercizi e test telematici. La formazione deve e può essere una cosa seria. La strada per arrivare ad una vera semplificazione e qualificazione in questo campo è ancora lunga, ma la Gilda sarà sempre a fianco dei docenti che vogliono serietà e competenza nella formazione e negli aggiornamenti. Preoccupa che nel supermercato della formazione i "prodotti" di qualità si vadano a confondere con le migliaia di offerte formative create soprattutto per far lavorare i formatori e gli enti di formazione in una sorta di business autoreferenziale (si pensi ai corsi a pagamento che hanno l'obiettivo di ottenere punteggi aggiuntivi per i precari e la mobilità) che poco ha a che fare con la qualità dell'insegnamento.
 
 


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Numero 4 - Settembre 2017
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
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