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Numero 4 - Settembre 2017
Numero 4 Settembre 2017

Il buonismo non aiuta e la vittoria della mediocrità genera ignoranza e disoccupazione

Le conoscenze sono necessarie in una società democratica ed evoluta; chi protegge l’ignoranza costruisce una società iniqua


23 Agosto 2017 | di Piero Morpurgo

Il buonismo non aiuta e la vittoria della mediocrità genera ignoranza e disoccupazione “Mamma ti terrà al sicuro sotto la sua ala / Certo non ti farà volare, ma forse ti farà cantare, /.../ Mamma era necessario che io fossi così protetto?” Così cantavano i Pink Floyd (1). Era il 1979 e da allora questa attitudine protettiva è cresciuta in modo esponenziale: i giovani vanno protetti da ogni trauma in particolare il rendimento scolastico deve essere mascherato da una ipocrita comprensione che protegge l’ignoranza. Talvolta si sostiene che tutto dipenda da don Milani, ma nella famosa lettera si legge che la selezione è doverosa perché “si costruiscono cittadini specializzati al servizio degli altri” (2). Qui sta il punto: le conoscenze sono necessarie in una società democratica ed evoluta; chi protegge l’ignoranza costruisce una società iniqua. I dati sono noti; tuttavia se da un lato sono molte le sollecitazioni ad invertire la tendenza, d’altro canto proprio nelle scuole il tema sembra essere trascurato: i Collegi Docenti discutono di piani e di progetti, molto poco di didattica.
 
Elisabeth Levy, direttrice Causeur, ha denunciato con parole aspre questa pedagogia falsamente egualitaria; la giornalista evocando la Costituzione del 1793 invita i professori alla rivolta e ad esercitare sempre quell’insegnamento che nulla tralascia perché il disastro educativo nella primaria si è già verificato e non ci si può permettere di trascurare sia l’ortografia sia lo studio della letteratura (3). Professori, non facilitatori. Già Giorgio Israel (4) e Tullio De Mauro avevano stigmatizzato il disastro educativo e la crescita dell’analfabetismo funzionale (5). Ha creato scalpore, ma nessun effetto, la lettera dei 600 professori universitari contro il declino dell’italiano a scuola (6). Su questi temi sono intervenuti: la Mastrocola, la Tamaro e la Maraini. In particolare Ricolfi (7) e Baretti (8) hanno evidenziato come una didattica indulgente uccida il pensiero analitico ovvero quella capacità di ragionare per cui è stata inventata la Scuola. Il “buonismo” a scuola non è utile perché porta a un alto livello di insuccesso all’università. La Fondazione Agnelli (9) ha monitorato i livelli di abbandonano al primo anno di studi e si notano eccellenze rilevanti: il Liceo Quadri di Vicenza supera il primo anno con il 90% contro una media regionale dell’83%, stesso risultato per il Da Ponte di Bassano del Grappa, la media cala all’Avogadro di Roma, ma il coefficiente regionale è considerevolmente più basso: 68% e questo ultimo dato corrisponde a quello dell’Edoardo Amaldi che sta nella periferia romana; invece la media risale a Palermo con Il Galileo Galilei e con il Benedetto Croce che presentano successi al 74% (con altri istituti molto sotto la media nazionale); stessi risultati ai licei Gaetano Salvemini e Enrico Fermi di Bari in un contesto regionale che mantiene il 74%. Tuttavia vi sono licei che hanno una percentuale di successo al primo anno solo del 26% .
 
E Sylke Schnepf, dell’University of Southampton ha rilevato che Gran Bretagna, Francia e Norvegia hanno il minor tasso di abbandono degli studi sia nelle scuole superiori sia nelle università (tra il 16% e il 19%) mentre l’Italia ha il più alto livello di abbandoni con il 33% (10). E così l’Italia ha il minor numero di laureati in Europa (peggio di noi è solo la Romania) (11). L’Italia è uno dei pochi paesi che in conseguenza della crisi economica ha tagliato la spesa per l’istruzione. Per contro in Germania dal 2000 la spesa in Ricerca e Sviluppo ha raggiunto il 3%, aumentando del 70%! E nel contempo le tasse universitarie sono state annullate (mentre da noi sono cresciute in maniera costante) (12). “Si è disinvestito in istruzione, formazione, e, riforma dopo riforma, stravolto il sistema scolastico” così scrive Curzio Maltese (13). La vittoria della mediocrità è fondata su un’altra leggenda che è gemella del buonismo quella per cui i saperi non sarebbero utili a sconfiggere la disoccupazione. È vero il contrario: due studi delle università di Boston (14) e di Harvard (15) dimostrano che la tecnologia non ha ridotto i posti di lavoro bensì ha aumentato le diseguaglianze; pertanto chi ha studiato bene ottiene lavori ben remunerati, chi non è preparato è inoccupato. Su tutto ciò sarebbe bene discutere tra professori e cittadini.
 
 
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(1) http://www.testietraduzioni.com/cantanti/p/pink-floyd/mother-2.html
(2) Lettera a una professoressa, Firenze 2007, p. 111
(3) http://www.causeur.fr/najat-vallaud-college-lycee-gauche-37022.html;
http://www.lefigaro.fr/vox/politique/2016/03/11/31001-20160311ARTFIG00344-elisabeth-levy-a-l-ecole-on-prend-les-enfants-de-pauvres-pour-des-demeures.php;
http://www.lefigaro.fr/vox/societe/2016/02/16/31003-20160216ARTFIG00203-reforme-du-college-la-double-faute-du-ministere.php
(4) http://disf.org/israel-disastro-educativo
(5) http://www.lidimatematici.it/blog/2011/03/04/analfabetismo-funzionale-lo-studio-di-tullio-de-mauro/
(6) http://gruppodifirenze.blogspot.it/2017/02/contro-il-declino-dellitaliano-scuola.html
(7) http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-10-16/il-problema-e-difficolta-non-latino-112506.shtml?uuid=ADC45JdB&refresh_ce=1
(8) https://www.roars.it/online/se-gli-algoritmi-a-scuola-uccidono-il-pensiero-analitico-aspettare-a-pubblicare-devo-inserire-modifiche/
(9) https://eduscopio.it/percorso-docenti-scelta-scuola-superiore#map-slide
(10) https://www.timeshighereducation.com/news/uk-has-lowest-drop-out-rate-in-europe/2012400.article;
altri dati in https://www.timeshighereducation.com/news/how-student-completion-rates-vary-across-europe
(11) http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-06-07/laurea-32-riforma-tradita-204116.shtml?uuid=AEErtHaB&refresh_ce=1
(12) https://www.roars.it/online/piu-istruzione-per-tutti/
(13) https://twitter.com/curziomaltesetw/status/823508933100838913
(14) https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2690435
(15) https://hbr.org/2016/03/computers-dont-kill-jobs-but-do-increase-inequality
 
 
 


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Numero 4 - Settembre 2017
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
Comitato di Redazione:
Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Massimo Quintiliani.
Hanno collaborato a questo numero:
Claudio Barnini, Sebastiano Leotta, Marco Morini, Fabrizio Tonello, Ester Trevisan