Ed. Einaudi 2019. L'ultimo saggio di Adriano Prosperi
01 Maggio 2020 | di Fabrizio Reberschegg
Un “Volgo disperso. Contadini d’ Italia nell’ Ottocento” è l’ultimo saggio di Adriano Prosperi (ed. Einaudi 2019) che riapre una profonda e documentata riflessione sullo stato delle classi contadine nell’Ottocento e nei primi anni del Novecento del secolo scorso. La locuzione, derivata dall’”Adelchi” di Manzoni, ricalca la visione paternalistica delle classi dirigenti e borghesi del nascente Stato Italiano nei confronti delle enormi schiere di miserabili sfruttati nelle campagne. Una visione distante da quella che Prosperi propone partendo dalle loro condizioni materiali. Un mondo che era stato delegato a parroci e medici. L’anima, e la promessa di una vita migliore nell’aldilà, ai parroci e il corpo, ai medici condotti. Un volgo preda di malattie, pellagra, sottoalimentazione, carestie che però diventava importante come carne da cannone e da tenere a distanza dalla politica del Paese. Il libro riporta una ricchissima massa di dati e testimonianze che fa percepire al lettore il senso di una Storia dimenticata e che ancora tende ad esserlo. Soprattutto quando situazioni analoghe sono ancora presenti nella nostra realtà economica e sociale. Si pensi ai lavoratori migranti ipersfruttati nelle campagne italiane che vivono in condizioni simili a quelle contadine del tempo passato. Uomini e donne invisibili che non dovrebbero aspettare un altro storico come Adriano Prosperi per raccontare la loro vita ed essere raccontati.
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