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Numero 3 - Maggio 2020
Numero 3 Maggio 2020

Leggere Manzoni al tempo del coronavirus

In fin dei conti, è stato facile: costretto alla clausura, come tanti mi sono dato alla rilettura di Manzoni, che sulla descrizione del contagio e dei suoi effetti sociali è insuperabile. Il materiale era tantissimo e ho dovuto fare una selezione, ma quel che resta è sufficiente a delineare un affresco, anche della situazione attuale: solo il corsivo è mio, il resto è del Maestro... 


01 Maggio 2020 | di Stefano Battilana

Leggere Manzoni al tempo del coronavirus Capitolo XXXI – I promessi sposi
iniziale sottovalutazione generale del pericolo
All'arrivo di quelle nuove de' paesi che n'erano così malamente imbrattati, (...) chi non crederebbe che vi si suscitasse un movimento generale, un desiderio di precauzioni bene o male intese, almeno una sterile inquietudine? Eppure, se in qualche cosa le memorie di quel tempo vanno d'accordo, è nell'attestare che non ne fu nulla...
lentezza nel prendere i primi provvedimenti
Il tribunale della sanità chiedeva, implorava cooperazione, ma otteneva poco o niente. E nel tribunale stesso, la premura era ben lontana da uguagliare l'urgenza. (...) nel frattempo, La peste era già entrata in Milano.
Il paziente zero
Sia come si sia, entrò questo fante sventurato (...); appena arrivato, s'ammalò; fu portato allo spedale; (...) il quarto giorno morì. Il tribunale della sanità fece segregare e sequestrare in casa la di lui famiglia.
poi Il contagio lentamente si avvia
Di quando in quando, ora in questo, ora in quel quartiere, a qualcheduno s'attaccava, qualcheduno ne moriva: e la radezza stessa de' casi allontanava il sospetto della verità, confermava sempre più il pubblico in quella stupida e micidiale fiducia che non ci fosse peste, né ci fosse stata neppure un momento.
discredito per gli esperti
L'odio principale cadeva sui due medici; il suddetto Tadino, e Senatore Settala, figlio del protofisico: a tal segno, che ormai non potevano attraversar le piazze senza essere assaliti da parolacce, quando non eran sassi.
prime misure economiche
I decurioni cercavano di far danari per via d'imprestiti, d'imposte; e di quel che ne raccoglievano, ne davano un po' alla Sanità, un po' a' poveri; un po' di grano compravano: supplivano a una parte del bisogno. E le grandi angosce non erano ancor venute.
iniziale disorientamento delle strutture sanitarie
Nel lazzeretto, dove la popolazione, quantunque decimata ogni giorno, andava ogni giorno crescendo, era un'altra ardua impresa quella d'assicurare il servizio e la subordinazione, di conservar le separazioni prescritte, di mantenervi in somma o, per dir meglio, di stabilirvi il governo ordinato ...
gli scettici di lungo corso
C'era, del resto, un certo numero di persone non ancora persuase che questa peste ci fosse. E perché tanto nel lazzeretto, come per la città, alcuni pur ne guarivano, (...), "si diceua” dalla plebe non essere vera peste, perché (se no) tutti sarebbero morti.  


Capitolo XXXII
crisi economica, intervento del governo e richieste verso le istituzioni superiori (UE)
Divenendo sempre più difficile il supplire all'esigenze dolorose della circostanza, era stato deciso nel consiglio de' decurioni, di ricorrer per aiuto al governatore (...): le spese enormi, le casse vote, le rendite degli anni avvenire impegnate, le imposte correnti non pagate, per la miseria generale, prodotta da tante cause, (...) chiedessero finalmente...
misure che aggravano l’allarmismo senza affrontare realmente il problema
Soltanto, il tribunale suddetto ordinò alcune precauzioni che, senza riparare al pericolo, ne indicavano il timore. Prescrisse più strette regole per l'entrata delle persone in città; e, per assicurarne l'esecuzione, fece star chiuse le porte.
aumento esponenziale del contagio
Da quel giorno, la furia del contagio andò sempre crescendo: in poco tempo, non ci fu quasi più casa che non fosse toccata: in poco tempo la popolazione del lazzeretto, montò da duemila a dodici mila: più tardi, al dir di quasi tutti, arrivò fino a sedici mila. (...) la mortalità giornaliera oltrepassava i cinquecento. Più innanzi, e nel colmo, arrivò, secondo il calcolo più comune, a mille dugento, mille cinquecento.
crisi delle strutture sanitarie e interventi d’urgenza
Bisognava tener fornito il lazzeretto di medici, di chirurghi, di medicine, di vitto, di tutti gli attrezzi d'infermeria; bisognava trovare e preparar nuovo alloggio per gli ammalati che sopraggiungevano ogni giorno. (...) Una volta, il lazzeretto rimase senza medici; e, con offerte di grosse paghe e d'onori, a fatica e non subito, se ne poté avere; ma molto men del bisogno.


Capitolo XXXIII
sentimento della popolazione
Una gran parte dell'altra gente languiva o moriva; e quelli ch'erano stati fin allora illesi dal morbo, ne vivevano in continuo timore; andavan riservati, guardinghi, con passi misurati, con visi sospettosi, con fretta ed esitazione insieme: ché tutto poteva esser contro di loro arme di ferita mortale.


Capitolo XXXIV 
la sorte dei deceduti (oggi nei camion militari)
vede spuntar dalla cantonata della chiesa un uomo che scoteva un campanello: era un apparitore; e dietro a lui due cavalli che, allungando il collo, e puntando le zampe, venivano avanti a fatica; e strascinato da quelli, un carro di morti, e dopo quello un altro, e poi un altro e un altro;
il farsi forza della popolazione (musica dai balconi)
All'alba, a mezzogiorno, a sera, una campana del duomo dava il segno di recitar certe preci assegnate dall'arcivescovo: a quel tocco rispondevan le campane dell'altre chiese; e allora avreste veduto persone affacciarsi alle finestre, a pregare in comune;
le conseguenze delle restrizioni
lunghe pure e arruffate le capigliature, non solo per quella trascuranza che nasce da un invecchiato abbattimento, ma per esser divenuti sospetti [o chiusi] i barbieri
comportamenti in strada
Gli amici, quando pur due s'incontrassero per la strada, si salutavan da lontano, con cenni taciti e frettolosi.
i malati ricoverati (terapia intensiva)
S'immagini il lettore il recinto del lazzeretto, popolato di sedici mila appestati; (...) e su tutto quel quasi immenso covile, un brulichìo, come un ondeggiamento ...
 
 


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Numero 3 - Maggio 2020
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
Comitato di Redazione:
Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Massimo Quintiliani.
Hanno collaborato a questo numero:
Stefano Battilana, Maura Canalis, Roberto Casati, Enzo Novara, Stefania Pra Florian, Adolfo Scotto di Luzio, Fabrizio Tonello, Ester Trevisan.