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Numero 1 - Gennaio 2012
Numero 1 Gennaio 2012

“L’Italia è in una situazione particolarmente grave. Occorrono rigore e misure espansive”

Intervista al dr. Andrea GRISTINA, responsabile in pensione della gestione del patrimonio immobiliare della Banca d'Italia


20 Dicembre 2011 | di Raffaele Salomone Megna*

“L’Italia è in una situazione particolarmente grave. Occorrono rigore e misure espansive” Dr. Gristina, ritene la situazione italiana particolarmente grave?
Si. Particolarmente grave. Ma ricordo anche periodi ormai trascorsi di crisi peggiori, come la crisi petrolifera del 1976 e la fuoriuscita dell'Italia dallo SME del 1992.

Ma l'attuale situazione, secondo lei, da cosa è determinata?
Dall'estendersi della crisi finanziaria internazionale del 2008 all'economia reale italiana.

Può essere più preciso?
Il debito pubblico italiano troppo alto, inferiore in termini percentuali solo alla Grecia, e l'insuccesso dei tentativi del precedente Governo di ridurlo, la crescita del PIL quasi nulla hanno determinato una situazione molto prossima alla recessione.

Ritiene che il governo Berlusconi abbia posto in essere tutto quanto si poteva fare in questi frangenti?
Il governo Berlusconi ha varato tre manovre economiche, al fine di anticipare il pareggio di bilancio al 2013, ma si sono rivelate insufficienti per i mercati, tanto che la BCE il cinque agosto ha scritto al Governo italiano indicando alcuni obiettivi strategici.

Ma dove ritiene che il precedente Governo abbia mancato?
Nel non riconoscere l'esistenza della crisi finanziaria già dalla primavera del 2010.

La BCE in sostanza cosa chiede?
La BCE chiede l'adozione urgente di misure strutturali, per rendere più competitivo il sistema economico italiano.

Ma non le sembra che il rimedio possa essere peggiore del male, visto che si parla ancora solo ed esclusivamente di ulteriori tagli?
Se il rigore è fine a se stesso, congelando la domanda interna globale, sicuramente produrrebbe un ulteriore effetto negativo sia sul sistema economico che sull'occupazione e lo sviluppo. Occorre invece accompagnare il pur necessario rigore per il contenimento del debito pubblico con misure espansive dell'economia.

Cosa significa in dettaglio?
Misure per rendere più dinamico il sistema economico ovverossia liberalizzazioni, privatizzazioni, riforma delle pensioni, del sistema fiscale.

Non le sembra strano che i paesi che da sempre sono stati gli alfieri di questo tipo di politica economica, e mi riferisco agli Stati Uniti, all'Inghilterra, all'Irlanda, all'Argentina, siano stati addirittura i primi ad entrare in crisi ed ora per fare uscire dalla recessione l'Italia pare si voglia perseguire questa stessa strada?
Gli esempi prima citati, per concludere che la deregulation sia una male, vanno analizzati attentamente. Non è la deregulation che porta il male, ma la mancanza di controllo. Occorrono poche regole chiare ed imperative e controlli posti in essere da autorità dotate di potere, così come ha fatto di recente Barak Obama.

L'Europa ha una qualche responsabilità?
L'Europa ha fatto bene a darsi una moneta unica. Ma questa è una condizione necessaria non certo sufficiente. Infatti, la politica monetaria, sebbene condotta nel migliore dei modi, non può sopperire alla mancanza di una ''governance'' unica in campo fiscale, di bilancio, industriale ecc.

Ma saremmo stati meglio senza l'euro?
Assolutamente no, poichè ci saremmo trovati come nel 1976 e nel 1992 in cui la lira crollò sui mercati e dovette essere svalutata, in quanto non sostenuta da altri stati.

Si, ma uscimmo da soli da quelle crisi e non mi ricordo che furono attuate misure così draconiane.
Purtroppo nel 1976 ne uscimmo grazie ad una inflazione a due cifre, che ridusse il potere di acquisto di tutti, soprattutto delle classi a reddito fisso. Nel 1992 il governo Amato aumentò la pressione fiscale ed iniziò la politica di concertazione con i sindacati attraverso il principio degli aumenti stipendiali legati all'inflazione programmata.

Per concludere, in qualità di dipendenti pubblici, quale sarebbe la manovra più auspicabile per gli insegnanti?
Come è ormai consigliato da tutti gli economisti è necessaria una imposta patrimoniale a bassa aliquota ed a massima diffusione, come l'ici, è improcrastinabile la riforma delle pensioni generalizzando il sistema contributivo.

Grazie, dottore, per il contributo di chiarezza in una materia così ardua.

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* Tesoriere Nazionale della Gilda degli Insegnanti


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Numero 1 - Gennaio 2012
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Hanno collaborato a questo numero:
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