ITALIA (È) UNA E INDIVISIBILE - ART.5, COSTITUZIONE Non credo di esagerare affermando che in futuro affidare la gestione delle nostre scuole pubbliche ai livelli regionali possa anche costituire un pericolo per l’unità nazionale. Oggi la libertà di insegnamento è garantita dalla Costituzione, ma l’esperienza ci dimostra che il politico, quando è troppo vicino, non resiste alla tentazione di mettere lo zampino su ciò che si deve insegnare. La Costituzione, all’articolo 36, afferma con chiarezza che le persone che svolgono lo stesso lavoro debbono ricevere lo stesso trattamento economico. C’è molta distrazione su questa legge, forse è il caso di aprire gli occhi
PRIMA PARTE: IL COMPROMESSO COSTITUENTE
Dimensionamenti e quattro miliardi in meno alla scuola statale. Aumentano però i soldi per le paritarie
La delega fiscale del Governo Draghi ha previsto una riduzione dell’Irpef per i redditi medio-alti che è costata complessivamente allo stato 6 miliardi, peraltro a debito. La flat tax degli autonomi voluta dalla Lega costerà a regime dai 4 ai 5 miliardi, soldi che potevano essere usati per la scuola. Quindi l’idea che le risorse non ci siano è profondamente sbagliata: ci sono, ma semplicemente vengono dirottate altrove.
Intervenire sull’edilizia scolastica significa intervenire in un comparto in cui quotidianamente più di 6 milioni di ragazzi e ragazze ci stanno almeno cinque ore al giorno. Significa quindi intervenire in quelle strutture che custodiscono il futuro del Paese, e che dovrebbero garantire la sua totale sicurezza
Medici a gettone; insegnanti a gettone; autonomia differenziata; gabbie salariali. Un vortice che porterà meno difese e meno libertà per il cittadino. Bisogna aprire gli occhi prima che sia troppo tardi
Molti diritti si sono persi, forse il più importante è quello allo studio. Un diritto fondamentale perché è alla base della mobilità sociale in un Paese a capitalismo avanzato. Dare ai giovani capaci, provenienti da famiglie non abbienti, la possibilità di continuare negli studi significa dare al figlio dell’operaio, del contadino, del piccolo impiegato la possibilità di accedere alle professioni, di cambiare di status, di diventare classe dirigente. È dal “Processo di Bologna” che i programmi della scuola e dell’Università devono essere finalizzati non tanto a formare cittadini colti e professionisti competenti, quanto utensìli stumentali
Come le parole della scuola, abbandonate a se stesse, finiscono per costituire un involucro di apparenza, ideologia e propaganda. L’avere abbandonato il reclutamento e la formazione dei docenti, in generale e in particolare in un settore delicato come quello del sostegno, è certamente una grave mancanza politica
Commissione nazionale d’inchiesta per la riforma della scuola: una Scuola facile e livellatrice non è una Scuola democratica, bensì un delitto sociale e un attentato alla democrazia
Malgrado le idiosincrasie antifemminili, l’inchiesta nazionale del 1949 dimostra i grandi passi indietro che ha fatto l’ istruzione attuale
CHRISTIAN LAVAL, FRANÇOIS VERGNE, LA RIVOLUZIONE DELL’ ISTRUZIONE CHE VERRÀ Qualunque sia la deriva che attende i docenti nei prossimi anni, la circolazione di idee alternative, l’esporsi sul tema della scuola da parte di personalità intellettuali di altissimo profilo serve comunque a motivare atteggiamenti critici
L’insegnamento superiore dovrebbe dare più spazio agli ordini di grandezza, e l’unico modo di farlo è di lavorare con soluzioni approssimate
La scuola è oggi il “laboratorio privilegiato dove si sperimenta la saldatura tra competizione, valutazione oggettiva e meritocrazia, i nuovi valori fondanti del lavoro, della cultura e della socialità. Il paradigma competitivo non è solo imposto dall’alto, ma “piace e ha successo” e seppure susciti disagio non è facile sottrarsi alla sua presa perché il modello e radicato “nella cultura di cui siamo eredi”
Dalla guerra di Crimea, combattuta tra il 1853 e il 1856, all’oggi, quasi nulla è cambiato
In Gran Bretagna, la lezione della Thatcher è ancora viva e vegeta: proposta una legge per limitare il diritto di sciopero nei servizi pubblici, dopo i grandi scioperi dei docenti
Riflessioni sulla scuola e i suoi protagonisti nel nostro tempo
Dal sondaggio emerge che la crisi della professione docente dipende soprattutto dalle costanti ingerenze dei genitori, da precariato e stipendi bassi