Le novità, i pasticci e le faq (che non hanno valore normativo) sul Comitato di valutazione
27 Dicembre 2015 | di Gianluigi Dotti
Nel numero di Professione docente di novembre 2015 ho illustrato la composizione e i compiti del nuovo Comitato di valutazione così come definiti nei commi 126-130 della Legge 107/2015. In quell'occasione confutavo l'affermazione del ministro Giannini (che sentenziava di aver introdotto la valutazione dei docenti) spiegando perché questo Comitato di valutazione in realtà non valuterà proprio nulla, mancando le specifiche competenze nei sui membri.
A tre mesi dall'avvio dell'anno scolastico, per vari motivi, la composizione e l'avvio delle attività del Comitato risulta bloccata praticamente in tutte le scuole. Infatti la confusione sull'argomento regna sovrana e neppure i dirigenti scolastici, in assenza di una circolare o di una nota prescrittive e omogenee sul territorio nazionale da parte del MIUR, sanno cosa fare.
Il MIUR, nonostante le reiterate richieste pervenute dalle scuole, dalle Organizzazioni sindacali (OOSS) e dagli stessi dirigenti scolastici, non ha emanato alcuna circolare o nota applicativa ufficiale. Negli ultimi giorni di novembre, così come capita da un anno a questa parte per diverse problematiche, sono comparse sul sito istituzionale del ministero 18 FAQ (Frequently Asked Questions), in pratica 18 domande, con le relative risposte, senza alcun valore ufficiale né legale; semplici indicazioni generiche per i dirigenti e i docenti che sono liberi di seguirle o di ignorarle.
Come mai il MIUR si limita alle FAQ e non emana una circolare? Forse perché i commi della 107/2015 sono così contorti e confusi che neppure i tecnici del ministero sono in grado di sciogliere i nodi più difficili? Forse perché teme la minacciata impugnativa da parte dei legali delle OOSS che si troverebbero a “vincere facile” visto che la Legge 107/2015 è scritta male e presenta numerose contraddizioni con le norme vigenti?
Gli uffici legali, che si sono già mossi presentando diversi ricorsi contro i primi atti attuativi della 107/2015, ritengono che il “bonus”, che viene indicato nel comma 128 come “retribuzione accessoria”, non possa essere affidato al dirigente scolastico per la sua distribuzione. Infatti, la Legge 165/2001 obbliga il dirigente scolastico a contrattare tutte le somme che costituiscono retribuzione accessoria. Le norme della 107/2015 sono quindi in contrasto con quelle della 165/2001 che in questo caso prevalgono. Per questo è facile prevedere un lungo e acceso contenzioso nelle scuole con diffide ai dirigenti scolastici e perfino la possibilità di procedere per condotta antisindacale contro gli stessi dirigenti responsabili degli atti preliminari all'effettiva distribuzione del “bonus”, compreso la costituzione del Comitato di valutazione attraverso la designazione dei suoi componenti.
A questo si aggiunge il fatto che, ad oggi, nessun UU.SS.RR. ha designato il membro esterno (sembra che gli uffici periferici abbiano molte difficoltà a trovare 8650 “esperti” che gratuitamente, anzi a proprie spese, accettino la nomina a membri dei Comitati di valutazione).
Quindi, tenuto conto delle precisazioni riportate sopra, risulta necessario aggiornare il capitolo Comitato di valutazione con le principali novità riportate nelle FAQ del MIUR, sempre ricordando che si tratta di mere indicazioni alle scuole e ai docenti, ma che non hanno valore vincolante. Nella fattispecie:
- il “bonus” può essere assegnato solo ai docenti di ruolo (nulla per i precari) “presenti sui posti della dotazione organica (posti comuni, sostegno, irc)” ed è una una tantum annuale, quindi vale per un anno, l'anno successivo si rimette tutto in discussione (faq 3);
- i Collegi docenti e i Consigli d'istituto sono autonomi nella scelta delle modalità per quanto riguarda le candidature, ma il voto deve essere segreto, quindi le scuole devono garantire tale modalità (faq 6-8);
- il Consiglio d'istituto può eleggere anche docenti, genitori e studenti che non fanno parte del Consiglio, quindi le candidature possono essere presentate da tutti i docenti, tutti i genitori e tutti gli alunni (faq 9);
- nei CPIA, negli Istituti omnicomprensivi, nei Convitti ed Educandati e nelle Scuole miltari dove non esiste il Consiglio d'istituto i membri del Comitato che spettano al Consiglio sono indicati dal Commissario e nei CPIA i genitori sono sostituiti da due studenti (faq 11);
- il Comitato è validamente costituito "anche nel caso in cui non tutte le componenti abbiano espresso la propria rappresentanza" (faq 13); su questo punto vi sono i pareri contrari da parte degli uffici legali delle OOSS che ritengono ancora aperta la problematica del Comitato come "collegio perfetto" e quindi inefficace il Comitato non validamente costituito se una delle sue componenti non viene designata;
- il Comitato "é interamente costituito" quando tutti i suoi membri sono stati designati (faq 14); la differenza tra "validamente" e "interamente" denuncia tutta la contraddizione di queste due faq e apre ad una miriade di contenziosi diffusi a livello territoriale;
- la seduta del Comitato è valida se partecipa il 50+1 dei suoi componenti, quindi devono essere presenti in quattro (faq 15);
- i criteri individuati dal Comitato possono tener conto "discrezionalmente e senza vincolo" delle "eventuali proposte presentate dagli organi collegiali d'istituto o da altro soggetto (assemblea dei genitori, degli studenti)" (faq 16);
- il Comitato nel definire i criteri non dovrebbe "individuate altre aree diverse da quelle indicate dalla legge, mutuandole, ad esempio, da contesti istituzionali di altra natura", ma "in considerazione delle caratteristiche organizzative e strutturali dell'istituzione scolastica, il Comitato può eventualmente decidere, con adeguata motivazione, di definire criteri valutativi non per tutte e tre le aree in cui si esplica la qualità professionale degli insegnanti"; in ogni caso tutte le decisioni e i criteri devono essere resi pubblici (faq 17).
Nel frattempo, come dicevo, nelle scuole regna la confusione e l'approsimazione sulla materia del Comitato di valutazione. I docenti, che già lo scorso anno avevano protestato, proprio perchè avevano capito esattamente in cosa consisteva questo "presunta" valutazione degli insegnanti, rimangono contrari a questo "bonus" e vorrebbero che queste somme fossero utilizzate per rinnovare il contratto scaduto da sette anni.
La considerazione finale, la più triste, è che, come più volte nelle assemblee della Gilda degli Insegnanti mi è stato fatto presente dai colleghi docenti, questo "pateracchio" inventato da una politica che non conosce la scuola e i docenti non migliorerà nè la qualità dell'insegnamento nè i rapporti tra i docenti. Al contrario questa "presunta" valutazione, che si traduce in circa 24.000 euro per ogni scuola, è il mezzo che una "cattiva politica" ha voluto utilizzare per affidare una somma di denaro al dirigente scolastico che distribuendola solo ad alcuni insegnanti guasterà il clima di collaborazione e partecipazione che sono invece, come ci insegna tutta la letteratura del settore, le condizioni necessarie e imprescindibili per migliorare la qualità dell'apprendimento degli alunni.
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