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Numero 3 - Maggio 2018
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1929: sogni di libertà, programmi di pensiero unico

In Italia si creava una scuola rigida mentre in Europa si sognavano ideali di libertà e di dignità: dello studente e dell’insegnante come L'École libératrice: ‘Sii un uomo, dal momento che devi fare uomini’.


18 Aprile 2018 | di Piero Morpurgo

1929: sogni di libertà, programmi di pensiero unico Il 1929 fu l’anno della crisi di Wall Street che vide una ripercussione nelle scuole degli USA con l’abbreviazione dell’anno scolastico a 6 mesi per ragioni economiche, negli anni seguenti si arrivò alla chiusura di 20.000 scuole [1]. In Italia vennero stipulati i Patti Lateranensi tra Chiesa e Stato ove si affermava: “L’Italia considera fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica l’insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica. E perciò consente che l’insegnamento religioso ora impartito nelle scuole pubbliche elementari abbia un ulteriore sviluppo nelle scuole medie” [2]. La novità era logica conseguenza dei provvedimenti del 1923; tuttavia spesso si trascura una legge che portò ben altre disgrazie: la legge Falco [3]) che istituiva le Comunità Israelitiche alle quali gli ebrei dovevano essere obbligatoriamente iscritti e che (art. 71) erano sottoposte “alla vigilanza e ingerenza dello Stato” sia dei Prefetti sia del Ministero dell’ Interno, successivamente controllate dal Ministero della Giustizia (artt. 57 e 58). In molti esultarono, ma qualcuno avvertì il pericolo; in particolare la Comunità di Trieste temeva per la libertà dell’istruzione. Le preoccupazioni erano fondate perché a partire dal 1926 la pubblicazione dei libri fu sottoposta alle censure del Ministero dell’Interno: i prefetti, dal 1929, dovevano vigilare sulla circolazione delle opere di autori russi e americani per arrivare poi a colpire, nel 1938, tutti i libri di autori ebrei [4]. La censura libraria si sviluppò con l’istituzione del ‘libro unico’ nelle scuole elementari: con un decreto del 1925 era stata istituita una commissione presso il Ministero che aveva il compito di vagliare tutti i libri di testo [5]. Si delineava un modello formativo che utilizzava la scuola per educare i giovani al fascismo [6]. A tutto ciò partecipò Grazia Deledda (Nobel per la Letteratura nel 1926) che fece parte della commissione per i libri nel 1929 e che scrisse nel 1931 un manuale per la terza elementare pieno di esaltazione della dittatura. Fuori d’Italia si inseguivano sogni di libertà fondati sull’impegno di mantenere la pace fondata sull’istruzione. Nel 1929 fu pubblicato il rapporto Wood: si trattava dei lavori di una commissione parlamentare che sosteneva come i bambini “mentalmente deficienti” non andassero isolati dal sistema complessivo dell’istruzione. L’importanza dell’analisi era quella di individuare un modello “speciale” di istruzione come variante di quello ordinario applicabile a tutte le forme di disabilità. L’obbligo scolastico per i disabili fu esteso sino a 16 anni e si iniziò a studiare se l’insuccesso dello studio dipendesse da una didattica non appropriata, promozioni troppo veloci o troppo lente, mancanza di continuità didattica [7]. Principi molto diversi dal R.D. 577 del 1928 che ammetteva a corsi speciali solo gli allievi “tardivi” ed escludeva ogni altra disabilità ad eccezione di ciechi e sordi. In Italia si creava una scuola rigida mentre in Europa si sognavano ideali di libertà e di dignità: dello studente e dell’insegnante. Protagonista di questo sogno di rinnovamento fu il Sindacato Nazionale degli Insegnanti francese (SNI) che animò la Fédération générale de l'enseignement (FGE) e nel 1929 fu creato il settimanale L'École libératrice, fondato e diretto da Georges Lapierre (segretario del SNI clandestino durante l’occupazione nazista, arrestato dalla Gestapo e morto in campo di concentramento come il suo successore Joseph Rollo). L'École libératrice era un giornale che offriva informazioni sindacali e pedagogiche e su queste pagine si esortavano i docenti a al rigore e alla rivolta: “Abbiamo cercato di fare un giornale per voi. Gli abbiamo dato un nome, L'École libératrice, che è più di un simbolo: è un programma di azione, ed è quello che gli insegnanti hanno progettato non appena si sono organizzati sindacalmente per difendere in comune. gli interessi della professione e quelli della scuola che non sono disgiunti. È da molto tempo che si sottolinea questo principio supremo: ‘Sii un uomo, dal momento che devi fare uomini’. Sii un uomo, ovvero: liberati dai vincoli politici, religiosi, amministrativi e sociali che minacciano la tua dignità umana. E dal momento che hai scelto la professione di educatore: liberati da tutti i pregiudizi, da tutte le routine, da tutte le ignoranze che ti impediscono di misurare la grandezza del tuo compito. Liberati e libera il bambino che ti è stato affidato. Ogni scuola sia dell'insegnante! Ogni scuola sia del bambino, per il bambino; è al bambino che dobbiamo rispondere; e, al di là del bambino, ogni scuola sarà per l'uomo di domani, per la comunità umana a cui appartiene. Una scuola libera nelle ricchezze dei bambini che sono al potere; una scuola per dar loro la massima conoscenza che possono ricevere; una scuola che si assicuri che la società darà agli allievi la funzione per la quale ciascuno è più degno; una Scuola che prepara l'uomo e che mette tutte le risorse della sua intelligenza e della sua attività al servizio dei fini sociali, perché quell’uomo, pur essendo del suo tempo, conta in futuro su una società più giusta, più fraterna, più umana e sta lavorando per realizzarla" (G. Lapierre, n 1, settembre 1929) [8]. 
 
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[1] https://is.muni.cz/th/401820/pedf_b/Consequences_of_the_Wall_Street_Crash_on_1930_s_America.pdf
[2] Art. 36 http://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/archivio/documents/rc_seg-st_19290211_patti-lateranensi_it.html
[3] A. Calò, La genesi della legge del 1930, in “La Rassegna Mensile di Israel”, 51/3, (1985), pp. 334-403, 405-439
[4] G. Fabre, L’elenco. Censura fascista, editoria e autori ebrei, Torino 1998
[5] A. Ascenzi, R. Sani, Il libro per la scuola tra idealismo e fascismo, Milano 2005
[6] R. Coarelli, Dalla scuola all’impero. I libri scolastici del fondo della Braidense (1924-1944), Milano 2001
[7] D. Gillard, http://www.educationengland.org.uk/documents/wood/index.html
[8] http://www.inrp.fr/presse-education/revue.php?ide_rev=399&LIMIT_OUVR=2790
 
 
 


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Numero 3 - Maggio 2018
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
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Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
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