24 Agosto 2018 | di Fabrizio Tonello
Sì, Wikipedia è una cosa eccellente e non si può che essere d’accordo con l’articolo di Roberto Casati qui a fianco. Come docenti, abbiamo però bisogno di fare qualcos’altro che si è perso: insegnare pazientemente l’abitudine alla riflessione, all’approfondimento e al pensiero critico, in particolare nel rapporto con i media digitali. Per cominciare direi che tra i nostri studenti, i cosiddetti “nativi digitali”, non si trova alcuna particolare competenza nell’usare le enormi potenzialità della Rete: prevale piuttosto la pigrizia e il taglia-incolla dei primi dieci risultati forniti da Google.
Così, quando ricevo la tesina di una studentessa sul rapporto tra religione e politica negli Stati Uniti scopro che ha inserito, a guisa di introduzione, una descrizione della banconota da 1 dollaro, che cito qui sotto integralmente:
In the American One-dollar bill there is a sign: “In God Trust”. This is the American national motto, which was taken in 1956 during Eisenhower's presidency (...) Next to this motto, the American eagle is also depicted, that squeezes the war's arrows in its claws and an olive branch on both sides, while holding a ribbon in its beak saying: “Pluribus Unum” (By many, one). The sentence is made up of 13 stars, that correspond to the number of the colonies that shaped the new Republic, the eagle is dominated by 13 stars (...) The pyramid is formed by 13 block of stone, representing (...) self-government, whereas the incompleteness of the construction aims at conveying the possibility of new States joining the American Republic. The pyramid is surrounded by a ribbon and at the basis of it Virgilio is quoted: “A new order of the centuries”. On top of the pyramid a sacred triangle is portrayed and it has a divine eye overlooked by a 13-words Latin sentence : “It has favoured our endeavour”. Therefore, this bill has a strong religious value, but it is not so clear what religion it identifies with.
La lunga citazione non ha lo scopo di mettere in evidenza l’inglese estremamente approssimativo di una candidata alla vigilia della laurea, che inizia il suo elaborato con una citazione sbagliata alla seconda riga: “In God Trust” invece che “In God WE Trust”. E prosegue, qualche riga sotto, riportando la scritta “Pluribus Unum” invece che “E Pluribus Unum”. Il punto non è questo: è più interessante mostrare fino a che punto può spingersi la credulità dei giovani nei confronti di fonti incerte.
Le stelle sopra l’aquila americana sono effettivamente 13 ma certamente non compongono una “sentence”, cioè una frase. Non ci sono affatto 13 blocchi di pietra nella piramide (basterebbe contare) e neppure 13 parole nel motto "Annuit coeptis" dove ovviamente sono solo due.
Per evitare questi errori pacchiani non c’era bisogno di studiare il manuale: sarebbe stato sufficiente osservare con attenzione la banconota (on line ovviamente se ne trovano centinaia di immagini) e fare le considerazioni personali del caso. Magari sarebbe sfuggito il fatto che l’occhio divino al di sopra della piramide è un simbolo massonico ma non si sarebbero scritte altre sciocchezze.
Un’altra studentessa mi manda una tesina che analizza alcuni tweet di Salvini, di cui il primo è questo: “Cifre ufficiali alla mano, nel 2018 cresce ancora la spesa per accogliere e mantenere centinaia di migliaia di finti profughi: - 5 MILIARDI in un anno (!) - 13,7 MILIONI al giorno (!!) - 570 MILA euro all’ora (!!!)”.
Il commento della candidata è: “Questo tweet è parzialmente falso, infatti si tratta solo di una previsione: la spesa prevista è tra i 4,6 e i 5 miliardi”. Ovviamente, il commento non è adeguato: in questo caso, l'elemento essenziale non era la cifra delle spese messe a bilancio, bensì l'effetto che Salvini voleva ottenere usando l’espressione "finti profughi" da "accogliere e mantenere". Si sa, infatti, che lo stanziamento riguarda categorie di persone molto diverse, essenzialmente richiedenti asilo a cui la Costituzione (art. 10) PRESCRIVE di garantire aiuto, anche se si presentassero alla dogana di Trieste, invece che farsi salvare da un gomone che sta affondando.
Inoltre, parlando di "mantenere" queste persone il tweet dà l'impressione che i soldi vadano direttamente ai "profughi" quando in realtà le cifre indicate rappresentano il costo di funzionamento dell’intero sistema, quindi essenzialmente stipendi di personale dello Stato e appalti a cooperative italiane per l'accoglienza. Questi aspetti non sono stati approfonditi, e nemmeno considerati, da studenti che sono iscritti a una laurea magistrale, la quale permetterà loro di accedere a posizioni dirigenziali nella pubblica amministrazione.
In ecosistema dell’informazione sempre più vasto e opaco c’è ancora qualche simpatico personaggio televisivo, come Massimo Polidoro, che si illude di trovare "Una bussola per navigare sicuri nel grande mare dell’informazione". Purtroppo le sicurezze sono appannaggio dei fanatici o degli sciocchi, due tribù che sembrano ingrossarsi ogni giorno: ciò che possiamo fare noi è una lenta opera di “rieducazione” dei nostri studenti per abituarli a diffidare delle notizie ambigue, opache, troppo belle per essere vere. La pigrizia digitale è il vero nemico da combattere nei prossimi anni.
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Fabrizio Tonello è è docente di Scienza politica presso l’Università di Padova, dove insegna, tra l’altro, un corso sulla politica estera americana dalle origini ad oggi. Ha insegnato alla University of Pittsburgh e ha fatto ricerca alla Columbia University, oltre che in Italia (alla SISSA di Trieste, all’Università di Bologna).
Ha scritto L’età dell’ignoranza (Bruno Mondadori, 2012), La Costituzione degli Stati Uniti (Bruno Mondadori, 2010), Il nazionalismo americano (Liviana, 2007), La politica come azione simbolica (Franco Angeli, 2003).
Da molti anni collabora alle pagine culturali del Manifesto.
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