24 Febbraio 2019 | di Ester Trevisan
“Scongelare” lo scatto di anzianità del 2013 e incrementare gli stipendi dei docenti utilizzando anche le risorse destinate dalla famigerata legge 107/2015 al finanziamento del bonus merito. La Gilda degli Insegnanti inizia il nuovo anno rilanciando i temi economici più sentiti dalla categoria e lo fa promuovendo una petizione indirizzata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Le firme vengono raccolte online attraverso la piattaforma change.org e in tutte le scuole d’Italia attraverso i moduli messi a disposizione dalle RSU e dai TAS della Gilda.
Negli ultimi anni i docenti hanno subito una sostanziale diminuzione di prestigio, anche a causa della significativa riduzione del potere di acquisto degli stipendi. Buste paga sempre più leggere hanno portato gli insegnanti italiani a diventare fanalino di coda nell’impietoso confronto con tutti gli altri dipendenti pubblici e con gli insegnanti degli altri Paesi europei. Secondo i dati Ocse ed Eurydice, gli stipendi dei docenti in Germania sono praticamente il doppio rispetto a quelli italiani, per tutti i gradi di scuole e per tutte le anzianità, e molto al di sopra della media europea; anche in Spagna le retribuzioni, soprattutto quelle iniziali, si collocano al di sopra della media europea. La Francia ricalca l’andamento europeo, ma con le retribuzioni intermedie più basse, mentre l’Italia si mantiene allineata al livello europeo fino all’anzianità di servizio di 15 anni ma segna un netto calo a fine carriera.
“Per cambiare questa situazione indecorosa - afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti - occorre investire maggiori risorse nel rinnovo del contratto, a partire dai fondi del bonus merito che, secondo Di Meglio, “non è un sistema che consente di premiare un bravo insegnante: è un incremento del fondo di istituto con soldi messi a disposizione del dirigente per premiare chi fa progetti - dice senza mezzi termini il coordinatore della Gilda -. Noi abbiamo proposto che le somme stanziate con la legge 107 per il bonus merito vengano utilizzate per dare un minimo di incremento di stipendio agli insegnanti. Se ci sono soldi, che non vengano sprecati”.
Riguardo, poi, allo scippo dello scatto di anzianità 2013, la Gilda sottolinea che il blocco ha effetti su tutti perché ha spostato in avanti di un anno la progressione, con danni consistenti e irreversibili su stipendio e previdenza stimabili mediamente in 7000 euro nell’arco della carriera lavorativa.
“Il numero elevato di adesioni che abbiamo registrato dal 18 gennaio, giorno del lancio dell’iniziativa, a oggi (circa 20.000 alla chiusura in redazione del giornale, ndr) è una spia inequivocabile del disagio e del malcontento che serpeggia tra gli insegnanti e della loro voglia di riscatto”, dice Di Meglio. E quanto corrisponda al vero quest’ultima affermazione del coordinatore nazionale della Gilda lo dimostrano i commenti lasciati su change.org da chi finora ha firmato la petizione. Eccone qualcuno: “Il lavoro che svolgono gli insegnanti è tra quelli più importanti nella formazione dei nostri figli. Formazione culturale e sociale. Per questo dovrebbero essere adeguatamente retribuiti” (Adelaide Proietti); “la considerazione sociale del lavoro svolto passa anche attraverso la retribuzione: se vieni pagato meno vuol dire che il tuo lavoro non è poi così importante! Per un insegnante, battersi per uno stipendio adeguato significa difendere la propria dignità e, soprattutto, quella di una nobile e insostituibile professione! (Gaetano Prota); “Trovo giusto che un lavoro così impegnativo venga valutato in modo più adeguato sia a livello di professionalità che economico. Le ore della mattina sono solo la punta dell'iceberg, la maggior parte del lavoro te lo porti a casa” (Laura Pellegrino).
Condividi questo articolo: