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Numero 3 - Maggio 2019
Numero 3 Maggio 2019

Le regioni diventano più forti solo se l’intero paese diventa più forte

La scuola pubblica statale italiana rappresenta un’infrastruttura fondamentale del paese, perché è la scuola che forma i cittadini italiani di oggi e di domani ed è essenziale che resti fortemente unitaria nelle sue finalità, nei suoi metodi e nei suoi insegnamenti. Intervista a Gianfranco Viesti


15 Aprile 2019 | di Vito Carlo Castellana

Le regioni diventano più forti solo se l’intero paese diventa più forte ► Secondo lei, professore, conviene davvero a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna questa autonomia differenziata?
Secondo me no, è una risposta di breve periodo, queste Regioni sono in difficoltà come il resto del paese e pensano che la strategia di gestire le proprie risorse sia la migliore. Su questo nutro forti dubbi perché le Regioni diventano più forti se l’intero paese diventa più forte, integrandosi nell’economia nazionale. Quindi ci sono molte perplessità su quanto tutto questo possa convenire anche a loro.


► Quindi è una risposta a breve e medio termine?
È una risposta di breve periodo quella di chiudersi in sè stessi, perché il mercato interno italiano è importante per queste regioni.


► Soprattutto il Veneto ha chiesto, tra le altre materie, quella della delega sull’istruzione, con l’obiettivo di regionalizzare il personale, sulla stregua di quanto avviene con la provincia autonoma di Bolzano. Secondo lei come è possibile che si regionalizzi il personale di un comparto come la scuola in una Regione delle dimensioni del Veneto, senza che questo abbia ricadute su tutto il territorio nazionale?
La scuola pubblica statale italiana rappresenta un’infrastruttura fondamentale del paese, perché è la scuola che forma i cittadini italiani di oggi e di domani ed è essenziale che resti fortemente unitaria nelle sue finalità, nei suoi metodi e nei suoi insegnamenti. La volontà di regionalizzare la scuola, così come si vuol fare per la sanità, dimostra che non si tratta di una semplice autonomia, ma di un progetto politico di grandissima portata. Questo mostra anche come la maggior autonomia di una o più regioni, soprattutto se di grandi dimensioni, come quelle in questione, influenza tutte le altre e i diritti di tutti i cittadini italiani, soprattutto ha ricadute sui diritti dei lavoratori italiani, nel momento in cui il Veneto vorrà tenere i suoi concorsi, che saranno con regole diverse da quelle del resto d’Italia, con moltissimi dubbi anche sulla mobilità dei docenti.


► Tutti parlano solo di questioni economiche, ma ci sono perplessità sulla didattica?
Certamente, nella scuola ci sono perplessità per la didattica e per gli aspetti normativi. La letteratura specializzata dimostra che la mobilità degli insegnanti è un valore anche per gli apprendimenti, quindi costituire dei sistemi autonomi non è un bene.


► Non è forse un tentativo maldestro della politica di accaparrarsi la gestione della scuola e dei punti di erogazione del servizio?
Le regioni avrebbero molto più potere e risorse di oggi e infatti tante amministrazioni regionali sono tentate da tutto ciò, ma questo non è per i cittadini un miglior servizio, infatti uno dei punti deboli è che dai test OCSE Pisa i docenti del Veneto hanno risultati eccellenti. Questo quindi dimostra che il sistema scolastico funziona bene lì. Il dogma che tutto questo, passato alla regione, sarebbe meglio, non trova perciò riscontro nei fatti. Queste regioni non hanno mai prodotto un documento che dimostri come passando dall’amministrazione centrale a quella regionale ci sia un aumento di efficienza e di risparmi. La polemica di questi giorni sulla sanità della Calabria, che funziona molto male, dimostra ancor più che lo Stato Centrale deve porre in atto delle politiche per  armonizzare i servizi su tutto il territorio nazionale. In realtà non dimentichiamo che il movimento dei pazienti da una regione all’altra è un grande business per le regioni che li accolgono. Quindi che siano tutti contenti che la sanità calabrese migliori è da dimostrare.


►Scuola e Sanità sono servizi pubblici essenziali: possono essere delegati alle regioni?
Questi sono aspetti fondamentali, alla base del nostro patto di cittadinanza, che si collegano a diritti essenziali, come quelli all’istruzione e alla salute dei quali tutti gli italiani devono godere in egual misura.


► Per il Sud è un’ennesima situazione in cui aumentano le distanze? Con la modifica del titolo V della Costituzione c’è stato solo un aumento di tasse e non di servizi, cosa ne pensa?
Questo è un discorso molto più complesso, certamente le politiche di austerità sono state più intense al Sud che nel resto del paese, l’autonomia differenziata sarebbe un salto di qualità molto forte, perché le differenze sarebbero di principio oltre che di fatto.


► Cosa pensa dei LEP, servirebbero a garantire i diritti costituzionali?
Innanzi tutto vanno stabiliti e tutto dipende da chi e come li stabilisce. Quando si parla di LEP si parla di diritti da raggiungere e non di servizi che dipendono dalle risorse disponibili.


► Per concludere, il suo concetto di secessione dei ricchi supera lo stereotipo di Nord-Sud?
Sì, in quanto fa riferimento a come è fatto il nostro paese anche all’interno delle regioni che chiedono più autonomia, perché anche ogni regione del nord ha il suo Sud.
 
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Gianfranco Viesti. Economista italiano, è professore ordinario di Economia applicata nel Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bari.  Laureatosi in Economia politica (Università Bocconi), ha intrapreso la carriera universitaria insegnando presso gli atenei di Firenze, Foggia e Bari. Esperto in Commercio estero e in Sviluppo locale e dei settori industriali, è stato consigliere reggente della Banca d’Italia (sede di Bari, 2002-07), consigliere di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (2007-10) nonché assessore al Mezzogiorno e al Diritto allo studio della Regione Puglia (2009-10). Viesti fa parte del comitato direttivo della rivista il Mulino e del comitato di indirizzo della Fondazione Italianieuropei; ed è presidente della Fiera del Levante di Bari (dal marzo 2011). Tra le sue pubblicazioni si ricordano Mezzogiorno a tradimento (2009), Più lavoro, più talenti (2010) e «Il Sud vive sulle spalle dell'Italia che produce». Falso! (2013). La laurea negata. Le politiche contro l'istruzione universitaria ( 2018).  La sua pubblicazione Verso la secessione dei Ricchi? ed. Laterza è scaricabile gratuitamente dal sito dell’editore,  un testo che ha destato grandissimo interesse e che ha approfondito la questione dell’autonomia differenziata.




   
 
 
 


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Numero 3 - Maggio 2019
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
Comitato di Redazione:
Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Massimo Quintiliani.
Hanno collaborato a questo numero:
Massimo Ammaniti, Giuseppe Boccuto, Giovanni Carosotti, Vito Carlo Castellana, Roberto Casati, Annalisa Corradi, Rosario Cutrupia, Alberto Dainese, Teresa Del Prete, Danilo Falsoni, Marco Morini, Francesco Pallante, Adolfo Scotto di Luzio, Ester Trevisan, Gianfranco Viesti, Massimo Villone.