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Numero 3 - Maggio 2019
Numero 3 Maggio 2019

Patrizia Gabrielli. La guerra è l'unico pensiero che ci domina tutti

La redazione di Professione Docente è stata invitata presso La Società Dante Alighieri, il 3 dicembre a Roma – Palazzo Firenze - alla presentazione del volume


15 Aprile 2019 | di Massimo Quintiliani

Patrizia Gabrielli. La guerra è l'unico pensiero che ci domina tutti Negli anni della Grande guerra, una raffinata macchina di propaganda coinvolse militari e civili; tra questi ultimi non furono risparmiati bambini e adolescenti, i veri protagonisti di questo libro. Si ebbero ricadute sulla letteratura e sui giocattoli che, da strumento ludico-educativo, si trasformarono in simbolo dell'appartenenza alla nazione e dello sforzo bellico. Patrizia Gabrielli - l’autrice del volume “La guerra è l'unico pensiero che ci domina tutti” - utilizzando fonti diaristiche, articoli, saggi e pubblicistica dell'epoca, ha messo in evidenza l’impatto che le attività di disseminazione di idee, con informazioni persuasive mirate, ebbero sulla percezione di quei bambini e adolescenti degli anni di guerra; quanto la propaganda bellica contribuì a definire nettamente generi e ruoli e di come, in qualche modo, essa preparò l'avvento del fascismo. La soglia domestica venne oltrepassata dalla forza degli eventi, dall’azione martellante della comunicazione capace di far vibrare le corde dell'emotività, di spronare la partecipazione, con una duplice versione del conflitto bellico: dalla “guerra lontana", di cui parlavano a scuola le maestre e si leggeva sui tanti giornalini, alla "guerra vicina", quella vissuta nel quotidiano, diversa a seconda dell'appartenenza sociale e di genere. Le voci riportate sono soprattutto quelle dei ceti benestanti, poiché i ceti più umili, pur essendo all’epoca i più colpiti dalle conseguenze della guerra, furono anche quelli che si espressero di meno. Il conflitto s’insinuò nelle vite dei giovani testimoni e tra le pieghe della loro memoria, irrompendo e stravolgendo la quotidianità della fanciullezza. Il grande evento fu per molti bambini portatore di separazioni, provocò la rottura di legami familiari e affettivi; ma le "scritture bambine" lasciano affiorare assieme alla materialità dell'esistenza, il loro coinvolgimento, la fascinazione provata o indotta. Però colpisce anche, qua e là, l'emergere di una diversa consapevolezza, di un modo di percepire la guerra in maniera difforme, non guerra santa e giusta, allora, ma avventura catastrofica e orrenda. Comprendere i riflessi della retorica bellicistica tra i minori del primo decennio del ‘900, rappresenta un tassello tutt’altro che marginale se si considera, quella stessa generazione di fanciulli, avrebbe raggiunto l’età adulta nella seconda guerra mondiale e che una, sia pur piccola, parte di loro aderì alla Repubblica Sociale ed al servizio ausiliario femminile.
 
 
 


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Numero 3 - Maggio 2019
Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
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Vicecaporedattore: Gianluigi Dotti.
Antonio Antonazzo, Piero Morpurgo, Fabrizio Reberschegg, Massimo Quintiliani.
Hanno collaborato a questo numero:
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