Convegni. Vicenza, 18 marzo 2019
15 Aprile 2019 | di Gianluigi Dotti
La Gilda degli Insegnanti di Vicenza e l’Associazione Docenti Art. 33, il 18 marzo presso il Centro di Formazione Zanon di Vicenza, hanno invitato Rino Di Meglio, Anna Angelucci, Rossella Latempa, Dario Eugenio Nicoli, Giovanni Carosotti e Maurizio Berni, coordinati da Stefano Battilana, a discutere il tema “A scuola di competenze: verso un nuovo modello didattico. Quale?”.
Anna Angelucci, insegnante in un liceo romano e presidente dell’Associazione “Per la Scuola della Repubblica”, nel suo intervento ha sostenuto che la didattica per competenze è un processo di colonizzazione che mira ad imporre dall’alto un nuovo paradigma didattico-pedagogico. Lo spostamento del baricentro didattico sulle competenze mette in discussione l’idea antica di scuola, che forse proprio per questo da difendere. Si chiede se oggi sia ancora possibile scegliere le metodologie di insegnamento e propone una “Scuola di resistenza” perché l’accesso ai contenuti implica la critica degli stessi saperi.
Rossella Latempa, insegnante di matematica e fisica a Verona, trattando del binomio competenze-capitale umano, svela la fake news che sottende la nuova didattica, che cioè se il giovane in uscita dal sistema scolastico è disoccupato la colpa sarebbe della scuola che non lo forma al mondo del lavoro, dimostrando come pedagogisti e politici, anche attraverso l’esternalizzazione della valutazione con l’ASL e l’INVALSI, trasformano un fatto economico come la disoccupazione in un fatto educativo.
Dario Eugenio Nicoli, incaricato di Materie sociologiche alla Cattolica di Brescia, illustra l’approccio italiano alle competenze, che si concentra sui saperi essenziali intesi come categorie universali della conoscenza, e segna la differenza con quello “puro” dei paesi del nord Europa.
Secondo Giovanni Carosotti, docente di Storia e Filosofia in un liceo milanese, invece la didattica per competenze interviene a gamba tesa sulla libertà d’insegnamento, infatti “si è rivelato un pretesto per sottoporre ad un rigido controllo il lavoro dei docenti e sottrarre loro la decisione in merito ai contenuti e ai metodi più opportuni per l’attività didattica”.
Maurizio Berni, insegnante di matematica a Pisa, partendo dall’assunto che non esistono competenze senza conoscenze fornisce esempi concreti nell’ambito disciplinare della matematica e della logica per dimostrare come i contenuti disciplinari siano indispensabili per sviluppare le competenze.
Concludendo, Rino Di Meglio ha posto l’accento sulla necessità di contrastare le mode pedagogico-didattiche per tornare a fondare i saperi sui contenuti disciplinari e la professione docente su programmi che forniscano una base culturale unitaria a tutti i giovani del Paese.
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