Bisogna tornare al modello familiare dove ognuno dei componenti conosce e si riconosce nel proprio ruolo e si comporta di conseguenza. Un testo di Massimo Ammaniti sui giovani che non vogliono crescere
15 Aprile 2019 | di Ester Trevisan
Da un lato teenagers che restano abbarbicati agli schermi degli smartphone fino a notte fonda e che di congedarsi dall’età acerba per abbracciare la maturità proprio non ne vogliono sapere; dall’altro lato genitori che soltanto l’inesorabile scorrere degli anni ha reso adulti ma che, in realtà, sono sempre più spesso lontani da quella saggezza richiesta dall’età e dal ruolo. Sono loro i protagonisti di “Adolescenti senza tempo”, libro di Massimo Ammaniti, psicoanalista e professore ordinario di Psicopatologia dello Sviluppo all’università “La Sapienza” di Roma, pubblicato da Raffaello Cortina Editore.
A spingere l’autore a intitolare così il suo volume, è la constatazione che l’adolescenza si è molto allungata: prima corrispondeva agli anni dei teenagers, cioè la fascia di età compresa tra i 10 e i 19 anni, adesso si assiste a un prolungamento sempre più accentuato di questa fase della vita. Mentre in passato gli adolescenti guardavano al futuro, aspettavano di entrare nel mondo adulto, di realizzare se stessi in un campo o in un altro, ora gli adolescenti vivono nell’oggi. La responsabilità di questo rallentamento, secondo Ammaniti, in parte può essere ascritta alle famiglie italiane iper protettive, ma per la maggior parte è da attribuire soprattutto alla mancanza delle necessarie opportunità messe a disposizione degli adolescenti per varcare la soglia dell’età adulta. I giovani – sostiene lo psicoanalista - devono essere responsabilizzati e bisogna prestare molta attenzione a quegli aspetti fondamentali dell’adolescenza perché, se si perdono, la vita nell’età adulta si impoverisce. Il riferimento di Ammaniti è alla curiosità degli adolescenti, alla loro capacità di meravigliarsi e anche di arrabbiarsi e di indignarsi, tutte caratteristiche che, se vengono smarrite, provocano l’appiattimento dell’età adulta.
Ammaniti sostiene che oggi troppo spesso i genitori vogliono essere amici e confidenti dei figli e che hanno bisogno di loro per confermare la propria identità di madri e padri. In realtà, spiega l’autore, i genitori, così come succedeva in passato, devono andare avanti quando i ragazzi crescono e non possono rimanere sulla stessa barca dove i figli vivono l’adolescenza e loro l’adultescenza, mantenendo cioè una sorta di velleitarismo adolescenziale. Occorre, dunque, invertire la rotta abbandonando il modello della famiglia liquida, dove regna l’omogeneizzazione dei comportamenti, per tornare al modello familiare dove ognuno dei componenti conosce e si riconosce nel proprio ruolo e si comporta di conseguenza.
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