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Numero 1 - Gennaio 2020
Numero 1 Gennaio 2020

Reintrodotta la traccia di storia alla Maturità: la Gilda rivendica il proprio contributo

Cronaca di una vittoria auspicata


29 Dicembre 2019 | di Ester Trevisan

Reintrodotta la traccia di storia alla Maturità: la Gilda rivendica il proprio contributo Rivendichiamo il nUna storia dove non ci sono vinti, ma soltanto vincitori. E non è semplicemente una storia, ma la Storia, quella con la esse maiuscola che si insegna (poco) a scuola e che qualcuno nella alte stanze di viale Trastevere aveva declassato a materia di serie C. Ferita gravemente nel corso degli anni dalla costante riduzione delle ore curricolari, resa agonizzante dalla decisione del Miur di abolirne la traccia alla Maturità, la Storia è riuscita a riacquistare il suo sacrosanto diritto di cittadinanza nell’ambito dell’esame di Stato. Non senza una buona dose di orgoglio e soddisfazione, la Gilda degli Insegnanti rivendica il prezioso contributo apportato alla causa della bistrattata disciplina storica attraverso comunicati stampa, articoli e interviste pubblicate su questo giornale e un convegno dal significativo titolo “Quale futuro senza la Storia?”, promosso lo scorso ottobre a Roma in occasione della Giornata Mondiale dell’Insegnante.


Le recenti vicissitudini patite dalla Storia cominciano con la circolare ministeriale del 4 ottobre 2018 che modifica alcune fondamentali strutture dell’esame, prevedendo, tra l’altro, il riordino delle tipologie relative alla prima prova scritta in cui scompare la traccia storica. Professione Docente si occupa ampiamente e approfonditamente di questo pasticciaccio brutto di viale Trastevere, ospitando nelle sue pagine articoli e interviste di autorevoli esperti e illustri testimoni del tempo. Dalle colonne del nostro giornale, Adriano Prosperi, professore emerito di Storia moderna alla Scuola Normale Superiore di Pisa e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, difende il ruolo della Storia che, abbandonando la vocazione velleitariamente salvifica, ha l’onore e l’onere di conservare e tramandare la memoria. Scrive Prosperi nel suo articolo per Professione Docente: “Lo studio della storia non può guarire la specie umana dai suoi difetti e mettere la parola fine ai suoi errori. Ma ha una funzione decisiva nel combattere la smemoratezza degli individui e le deformazioni interessate di chi semina errori e inganni a scopo di potere”.
 
Lo stesso numero, quello del gennaio 2019, dà spazio a un’intervista con Liliana Segre, reduce italiana dell’Olocausto, nominata senatrice a vita il 19 gennaio 2018 dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In linea con Prosperi, Segre ritiene che la Storia serva “a mantenere in buono stato di salute la democrazia” e sostiene che “l’assenza di Storia si chiama oblio, anticamera della barbarie”. La senatrice a vita non assiste inerte all’oltraggio di cui è vittima la Storia e si fa promotrice, insieme con Andrea Giardina, professore di Storia romana alla Scuola Normale Superiore di Pisa e presidente della Giunta degli Studi Storici, e lo scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo Andrea Camilleri, del manifesto Storia bene comune, appello che raccoglie oltre 50mila adesioni nell’arco di pochi mesi. Anche la Gilda degli Insegnanti prosegue la battaglia in difesa della Storia decidendo di dedicarle il convegno con cui ogni anno abitualmente celebra la Giornata Mondiale dell’Insegnante. All’iniziativa del 4 ottobre partecipa anche il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, il quale, davanti alla folta platea dei docenti presente al centro convegni Cavour di Roma, dichiara che, pur senza stravolgere per l’ennesima volta l’impianto dell’esame di Stato, sono necessari una riflessione e interventi migliorativi per restituire alla Storia il ruolo impropriamente “scippatole”. Dalle parole ai fatti il passo è breve: il 25 novembre il Miur emette la circolare n. 2197 con cui viene stabilito che nell’esame di Stato, a giugno 2020, torna a essere obbligatorio un argomento storico nella prima prova scritta di Italiano. “C'è stata una mobilitazione di intellettuali che ha aperto un dibattito importante sul ruolo dell’insegnamento della Storia nella formazione dei nostri ragazzi - spiega Fioramonti -. La scuola non è un mondo chiuso, ma permeabile alle idee e proposte della società civile. Proporre anche una traccia storica nella prova scritta di Italiano non cambia l’esame, offre una possibilità in più. Una possibilità importante che conferma il valore della conoscenza del passato per preparare al meglio il futuro”. E aggiunge: “Partiamo col tema di Storia per avviare un percorso che vuole rafforzare lo studio di questa disciplina nelle scuole di ogni ordine e grado, in maniera innovativa ed efficace”. Un annuncio che, ci auguriamo, possa concretizzarsi presto e bene. La Gilda è pronta a dare il suo contributo ancora una volta.
 
 
 


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Direttore Responsabile: FRANCO ROSSO
Responsabile di Redazione: RENZA BERTUZZI
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