28 Dicembre 2017 | di Renza Bertuzzi
Parresia è una parola di origine greca che indica la libertà di dire tutto e la franchezza nell’ esprimersi. Non starebbe a noi dirlo, ma a questa virtù ha cercato di conformarsi la Gilda fin dalla sua nascita, di cui ricorre quest’ anno il trentennale e a cui si ispira anche il suo organo ufficiale Professione docente. C’ è un diritto di parola e di critica ma c’ è anche, più tormentato, un dovere di dire la verità. Il dovere di scontrarsi con i poteri piccoli e grandi contempla il rischio di conseguenze, piccole e grandi. Eppure, è il secondo che va conquistato di giorno in giorno, sia a livello individuale che politico. Della fatica di dire la verità si nutre la democrazia.
Questo numero, dunque, come quelli precedenti, si prefigge di dire la verità attraverso le tante voci che arricchiscono le pagine del nostro giornale.
Parla chiaro Rino Di Meglio, ne Il Punto, il quale con tranquilla chiarezza dimostra che le parole della politica –nella fattispecie le promesse della Ministra Fedeli sul rinnovo contrattuale dei docenti - sono nulla se non accompagnate da scelte concrete, in questo caso economiche.
Parlano chiaro anche Adolfo Scotto di Luzio nel suo articolo in cui invita i docenti a Dire di no, richiamando essi e le associazioni professionali che li rappresentano al dovere di esprimere al meglio la funzione assegnata alla scuola dalla Costituzione; e Tomaso Montanari, nel suo pamphlet Cassandra muta, recensito da chi scrive che ricorda la figura di Cassandra diventata muta sul carro del potere. L’ intellettuale che tace o dice sempre sì, anche quando crede che dire no sia più giusto, rendendosi in tal modo acquiescente al potere, rende un cattivo servizio alla sua funzione. L’ intellettuale deve essere coscienza critica e quando rinuncia a ciò, per opportunismo o per timore, danneggia non solo sé stesso ma anche altri. Montanari parla in primis dei docenti universitari ma anche i docenti di tutti gli altri ordini di scuola hanno il dovere di parlare chiaro, di non tacere, nei luoghi decisionali, perché investiti dalla Costituzione della funzione di educare i giovani al pensiero critico.
Ugualmente chiare sono le domande che Professione docente vorrebbe porre alle forze politiche nell’ imminenza del voto (Vorremmo sapere, Fabrizio Reberschegg), quando siano definite le aggregazioni in lizza che sarebbe meglio definire non forze ma debolezze; come precise sono le proposte che la Gilda presenta per le future pensioni (Rosario Cutrupia).
Ci sono chiarezza e informazione seria e rigorosa nel testo di Armaroli e Balzani, Energia per l’astronave Terra, che tratta il problema dell'approvvigionamento energetico: la sfida più importante che l'umanità dovrà affrontare nei prossimi decenni.
Poi c’ è, in questo numero, molto approfondimento sui temi delle riforme scolastiche e degli orientamenti: il nuovo esame a conclusione del I Ciclo (Fabio Barina) a cui fa da contraltare la panoramica internazionale sulle infinite opportunità di copiare nello studio e dunque di imbrogliare (Marco Morini); l’ entrata a regime del bonus per i docenti “ migliori” ( Antonio Gasperi); la cancellazione del voto di condotta (Gianluigi Dotti); il FIT , concorso per titoli ed esami riservato esclusivamente a chi è già abilitato (Antonio Antonazzo).
Continua la decisa riflessione critica sull’ uso autocostrittivo di smarthone e privativo di autonomia con i due contributi di Roberto Casati (Il diritto di riparare) e di Fabrizio Tonello (Quante volte avete guardato il vostro telefonino, oggi?).
Un' accurata ricerca sul problema della dislessia che appare in Italia presente con percentuali enormi, rispetto agli altri paesi del mondo, segno di quella medicalizzazione dei problemi scolastici e della società, di cui parla Frank Furedi (cfr . intervista nel numero scorso) (Piero Morpurgo). Infine alcune recensioni: il libro di Roberto Casati, La lezione del freddo, e il testo di Christian Raimo, Tutti i banchi sono uguali. La scuola e l'uguaglianza che non c'è (Fabrizio Reberschegg).
Infine molto altro i lettori potranno trovare in queste pagine, ci auguriamo utile a rapportarsi con questo nuovo mondo, difficile da interpretare e anche da ...sopportare.
Renza Bertuzzi
Condividi questo articolo: