Gli avvenimenti nella scuola italiana degli ultimi mesi, con l’imposizione della cosiddetta legge “buona scuola”, hanno generato una rivolta ed una presa di coscienza che non trova precedenti in tutta la storia della scuola italiana
Legge 107/2015, la Buona Scuola, art.1, commi 78-94, Competenze del Dirigente scolastico
Come la Gilda degli insegnanti ha affermato più volte, questo piano di assunzioni non risolverà il problema del precariato né migliorerà la qualità del nostro sistema scolastico
Dalle prime disposizioni confuse e confusionarie per applicare questa legge sta emergendo un aspetto alquanto inquietante E' una legge contro le donne e soprattutto contro quelle meridionali
Ancora una volta Giulio Ferroni, in un testo pregevole smonta l’ apparato della modernità di una scuola ormai subalterna ai modelli dell’ economia
Un meccanismo burocratico, che tende a proiettare nel mondo della scuola tutti i luoghi comuni che dominano la cultura dei media e i modelli del neoliberismo televisivo e informatico
“La scuola, infatti, è ciò che dopo un paio di decenni sarà il Paese". Ernesto Galli Della Loggia.“Eppure è nella struttura pubblica del sistema scolastico a tutti i livelli che risiede la difesa della democrazia italiana dai pericoli che la assediano". Adriano Prosperi.
Di fatto si preferisce che sia la logica impersonale del mercato o personalissima del dirigente-capo a decidere merito e demerito e non si mira a rafforzare il concetto di responsabilità professionale
La Legge 107/2015 trasforma la scuola in un'azienda e con tutta evidenza cambia il ruolo e la funzione della scuola pubblica statale
La sentenza 14225/2015 della Cassazione relativa al pagamento dell'IMU alle scuole private ha provocato la solita tempesta in un bicchiere. La Conferenza Episcopale Italiana ha gridato alla sentenza ideologica contro la scuola cattolica e subito il g...
Se non si fa funzionare bene la scuola allora si insinuano le forze della descolarizzazione. Lo stato non sarebbe più garante della formazione degli insegnanti, delle modalità del loro reclutamento, dei percorsi educativi e formativi
I principi da rispettare sono quelli di non discriminazione e proporzionalità. Ma restano alcuni aspetti non ancora definiti circa la collocazione temporale delle attività funzionali all’insegnamento